Festival Mu.Vi.Ment.S., X^ Edizione Bologna Violenta, Putan Club, Ronin, Quasiviri... 28-29 dicembre 2014, Itri (LT): Castello medievale
I N T R O
L’underground e la sua percezione più colta ed ampia, nel campo della ricerca e della sperimentazione, nell'espressione artistica a tutto tondo, arriva con il Mu.vi.ment.s ad elevare la sua prospettiva. Questo sia in senso metaforico (dall’etimologia riferita a ‘sottosuolo’ fin sui pinnacoli dell’imponente castello medievale, location dell'evento, che domina le marinerie di Gaeta e Sperlonga) sia in senso concettuale, dal momento che da ormai una decade questo festival è davvero riuscito nell’impresa di conciliare qualcosa di esclusivo e di alternativo con una risposta sempre più ampia e partecipe di pubblico. Appuntamento ormai imperdibile che fa diventare tappa obbligata il calendario succulento di questa due giorni.
Al punto che sono davvero tantissime le facce note che si rincontrano tra una folla sempre più numerosa e vivacemente interattiva. La label Brigadisco e l'associazione C.A.GA (Cineteca Atomica del Garigliano) dimostrano di avere le idee chiare sul senso che intendono dare alla Music Vision e al Mental Silence (da queste abbreviazioni la sigla Mu.vi.ment.s), ovvero una multimedialità capace di coniugare la performance musicale artistica e il contatto diretto con ogni singolo spettatore. Una concezione viva ed estemporanea della grande capacità comunicativa di chi vuole compiere una ricerca ed una evoluzione cognitiva sottoponendo ad osservazione la materia da plasmare e permettendo ad ognuno di coglierne l'evoluzione formale. Ecco come anche la cosa più ostica e il linguaggio più impenetrabile o bizzarro possono allora entrare nella sensibilità di chi vi prende parte, di chi condivide e assapora determinate atmosfere di convivialità e koinonia. (di R.B.)
28 Dicembre: LE MOSTRE, Andrea Ferroni, Sneers, Key-Clef, AV-K, Daniele Brusaschetto, Bologna Violenta, Putan Club, Futeisha, I Macchinisti, Kill Traxx DJ (di R.B.)
Le luci in alternanza che di volta in volta si proiettano sulla facciata in pietra del castello guidano e accolgono lo spettatore fin dalle prime ore del pomeriggio. Il volenteroso gruppo di ragazzi di Brigadisco e C.A.GA si sono ormai perfezionati nell'arte dell'ospitalità. E' possibile consumare una gustosa cena fredda che propone alcuni dei sapori locali (salumi, olive, olio e vino novello e formaggi) insieme ad una serie di altre ricette stuzzicanti. Poi, calice alla mano assolutamente di rigore, si può effettuare una visita alle varie sale, magari tra una chiacchierata e qualche incontro inaspettato. Appuntamenti fissi sono i banchetti al piano terra con esposizioni di disegni e fumetti, dischi e gadgets; la Torre del Coccodrillo (Burp 7- Fumetti in pasto ai coccodrilli) che quest'anno ha ospitato la mostra del fumettista Nicolò Pellizzon, che prende il titolo dal suo ultimo libro dell'ottobre 2014 "Gli amari consigli", proponendo alcune delle tavole originali e i poster della serigrafia artigianale Ver Eversum: "Silkscreen poster art". Nella parte alta del primo edificio mostra d'arte di Gianni Leone "Gravità Sospese", clima post apocalittico e inquietante smarrimento nelle sue opere, in cui la glacialità e il freddo distacco provocano una reazione di repulsione ma anche di attrazione e interrogazione in chi le guarda.
Parte interrata (la cisterna del castello) dedicata ad un allestimento di Serena Caterino e Ilaria Tabarani "Nature Reclaims", un'opera che vuole rappresentare l'implosione della natura di fronte ad un'urbanizzazione e a una cementificazione selvaggia e irrispettosa; sala inferiore con una performance di Armenia dedicata alla pittura, o si potrebbe meglio dire ai quadri viventi, su ispirazione di Edwin Austin Abbey. Spazio anche alla mostra fotografica di Andrea Petrillo "Fotoincontro" incentrata sul tema della memoria e sulla sua rievocazione soggettiva. Il torinese Andrea Ferroni apre il workshop con il suo Didgeridoo, spiegando gli intenti e le finalità della sua scuola e della sua fondazione "Arti e Tradizioni". Successivamente dà luogo ad una sua esibizione con l'affascinante strumento di provenienza australiana, coinvolgendo il pubblico nel cogliere le differenti sonorità dello strumento realizzato con legni o materiali differenti ed infine improvvisando con il sassofono di Domenico Vellucci e con doppio didgeridoo insieme all'allievo Pierpaolo Mancini. Gli Sneers testano per il secondo anno consecutivo le potenzialità di amplificazione delle mura medievali del castello e liberano energia con una sfrenata e potente esibizione dando prova di grandissima forma. Dopo un prolifico anno di esibizioni live e un'accoglienza davvero entusiasta del loro primo disco uscito per Brigadisco proprio lo scorso anno: "For Our Soul - Uplifting Lights To Shine As Fires", affilano le armi e mostrano di avere un calderone in ebollizione pronto a sfornare nuovissimi elisir di alchimie sonore proponendo almeno un paio di pezzi nuovissimi che sono probabilmente il preludio di progetti in cantiere per i bravi Leonardo Oreste e Maria Greta.
La parte elettronica della serata è per la affascinante Key Clef, con la sua sperimentazione drone e le risonanze distorte del suo "Time"; AV-K del bravo Anacleto Vitolo che dà una grande prova di coerenza artistica e professionalità, passando dalla Fat Cat del suo esordio "A centripetal fugue" ad una piccola produzione per l'album "Fracture" uscito recentemente (gennaio 2015) e di cui ci occuperemo più ampiamente e dettagliatamente a breve termine; Daniele Brusaschetto con il suo harsh noise atmosferico e soporifero sussurrato in italiano. Altra toccante e coinvolgente esibizione quella del carismatico Nicola Manzan e il suo progetto Bologna Violenta che propone un allestimento visivo, con diapositive e video creati e assemblati dallo stesso polistrumentista, del suo ultimo concept album: "Uno Bianca", catapultando il pubblico nelle turbolente vicissitudini dei fratelli Savi, macchiate dal sangue, dalla violenza gratuita e dalla morte in tutta la sua assurda e inspiegabile efferatezza. Torna al castello -ma senza L'Enfance Rouge- anche il fascinoso François Regis Cambuzat con il suo nuovo progetto Putan Club che si avvale di un basso ancora una volta suonato da una donna e da un'italiana: Gianna Greco. Una anti musica pensata come performance di resistenza contro ogni allineamento e ogni intento commerciale. Aggressivi, di grande impatto, potenti, provocatori e selvaggiamente sensuali. Propongono un mix di rock grezzo e abrasivo e groove elaborati al computer.
Gradevoli anche dal vivo i piemontesi Futeisha, del simpatico ed enigmatico dedalo666, che tanto enigmatico più non è dopo averlo conosciuto di persona ed aver scambiato con lui e gli altri musicisti della band una gradevole e 'fiorita' conversazione, probabilmente galvanizzata da goliardica allegrezza grazie alla birra e al buon esito di tutti i concerti ascoltati. Dopo la buona cassettina, sulle orme del loro maestro concettuale Gianni Giublena Rosacroce, "Dannato", anche questa uscita per la Brigadisco con Old Bicycle rec, ci catapultano nelle stesse estatiche atmosfere intimistiche e dark folk, venate di psichedelia sperimentale e scintille elettroniche, miscelando un linguaggio occulto e sottilmente caustico, malinconico e nichilista, derisorio e disincantato. Se ne esce davvero sudati e piacevolmente sconvolti. Puntatina d'obbligo al bar per una bevanda rinfrescante e quattro chiacchiere in libertà. Fuori fa un gran freddo ma dentro ci si scalda non c'è che dire ... e per chi proprio desidera le emozioni forti e quattro salti ritmati a dovere ci sono sempre i Djs de I Macchinisti con remix e tanto di Beatboxer e la techno di Kill Traxx con Gigi Galli e Alessandro Signore. Difficile uscire scontenti e senza i propositi di ritornare per tutti gli anni a venire da qui a gambe buone permettendo.
29 Dicembre: R.Y.F., ?Alos, Noise of Trouble, Persona Non Governabile, Plasma Expander, Ronin, Quasiviri, Cytophones (di F.M.)
La vista del castello medioevale è davvero impressionante. Un accesso ripido consente di accedere alle sale alte, dove è appena iniziata la seconda giornata della X edizione del Mu.Vi.Ment.s, che vede la partecipazione, tra gli altri, di R.Y.F., Noise of Trouble, Persona Non Governabile, Plasma Expander, Ronin e Quasiviri. R.Y.F. (Restless Yellow Flowers) è progetto solista di Francesca Morello, cantautrice che descrive in maniera molto intima, storie personali, ricordi e amori attraverso l’uso della sola voce e chitarra acustica. Nel frattempo la signorina ?Alos, la musa del caos Stefania Pedretti (Ovo, Allun), si diletta a coinvolgere gli ospiti in una divertente e complice performance sadomaso che diventa occasione per affrontare temi quali il rispetto nella sessualità, il queer, il vegan. Occorre salire nella sala principale per ascoltare i N.O.T, Noise of Trouble, trio composto da Marco Colonna (sax baritono), Luca Corrado (basso) e Cristian Lombardi (batteria) che presentano “Distopia” (Brigadisco, 2012) e “A.C.A.B.” (autoprodotto, 2014). Vicino alle sonorità degli Zu, ma con una minor attitudine jazzcore, i Noise of Trouble utilizzano il free-jazz e l’impro per narrare, con una forte carica espressiva, gli eventi che hanno segnato drammaticamente la nostra storia recente. Il sax di Marco Colonna richiama le forme della violenza subita nei tragici eventi di Genova e la resistenza di chi non vuole rassegnarsi.
A seguire, nella piccola sala adiacente, la performance di PNG, Persona Non Governabile, progetto noise-industrial che vede la partecipazione di Carmine Mangone e Roberto Belli (nihilNONorgan). Il progetto si basa sull’incontro/scontro della performance stirneriana di Carmine Mangone e Roberto Belli con l’elettronica derivata dalle sperimentazioni anarchiche dei Throbbing Gristle e dei Coil. Una breve pausa e si passa a sonorità più classiche con l’heavy-psych dei Plasma Expander, band proveniente da Cagliari, composta da Fabio Cerina alla chitarra, Corrado Loi al basso e Andrea Siddu alla batteria. Il groove persistente e ipnotico di “Cube” (Brigadisco, FromScratch, et al., 2013) manda in subito in pubblico in visibilio. Il trio sfodera un krautrock davvero poderoso, mescolato a stoner e math-rock, che evoca i viaggi siderali dei Can e dei Neu. Gran concerto. Si cambia ancora genere con i Garaliya, formazione lodigiana composta da Lin (MoRkObOt, OtRoM) e Mzky che propone un’elettronica iperreale, effetto della manipolazione di industrial, musique concrète, minimalismo, in una sorta di viaggio ipnagogico che smonta e riassembla i puzzle disomogenei della nostra memoria collettiva. Operazione eseguita anche nell’ultimo "Reforged" (Morte Records, 2014), attraverso il quale Lin e Mzky forgiano nuovi composti organici a partire dalle molecole sonore strappate dai brani psych-doom degli Ufomammut, Ovo, Lento, MoRkObOt, Mombu, Inferno e Obake. Set molto interessante.
Il tempo si scendere, attraverso un’ardita scalinata, alla torre circolare del castello per ammirare la mostra del fumettista Nicolo Pellizzon e i Ronin danno fuoco alle polveri in una sala particolarmente gremita. La band costruita intorno a una idea di Bruno Dorella (OvO, Bachi Da Pietra) vede in formazione Cristian Naldi alla chitarra, Diego Pasini al basso e Matteo Sideri alla batteria. Nell’ultimo "Adagio Furioso" (Santeria/Tannen, 2014), i Ronin raccontano sconfitte, storie di amore e di morte, esistenze cariche di romanticismo e anarchia. Quella dei Ronin è musica per film possibili, caratterizzata da venature folk e musica tradizionale. "Non so se avete girato per il Paese, ma una cosa così non c'è. Ma lo vogliamo dire o no che questo è il festival più bello d'Italia?", ribadisce più di una volta Bruno Dorella ad un pubblico entusiasta. E’ ormai l’una di notte quando iniziano a suonare i Quasiviri, trio milanese composto da Chet Martino al basso, Roberto Rizzo alla voce e tastiera e Andres Arraiz-Rivas alla batteria. La potente sezione ritmica coadiuvata da un muscoloso innesto di synth e tastiere, riprende i brani dell’ultimo “Super Human” (Bloody Sound Fucktory, 2014), lavoro caratterizzato da sonorità prog dalla forza barocca. La X edizione del Mu.Vi.Ment.s si chiude con il DJ Set di Cytophones. E come non essere d’accordo: questo festival è davvero il più bello d’Italia. Complimenti ancora ai ragazzi della Brigadisco e dell'associazione C.A.GA. e arrivederci alla prossima edizione.
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