Jeff VanderMeer La trilogia “Annientamento” – “Autorità” – “Accettazione”
ANNIENTAMENTO – pag 186, € 16
AUTORITA’ – pag 292, € 17
ACCETTAZIONE – pag 288, € 17
traduzione di Cristiana Mennella
Un gruppo di quattro ricercatrici viene inviato dall’agenzia governativa Southern Reach ad esplorare l’Area X, un territorio caratterizzato da strani fenomeni naturali. Il territorio, il cui confine è in costante espansione, sembra governato da leggi aliene in grado di alterare la genetica degli animali e delle piante. Non sono bastate undici esplorazioni per chiarirne le cause e quei pochi esploratori che sono tornati appaiono trasformati e svuotati nell’anima. Jeff VanderMeer costruisce una affascinante trilogia fantascientifica.
Il primo libro "Annientamento" descrive la spedizione nell’Area X di un gruppo di ricercatrici della Southern Reach, di cui fanno parte una Biologia, una Psicologa, un’Antropologa e una Topografa, con l’obiettivo di decifrare la natura di quei luoghi. Il secondo libro “Autorità” si addentra nelle stanze dell’agenzia governativa Southern Reach, nei cui sotterranei la verità sembra non voler essere svelata. Il conclusivo “Accettazione” ci riporta nelle zone più profonde dell’Area X dopo che i confini hanno iniziato ad estendersi in territori sempre più ampi. Jeff VanderMeer riesce con grande maestria a mantenere il lettore incollato al romanzo, costruendo un intreccio ricco di suggestioni e sciogliendo i nodi narrativi con grande abilità.
La natura dell’Area X
Al centro della narrazione c’è l’Area X, un territorio sconosciuto in continua espansione che sembra animato da forze aliene e sovrannaturali, capaci di stravolgere le strutture biologiche degli esseri viventi che vi vivono e di metabolizzare tutto quello che entra nei suoi confini. Quel tratto di costa abbandonata, nata probabilmente da un disastro ecologico, sembra governata da leggi fisiche sconosciute, in grado di annientare le certezze scientifiche con cui l’uomo ha assoggettato la natura. Dice VanderMeer: “L’Area X è per l’uomo quello che l’uomo è per gli altri animali. Un’entità superiore le cui azioni risultano incomprensibili.” All’interno di quel territorio contaminato ogni cosa cambia. Le persone subiscono metamorfosi apparentemente innaturali. Quei pochi esploratori che sono rientrati diventano copie delle persone che erano partite, completamente svuotate dell’identità. L’unico varco d’accesso è controllato dalla Southern Reach, ma il passaggio d’ingresso non potrà essere utilizzato per il ritorno. L’interno dell’Area X è caratterizzato da numerose singolarità topologiche: un pozzo verticale spiraliforme che si addentra dentro le viscere della terra, nelle cui pareti compaiono scritture luminose composte di minuscoli funghi di materia viva ed un faro abbandonato che si innalza al di sopra dei territori costieri, il cui vecchio guardiano sembra depositario dei segreti che hanno segnato quei territori.
Metamorfosi e soggettività
L’accesso nell’Area X è la metafora dell’incontro dell’individuo con il proprio inconscio e con una realtà non pienamente comprensibile. “Accettazione” è il racconto in prima persona delle sensazioni e dei fatti vissuti nell’Area X, narrati dalla Biologa con un approccio più fenomenologico che scientifico. Le descrizioni di chi è penetrato nell’Area X procedono per progressive indeterminazioni, la percezione risulta amplificata e distorta. I territori esplorati sfuggono ad una rappresentazione oggettiva, mentre l’equilibrio psicologico degli esploratori tende ad indebolirsi progressivamente sino a spezzarsi. L’inquietudine prende il sopravvento, come se l’Area X fosse in grado di contaminare e stravolgere la volontà di chi vi è penetrato. Entrare in quel territorio significa essere soggetto ad una metamorfosi in grado di disumanizzare. Dirà la Biologa nei suoi diari: “Mi rendo conto che tutti questi ragionamenti sono incompleti, inesatti, imprecisi, inutili. Se non ho vere risposte è perché non sappiamo ancora cosa chiederci”. Si è attratti da quel territorio alla ricerca di risposte, ma la verità sembra sfuggire mimetizzandosi e mutando.
Tanto più che l’agenzia governativa Southern Reach nasconde e depista i resoconti ufficiali, creando verità di comodo e moltiplicando i piani di realtà. Ognuna delle undici esplorazioni ha avuto l’obiettivo di far luce e comprendere la natura di quei luoghi misteriosi, ma l’unico risultato è stata una progressiva perdita. Quando la Biologa entrerà nel faro abbandonato, troverà i diari degli esploratori delle spedizioni precedenti accatastati in un ammasso putrescente: “I diari e altri materiali formavano una montagna cadente alta circa tre metri e mezzo, larga quasi cinque, che nella parte bassa si era chiaramente trasformata in concime organico, per via della carta che marciva”. Una metafora potentissima della condizione umana. L’uomo che si sente al centro del mondo è destinato a perdersi definitivamente insieme alle proprie memorie, come un diario abbandonato in un ammasso putrescente. L’unico modo per sopravvivere ad un mondo indifferente che trascina con sé lo spazio ed il tempo, è adattarsi alle sue leggi. E’ quel che farà la Biologa.
I richiami a “Stalker” di Andrej Tarkovskij
Per certi versi il romanzo di Jeff VanderMeer prende avvio dalle ambientazioni di “Stalker” di Andrej Tarkovskij. L’Area X non è altro che una manifestazione della Zona, territorio immaginato per la prima volta dai fratelli Arkadij e Boris Strugatsky in “Picnic sul ciglio della strada”, a cui Tarkovskij restituì una straordinaria forza evocativa. La Zona è un territorio desolato e misterioso in cui le leggi fisiche sembrano non valere. Non è la trascendenza l’oggetto principale della ricerca tarkovskijana, ma l’uomo e le condizioni che consentono l’incontro tra la sua finitezza ed il sovrannaturale, studiandone le sue debolezze di fronte all’ignoto, le sue paure, le sue speranze. La Zona è un luogo in cui tutto cambia costantemente, in cui tutto si muove, adattandosi allo stato d’animo di chi vi entra. In questo territorio la natura appare rigogliosa e inesauribile, capace di riappropriarsi dei territori lasciati in rovina dall’uomo. VanderMeer, a differenza di Tarkovskij, desacralizza quei luoghi, svuotandoli dell’energia legata al sacro e restituendogli la forza del materialismo. Non c’è posto per il sacro nell’Area X.
Natura e umanità
In questo senso, la trilogia di Jeff VanderMeer (nella foto a sinistra) è un atto di accusa verso le ideologie antropocentriche che considerano l’uomo al centro del mondo e le cui azioni continuano a produrre conseguenze nefaste per la natura e per l’uomo stesso. Non si tratta di soccombere di fronte ad una natura indifferente che nel proprio svolgersi travolge il tempo degli uomini, il suo spazio, la sua genetica, la sua etica. Si tratta invece di riuscire ad adattarsi ad un mondo esterno opaco che probabilmente non riusciremo mai a comprendere. Per VanderMeer non esiste una verità definitiva. Ogni verità è sempre mediata dal nostro inconscio e da una forza interiore che ci riporta alle origini. Ogni vissuto diventerà un diario che nelle intenzioni di chi lo scrive dovrebbe sopravvivere agli eventi in modo che qualcuno un giorno possa leggerlo.
Commenti →