Nadsat CRUDO
Fin da un primo, superficiale, ascolto, l’impressione che si ha del duo bolognese Nadsat è che la composizione del loro nuovo album, “Crudo”, non sia stata affatto mossa dal desiderio di piacere. Una sensazione ampiamente confermata da ascolti successivi e più attenti: Michele Malaguti (chitarra ed effetti vari) e Alberto Balboni (batteria, gong) hanno riportato sul disco un suono primordiale, pesante, perturbante, il cui concetto è racchiuso alla perfezione nell’aggettivo che dà il titolo al lavoro. I Nadsat firmano otto tracce di puro noise rock, in cui nulla è prevedibile, nulla è scontato, nulla è orecchiabile (giusto per fare un paio di esempi, l’improvviso cambio di tempo in Novus che lascia spiazzato l’ascoltatore, come il repentino cambio di dinamica in Umhlaba) ma tutto è sfumato, martellante, pronto a esser messo in discussione. Un album coraggioso che conferma come, scavando sotto la cenere, anche in Italia ci siano valide ed estreme alternative al pop.
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