Zibba e Almalibre …E SOTTOLINEO SE
Zibba e Almalibre è un progetto capace di coniugare la migliore tradizione cantautorale nostrana alle spinte più frivole che portano a cadenze swing e jazz. Al primo ascolto del loro ultimo album “..E Sottolineo Se” si ha immediatamente l’impressione di essere di fronte a musicisti con alle spalle una formazione solida ed un’esperienza consolidata. Sarà per l’equilibrio compositivo, sarà per la lucida razionalità con cui si dispiegano le trame. Ed infatti Zibba e i suoi Almalibre sono arrivati al quindicesimo anno della loro carriera, partita ufficialmente solo nel 2003 con la pubblicazione del primo disco; tra il loro esordio, “L’Ultimo Giorno”, e quest’ultimo “…E Sottolineo Se” troviamo altri tre lavori in studio, ma soprattutto una partecipazione costante a concorsi e premi settoriali nostrani. Il Tenco, ad esempio, vinto, per il miglior album, alla seconda partecipazione. Gli impulsi sono sempre rimasti gli stessi: un approccio jazzistico alla costruzione dei brani, essenziali, ritmati, a loro modo travolgenti; un’idea di forma-canzone che deriva dalla nostra migliore tradizione pop, sia per il profilo melodico che per lo sviluppo delle trame; una scrittura semplice, ma efficace, di valore, lirismo compreso. Almalibre, ossia anime libere. Ed è prendendosi alla lettera che gli Zibba e Almalibre hanno voluto dedicare quest’album alla figura di Giorgio Calabrese, compositore la cui firma compare dietro molti dei singoli di successo italiani negli anni ‘60.
Proprio rivisitando, reinterpretando e non riproponendo pedissequamente, alcune delle tracce figlie del compositore genovese, in un lungo omaggio alla tradizione cantautorale di quel decennio d’oro e dei suoi interpreti. Nella tracklist, tra i brani più celebri ritroviamo sicuramente Ciao Ti Dirò, cantata in origine dall’immenso Gaber, trasformata in uno swing dal ritmo sincopato e dalla lirica efficace, e E Se Domani di Mina, una delle canzoni più famose nei nostri confini, a cui viene conferita un’impronta jazzistica dal passo felpato. Rivisitazioni perfette, mai esagerate, mai scontate. Ma non le uniche: i brani che troverete più cambiati e trasformati sono l’acida Il Disertore di Ivano Fossati, smussata e resa più calda, I Sing Ammore di Nicola Arigliano, più stratificata, densa e intensa, ma senza rinunciare all’ironia, e Pioggia Di Marzo, in origine cantata da Mina. Un grande lavoro è stato fatto anche per dare nuovo vigore ad alcune tracce che risentivano, anche solo parzialmente, del passaggio del tempo, per le tecniche usate o per lo stile nella scrittura: le due tracce di Bruno Lauzi Diano Marina e O Frigideiro, Senza Parole di un altro cantautore della scuola genovese, Luigi Tenco, e Balla Chi Balla ancora di Mina. Infine Se Ci Sei, scritta a quattro mani da Bindi e Calabrese. Un album omaggio lento, denso, dal sapore retrò ma dalla cura tutta moderna che gli han saputo conferire i cinque musicisti. Ben fatto, anime libere.
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