Trio Generations ft. Oliver Lake Trio Generations ft. Oliver Lake 24 Ottobre 2015, Nova Gorica (Slovenia), Kulturni Dom
Sabato 24 ottobre il Festival Jazz & Wine of Peace, ottimamente allestito dall’Associazione Culturale Controtempo e solitamente di stanza a Cormòns (Go) e dintorni, sconfina in Slovenia per un concerto dagli alti contenuti musicali. Ad un orario piuttosto inusuale, le 11 del mattino, salgono infatti sul palco della mala dvorana della Kulturni Dom (sala piccola della casa della cultura) i Trio Generations affiancati da Oliver Lake, autentico mito del jazz di ricerca statiunitense, già co-fondatore, al fianco di Julius Hemphill, Hamiet Bluiett e David Murray, del World Saxophone Quartet.
Lake è musicista poliedrico (ha collaborato anche con artisti esterni al mondo del jazz come Björk e Lou Reed), con un forte radicamento nel blues (caratteristica comune a tutti gli artisti che sul finire degli anni ’60 aderirono al leggendario Black Artists’ Group di St. Louis da egli stesso fondato assieme a Floyd La Flore) e porta in dote al trio il suono angolare, penetrante ed esplosivo del suo sassofono contralto, il suo stile è visionario e dirompente e fa uso di ogni possibile sfumatura timbrica sia possibile estrarre dallo strumento. Il Trio Generations è formato dal pianista Michael Jefry Stevens (foto a destra) e dal bassista Joe Fonda, entrambi newyorkesi e aventi all’attivo, tra le altre, collaborazioni con artisti del calibro di Anthony Braxton, Wadada Leo Smith e Lou Donaldson, e dal giovanissimo batterista austriaco Emil Gross.
La cifra stilistica, pienamente confermata dalla performance slovena, è quella dell’eclettismo a tutto campo. I due musicisti americani formano una coppia di grande affiatamento (non per niente suonano insieme in vari contesti da oltre trent’anni) e, assieme al sempre puntuale percussionista viennese, mostrano la sorprendente capacità di svariare repentinamente tra gli stili, gli estremi essendo da un lato le torrenziali sfuriate free-form e dall’altro una sorta di lounge-music obliqua. Tra questi due poli di attrazione si sviluppano momenti vicini ad una specie di funky marziano con alcune digressioni in un ambito non troppo distante dalla musica reggae (limitatamente alla pulsione ritmica) e, in altra direzione, a certe esperienze -ci si passi il termine- para-accademiche.
Senza dubbio è anche l’alternanza tra parti scritte e strutturate ad altre totalmente immerse nel flusso della libera improvvisazione a generare la verve e il senso di freschezza che hanno caratterizzato l’intero svolgersi della performance. Da ultimo l’incontro generazionale (da cui il trio prende le mosse) con un musicista di età notevolmente inferiore (Emil Gross, foto a sinistra, è ventitreenne), avente dunque un background profondamente diverso con addentellati anche nell’avant-rock e persino nello stoner e nella drum’n’bass, genera una sorta di cortocircuito quanto mai fecondo.
È facile intuire come in una siffatta situazione un musicista come Oliver Lake vada letteralmente a nozze. Il settantatreenne sassofonista dell’Arkansas infatti contrappunta ogni passaggio da un ambiente sonoro a quello seguente ed ogni cambiamento di clima dando fondo alle mille timbriche che riesce a produrre con il proprio strumento, affidandosi inoltre a fraseggi che svariano da momenti più tradizionalmente boppistici, quando non soul, a vere e proprie eruzioni sonore. Deflagrante e magmatico nelle situazioni più violente e caotiche, quasi i quattro stabilissero una connessione diretta con le esperienze più radicali degli anni ’60, lirico e persino suadente quando il suono del trio si avvicina a soluzioni, per così dire, loungy, caldo e molto bluesy quando le atmosfere si tingono di tradizione.
Il pubblico, giunto oltre che dalla Slovenia anche dalla vicina Italia e dall’Austria, mostra di gradire e, al termine dell’esibizione, richiama calorosamente i quattro musicisti sul palco per il bis. L’evento si chiude, come da tradizione di questo interessantissimo Festival ormai giunto al traguardo della diciottesima edizione, con la degustazione nel foyer della Kulturni Dom di ottimi vini offerti, in omaggio al luogo, dai viticoltori dalla Goriška Brda.
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