Balmorhea + JBM 7 Ottobre 2013, Torino, Blah Blah
E’ un lunedì di pioggia quello che vede concludersi il corposo tour di ben sei date dei texani Balmorhea in quel di Torino. Il locale che ospita la prima venuta del sestetto americano per la prima volta nel capoluogo torinese è il piccolo Blah Blah. Prima di loro, sale sul palco Jesse Marchant, canadese elettro-folk singer di Montreal ma di stanza a New York che si esibisce in uno show di poco più di mezz’ora in cui, in perfetto stile one-man band, suona chitarra, batteria e armonica. In definitiva una performance che passa in maniera piacevole ma senza incidere particolarmente. Sono le 23.30 e, con mia somma sorpresa, il piccolo spazio che ospita il concerto si è riempito di gente. Guadagno a fatica la prima fila e mi ritrovo praticamente gomito a gomito con Michael Muller che sta finendo di preparare le svariate chitarre che utilizzerà durante il concerto. L’altro membro fondatore della band ci saluta dicendoci “Buonanotte!” (e visto l’orario ci sta tutta) in un perfetto italiano e la band attacca con Days dall’ultimo album “Stranger” seguita da Settler dal disco del 2009 “All is wild, all is silent”.
Il fatto di essere così a stretto contatto rende la performance davvero suggestiva ed anche la resa sonora, grazie al lavoro del fonico, risulta davvero buona. I Balmorhea sono spesso in Italia a dimostrazione del loro amore verso il nostro paese e anche in questa occasione non si risparmiano dando vita and un set in cui riescono a dipingere paesaggi sonori da sogno. La formazione prevede un batterista, un trio d’archi, una tastiera e chitarra suonati da Rob Lowe e basso/chitarra suonati da Michael Muller. Ma risulta limitativo elencare in questa maniera gli strumenti utilizzati perché durante il concerto i nostri si scambiano continuamente gli strumenti dimostrando le loro grandi capacità di polistrumentisti. I ragazzi hanno più l’aspetto di timidi studenti universitari piuttosto che di rockstar esperte, almeno alla luce dei cinque album sin qui pubblicati. La sensazione è che, nonostante lo spazio davvero ristretto in cui i nostri si muovono, la resa di ogni strumento risulti davvero funzionale alle atmosfere che la band riesce a creare. Una menzione speciale va ad Aisha Burns, violinista, chitarrista e tanto altro che dà una ulteriore nota di colore al suono del gruppo.
Il concerto vede sviluppare principalmente i brani dell’ultimo disco e non mancano anche momenti più “ritmati” come Jubi e Pyrakantha dove, senza quasi accorgertene, ti ritrovi ad ondeggiare lasciandoti cullare da quel ritmo coinvolgente. Il set finisce con la proposizione di un nuovo brano che i Balmorhea hanno iniziato a proporre proprio in occasione di questo tour europeo, ma quando la band esce di scena il pubblico entusiasta non vuole saperne di andarsene e così eccoli ritornare sul palco per un altro paio di pezzi. Questa volta i ragazzi texani ci salutano per davvero non prima di aver sottolineato come non si aspettassero, visto il giorno della settimana ed il tempo atmosferico non ottimale, una affluenza del genere. E’ l’una passata e ci affrettiamo ad andarcene visto che ci aspetta un lungo viaggio di ritorno, ma non prima di aver scambiato quattro chiacchiere con Michael e Rob che ci ringraziano per essere venuti e mi chiedono come ci è sembrato il concerto. Beh, l’unica risposta che ci viene è “Fantastico… non so quanto riusciremo ad aspettare prima di rivedervi!” e spero che, visti precedenti, i ragazzi non tardino a tornare dalle nostre parti.
Commenti →