Home Festival 2015: Interpol + Franz Ferdinand & Sparks Interpol+Franz Ferdinand & Sparks 3 Settembre 2015, Treviso
Interpol
Tornano in Italia gli Interpol nell'ambito del Tour di “El Pintor” ultima fatica discografica della band Newyorkese. Toccano l'Home Festival di Treviso, manifestazione che negli ultimi anni sta assumendo sempre più importanza a livello internazionale sia per portata che a livello artistico (sono gemellati con il Szigest Festival di Budapest). Si presentano sul palco con un quarto d'ora buono di ritardo sulla tabella di marcia (un vezzo da rockstar consumate ma glielo perdoniamo) vestendo con la consueta eleganza dandy virata in toni scuri che fa parte del look personale della band formando una proposta unica con la musica. Iniziano il loro classico show algido ed immobile tra luci ora rosse ora viola ora blu. Say Hello to The Angels non scalda certo la platea ma dà il tempo ai ritardatari di godersi il meglio dello spettacolo. Le successive Anywhere e Narc sono tuttavia ancora pezzi interlocutori, ed il pubblico ricalca esattamente il mood del gruppo risultando tanto morigerato nei movimenti, freddo ed assente quanto lo sono i musicisti. Ma la forza degli Interpol non è certo la teatralità bensì l'immagine che si trasfigura in musica e viceversa.
Quando attaccano Evil l'atmosfera cresce scatenando finalmente la prima emozione adrenalinica della serata. Paul Banks mostra di apprezzare abbozzando un ringraziamento in un italiano corretto. Il ghiaccio è rotto e la band viaggia più spedita con le successive Take You On a Cruise, Everything is Wrong e The New tra ombre, giochi di luci, pause e reprise. Il gruppo ha veramente classe da vendere (non lo scopriamo certo oggi) che si concretizza in una raffinatezza sonora e d'immagine costruite in anni di carriera che dal vivo risultano ancora più marcate.
Troviamo poi assolutamente riduttivo accostare la loro musica ai soliti ritriti generi e gruppi già visti e sentiti senza assegnare loro il giusto riconoscimento in termini di unicità. Musicalmente con l'inserimento di Brad Truax al basso (ex Animal Collective) il combo sembra finalmente aver trovato la quadratura che da tanto tempo mancava dopo la dipartita di Carlos Dengler, che scatenò l'avvicendarsi di numerosi bassisti tra cui ricordiamo David Pajo (ex Slint) anch'esso fuoriuscito dalla formazione per motivi personali (e reduce ultimamente da un tentativo di suicidio).
Il live ora prosegue spedito anche se il pubblico non si dimostra talvolta all'altezza della band, la quale scaldati i motori esegue una serie di pezzi assolutamente coinvolgenti che la gente a tratti non sembra recepire se non distrattamente. Gli Interpol affondano a piene mani nel loro repertorio proponendo classici come Rest my Chemistry e C'Mere entrambe dal forte impatto emotivo. La risposta degli astanti, pur dimostrando interesse è come sempre riflessiva e solo sparuti gruppetti di fan in prima fila osano un handclapping. Bello il rush finale nel quale la band inanella All the Rage Back Home (primo singolo estratto dall'ultimo disco) e Slow Hands tratto dall'ormai lontano “Antics” datato 2004. Chiusura con la quasi anonima PDA che lascia l'amaro in bocca ai numerosi presenti che si aspettavano forse la più degna Obstacle 1. Ma l'arte non è a comando.
Setlist
Say Hello to the Angell
Anywhere
Narc
Evil
Take You on a Cruise
Everything Is Wrong
The New
Rest My Chemistry
Length of Love
C'mere
All the Rage Back Home
Slow Hands
PDA
Franz Ferdinand & Sparks
Forse i più attesi della serata. Salgono puntuali sul palco (al contrario degli Interpol) alle 22.45 i Franz Ferdinand & Sparks con il loro pop sbarazzino di marca anglosassone. Alex Kapranos e Russel Mael alla voce supportati dagli strumentisti dei FF e da Ron Mael degli Sparks alle tastiere. L'esperimento strano e bislacco creato dalla collaborazione delle due band sembra funzionare anche dal vivo (ricordiamo che è di quest'anno l'esordio discografico del nuovo combo). Il baricentro dello show è decisamente spostato sullo stile dei Franz Ferdinand ma l'apporto degli Sparks (attivi fin dalla fine degli anni '60) è importante per calcare il piede sull'acceleratore del pop (e loro sono maestri in questo). Il gig vede alternarsi sia pezzi di entrambe le bands sia songs tratte dal loro primo disco omonimo che risulta essere alla fine quello maggiormente premiato in termini di spazio.
A differenza del concerto precedente (Interpol) il pubblico dimostra di apprezzare maggiormente la musicalità più aperta dei FFS dimostrandosi sinceramente coinvolto. Dal punto di vista squisitamente musicale ricordano dei Franz Ferdinand più orientati alle pop songs anche se, l'imprinting del gruppo scozzese è evidente. Si prosegue tra divertissement, siparietti e giochi di luci dove Kapranos da consumata rockstar primeggia sul collega di microfono, fino ad arrivare a Do You Want To (Franz Ferdiand cover) a testimoniare che il gruppo trascinante sono i FF con gli Sparks al traino. “Lucky lucky, you're so lucky” canta la gente in coro (ed è proprio vero, fortunati li sono veramente). Mentre Russel Mael degli Sparks, avvolto nella sua maglia a pipistrello nera si alterna con il biondo Alex nel pop “fieristico” di The Power Couple. La band mostra anche delle belle soluzioni scenico-stilistiche alternandosi e ruotando agli strumenti.
L'atmosfera diventa addirittura danzereccia in The Number One Song in Heaven (Sparks cover) dove il robotico e controllato Ron Mael sorprende tutti uscendo dal rigido clichè del suo personaggio per scatenarsi in un minuto di ballo non prima di essersi allentato il nodo della cravatta (il tutto come da studiato repertorio). Ricompostosi Ron nel suo ruolo, con l'arrembante Michael (Franz Ferdinand cover) si torna in territori decisamente più rock grazie ad una versione carica e potente degna dei primi tempi della band scozzese che qui si riprende dopo essersi un poco persa in eccessivi languori ed ammiccamenti commercial-pop. Si chiude con le quasi wave da compilation anni '80 (Piss Off, Call Girl, Collaboration Don't Work) ed un tipico pezzo del repertorio Sparks (When Do I Get to Sing My Way) non prima però di aver dato fiato e corpo alle chitarre di Take Me Out (FF cover). Il rock incontra il pop e genera un gruppo leggiadro che raggiunge cuori e (forse) menti semplici, divertendo e divertendosi per primo senza comunque scordare i contenuti. Nell'attesa del prossimo album dei Franz Ferdinand.
Encore
When Do I Get to Sing "My Way" (Sparks cover)
Call Girl
Collaborations Don't Work
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