Patti Smith 12 Giugno 2013, Neapolis Festival, Arenile di Bagnoli
Fra l'amianto dell'Italsider e le fiamme mai spente di Città della Scienza il Vesuvio assiste ad un'eruzione di musica, poesia e passione. Patti Smith, Lenny Kaye e soci infiammano Bagnoli e i tremila dell'Arenile con fiamme salvifiche e dannate. La piccola donna che ha cambiato la storia del rock accoglie i suoi ospiti come e più di sette o dieci anni fa. Non ci sono i Rapid Eye Movement e i duetti magici con Michael Stipe. Non c'è una struttura fatiscente pronta ad accogliere reduci o sopravvissuti. Ci sono solo rovine. Rovine inondate da grande musica ad aprire il "Neapolis Festival". Folgorata sulla via di Francesco (il Santo, non il Papa), una madre, una vedova, una poetessa, una rockstar per caso, rende chiaro a tutti, quindicenni e ultrasessantenni, cosa sia il rock'n'roll: purezza acida e passione. Sessantasette anni ed il volto, la voce e l'anima di sempre. Ask the angels accarezza e frusta le coscienze tormentate e candide di chi c'era allora, di chi avrebbe voluto esserci e, medianicamente, di chi non c'è più. April fool e Fujii san rendono ulteriormente onore a quel capolavoro di demoniaca dolcezza e angelica caducità che è e sarà per sempre "Banga". E poi le pietre miliari immortali e immorali di Redondo Beach, Dancing Barefoot, Gloria (The Them ne sarebbero onorati) e la canzone/inno per troppi Because the night. Springsteen, benchè coautore del brano, non vale mezzo centesimo rispetto a lei quanto a interpretazione. In tutto questo Lenny Kaye delizia gli astanti con stille di preziosa sapienza chitarristica ed un medley che raccoglie, riplasma ed esalta le radici della musica che non morirà mai. Jay Dee Daugherty alla batteria, Tommy Shanahan al basso e Jack Petrucelli alla chitarra e al piano fondono divertimento puro e intelligenza sonica, corpo e mente fino al mantra finale di People have the power. Lunga vita e prosperità Patti!
Gran bel concerto e gran bella recensione.