Giacomo Sferlazzo ARRISPIGGHIATIVI
Compie un triplo salto mortale senza rete Giacomo Sferlazzo proponendo questo nuovissimo album che si discosta totalmente dal precedente e pur bellissimo “Giostre per giovani vecchi” del 2016. Il primo salto è quello di affrancarsi dalla lingua italiana dedicandosi totalmente a quella siciliana (lampedusana, per l’esattezza), il secondo è quello di abbandonare la canzone d’autore, così come la intendiamo, per abbracciare la purezza di un folk sanguigno e sincero sempre in riferimento a Sicilia e Lampedusa, mentre il terzo salto vede Sferlazzo aumentare la scarna strumentazione del disco precedente fino a circondarsi di una ventina di musicisti che si cimentano in altrettanti strumenti che vanno da moderni marchingegni elettronici a quelli tipici del folk etnico del Mediterraneo.
Ritmo Rivoluzionario è una magnifica invettiva a ritmo di rap etnico contro le basi americane in Sicilia, ma poi ci sono la poetica e bellissima elegia sui naufragi dei migranti U mari unnavi curpi (Il mare non ha colpe), l’ecologica e animalista Arrispigghiativi (Svegliatevi) dal sapore mediorientale, la splendida LamPoesia, triste riflessione sui potenti che nel corso dei secoli hanno martoriato l’isola, e ancora U violu (Il vialetto) sorta di ecologica mazurca balcanica. Ancora nel sociale è calata A canzuna du santariu da Madonna di Portu Salvu d’Ampidusa ballata dal profumo grecorientale che postula la pace tra le religioni del mondo. Ed essendo folk siciliano Sferlazzo non si lascia sfuggire anche un bel quartetto di canti popolari di quella terra: la filastrocca comica La me zita (La mia fidanzata), il divertente scioglilingua arrangiato a tempo di rap etnico Tri tri tri, poi Abballati abballati (Ballate ballate) perfetta fusione tra una modernità spruzzata di elettronica e ritmo e suono mediorientale, e la dolce ninna nanna A siminzina (Il semino). C’è ancora spazio per la poetica e bellissima Ventu, per il simpatico blues Mi scurdaio a me figghiu a scola e per un divertissement finale improvvisato Nguè nguè sulla felicità di un marito cornuto. L’album è mirabilmente in equilibrio tra un suono folk mediterraneo e mediorientale e i bellissimi e poetici testi. Triplo salto mortale, si diceva, ma nessun timore, Giacomo Sferlazzo è caduto perfettamente in piedi.
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