My Bloody Valentine 29 Maggio 2013, Orion, Ciampino (Roma)
Sono trascorsi più di vent’anni da quando in una giornata d’agosto trasferivamo “Loveless” da un vinile ad un’audiocassetta per poterla ascoltare a ciclo continuo sul walkman. Già dalle prime note di Only Shallow quel suono ci sorprendeva, un intreccio di chitarra e voce che mai avevamo ascoltato prima. Erano gli anni in cui ascoltavamo “You're Living All Over Me” dei Dinosaur jr, “Bleach” dei Nirvana, “Daydream Nation” dei Sonic Youth, ma “Loveless” ci catturava per quell’emotività sognante amplificata oltre misura. Amavamo quella voce che in Only Shallow e in To Here Knows When cercava malinconicamente di innalzarsi al di sopra di un muro di suoni, facendo breccia sul nostro inconscio. Non sapevamo ancora che quell’album, uno dei più belli di sempre, avrebbe influenzato una infinità di nuove band diventando un riferimento essenziale del rock degli anni duemila. Abbiamo aspettato più di vent’anni per poter ascoltare un nuovo album della band irlandese, quel “m b v” che dopo numerosi annunci è stato rilasciato proprio in questo 2013. Ed è la prima volta che la band di Dublino si trova in tour in Italia, ospiti dell’Orion, alla Preview del "PostePay Rock in Roma". Il tempo di prendere una birra e ci posizioniamo nelle prime file di fronte ad uno dei tanti amplificatori Marshall, incuranti di quel che sarebbe successo da lì a poco.
Un applauso accoglie l’ingresso di Kevin Shields, Bilinda Butcher, Colm Ó Cíosóig e Debbie Googe che con I Only Said e When You Sleep iniziano a scaldare il pubblico. La voce di Bilinda si percepisce appena, sommersa dalla chitarra di Kevin e da un flusso quasi indistinguibile di vibrazioni sonore. La voce rimane schiacciata sotto una valanga satura di suoni, quasi a volere rappresentare la condizione della solitudine in cui le emozioni rimangono impercettibili e flebili se liberate nel mondo di fuori. In sequenza ascoltiamo New You, You Never Should, Honey Power e Cigarette in Your Bed per ritornare alle magie di “Loveless” con Come in Alone e Only Shallow. A metà concerto la dark lady Debbie Googe ed il batterista Colm Ó Cíosóig iniziano a spingere sempre di più sull’acceleratore, iniziando a costruire con Thorn e successivamente con Nothing Much to Lose un poderoso muro sonoro che crescerà progressivamente sino alla conclusione del concerto. Ma quando arriva To Here Knows When il cuore non riesce a stare fermo: la voce della bellissima Bilinda evoca i ricordi di vent’anni prima, di quella cassetta consumata a forza di ascolti, intrecciando sensazioni inconsce e nostalgie. La parte conclusiva del concerto è esplosiva con le energiche Feed Me With Your Kiss e You Made Me Realise compresi i dieci minuti di puro rumore bianco che i My Bloody Valentine rovesciano sul pubblico, quasi a voler sottolineare la vera sostanza estetica delle loro costruzioni sonore. Qualcuno avrebbe desiderato ascoltare anche le splendide Sometimes e What you want, brani che hanno descritto magnificamente la malinconia degli amori impossibili. Ma quanto ad emozioni può bastare decisamente così.
Commenti →