I Delfini “C’è un posto migliore per noi”: intervista con Sergio Magri
Salvatore Ursus D’Urso, cantante e compositore della storica psycho band torinese No Strange - recentemente alla ribalta con un nuovo validissimo album – e grande conoscitore del Beat Italiano, ci fa dono di un’altra preziosa intervista. Questa volta Salvatore ha scovato per Distorsioni SERGIO MAGRI, chitarrista e sassofonista de I DELFINI, uno dei primissimi storici beat groups italici. Mi piace ricordare di loro, oltre ai brani citati nell'intervista, e tra le tante cover di successi beat inglesi incise, una significativa C'è un posto migliore per noi, una bella versione italiana di We've gotta get out of this place, grande hit degli anglosassoni The Animals, facciata B del 45 giri del 1966 Il mio dolore. Sergio Magri, ora alla soglia dei sessant’anni, ricorda per noi le vicende artistiche dei Delfini, offrendoci allo stesso tempo uno spaccato di quel periodo indimenticabile ed indimenticato che furono i sixties beat italiani (P.W.B.)
L'INTERVISTA
Salvatore D’Urso (Distorsioni) - Innanzitutto, come di consueto, comincerei col parlare delle origini dei DELFINI, uno dei gruppi storici del beat in Italia : sicuramente uno dei primi in ordine di tempo. Come nacquero le premesse?
Sergio Magri - Io avevo cominciato a suonare il sax intorno al 1956, e dopo un breve innamoramento per il jazz (quasi un must all’epoca, per un ragazzo che suonava uno strumento a fiato) ebbi l’opportunità, grazie a un amico, di ascoltare i primi dischi di Rock’Roll arrivati in Italia. Me ne innamorai subito e, come me, anche altri futuri componenti dei Delfini, come vedremo. Nel 1960 ebbi l’occasione di suonare per un certo periodo con un batterista di nome Mario Pace, di cui riparleremo. Nel 1961 suonai con un gruppo di R’n’R, con un chitarrista di nome Franco Capovilla, anche lui lo ritroveremo. Come si vede, in qualche modo i Delfini, ancora ignari del loro futuro insieme, già esistevano in nuce. Per farla breve, i Delfini come gruppo nacquero nel 1962 come quintetto da ballo, e ne facevano parte Franco e Renzo Levi Minzi (cantante e chitarra basso). Nel 1963 mi aggiunsi io e poi, a seguito delle defezioni dell’altro sassofonista, del pianista e del batterista, arrivarono Mario e Giorgio Castellani (pianista e cantante).
Da quel momento questa – definitiva – formazione si oriento’ maggiormente verso la musica anglosassone, senza comunque perdere di vista il fatto che, se si voleva andare a suonare in giro (e guadagnare), si imponeva necessariamente una certa versatilità. Verso la fine del 1963 venimmo a conoscenza del fenomeno Beatles, e ci concentrammo a fondo su quel tipo di musica, cio’ che ci rese immensamente popolari nelle spiagge venete dove la quota di turisti anglosassoni era altissima. Nell’autunno del 1964 partecipammo al Cantaitalia e in quel contesto ci senti’ Carmine De Benedittis, aspirante produttore discografico: da li’ comincio’ la nostra « carriera », diciamo cosi’, nazionale. Alla vigilia dell’incisione del primo disco Giorgio Castellani lascio’ il gruppo, che divenne cosi’ il quartetto figurante nelle copertine dei dischi.
Riusciresti in breve a descrivere il clima febbrile che si respirava a Padova negli anni sessanta ? Il cosiddetto "Bacchiglione beat" era una scena che prosperava in quali locali?
Il « Bacchiglione beat » è esistito davvero, anche se all’epoca non aveva ancora un nome. Lo spartiacque è stato l’arrivo dei Beatles. In precedenza esisteva un certo numero, non elevatissimo, di complessi da ballo, fra cui i Delfini ; dall’avvento dei Beatles questo numero aumento’ esponenzialmente. Molti di questi complessi avevano già un’esperienza con gli Shadows (Delfini compresi : all’epoca io suonavo anche la chitarra) : si trattava allora di imparare in qualche modo a cantare. Osservo che suonare male le canzoni dei Beatles non è affatto difficile. E di gruppi che suonavano male i Beatles ce n’erano parecchi. Ma è abbastanza logico che, fra tanti, alcuni emergessero per qualità e impegno: per citare qualcuno ricorderò I ragazzi dai capelli verdi, i Ranger Sound, la Troupe ’70, e sicuramente me ne dimentico. Posso solo aggiungere che c’era almeno un complesso che suonava meglio dei Delfini, ma non ne rivelero’ il nome neppure sotto tortura.
L’attività musicale aveva due epicentri : il Supercinema e la Capannina di Arsego. Al Supercinema ogni domenica mattina era organizzato un concerto con un grande nome del momento : ricordiamo i Rokes, l’Equipe 84, i Corvi e cosi’ via. La prima parte dello spettacolo era riservata ai complessi locali, che avevano cosi’ l’opportunità di farsi conoscere e di acquisire esperienza. La Capannina invece era un locale da ballo: Renzo Betto, il proprietario, si rese conto per primo che i tempi stavano cambiando, e rischiando fece suonare nel locale i complessi beat padovani. Cosi’ facendo ando’ incontro ai desideri dei giovani, e la Capannina divento’ il locale più popolare del Veneto, con un’affluenza tanto più imprevista quanto imprevedibile. Insomma, le opportunità di farsi vedere ed ascoltare non mancavano: citiamo anche le sagre paesane, gli spettacoli organizzati dai parroci (!), gli altri locali che, sulla base dell’esperienza della Capannina, facevano suonare complessi beat. Era tutto molto divertente, ci si sentiva parte di una nuova esperienza entusiasmante, che escludeva i « matusa ». E, naturalmente, non mancavano le discussioni quanto alla bontà dei singoli gruppi, che più di qualche volta sfociavano in liti feroci fra i rispettivi fans.
Quali furono i maggiori successi dei Delfini e da quali brani era normalmente composto il repertorio, che i giovani gradivano maggiormente ?
Discograficamente i Delfini non sono stati un gruppo di grande successo. Ci è andata abbastanza bene, anzi benissimo se consideriamo le nostre qualità, ma non abbiamo spaccato il mondo. Del resto, domandate a qualcuno se si ricorda l’Equipe 84, e nel 90% dei casi vi risponderà affermativamente; domandate dei Delfini, e lasciamo perdere! Comunque, un paio di successini discografici li abbiamo avuti: Stasera sono solo e Tu te ne vai, entrambe fra l’altro disco giallo per più settimane a Bandiera gialla. Ricordiamo con un certo orgoglio Tu te ne vai, in quanto a differenza della maggior parte della produzione italiana dell’epoca, era un nostro originale e non una cover. Quanto al repertorio, pur avendo inciso due LP e un numero imprecisato di singoli, in concerto suonavamo praticamente solo le due canzoni dei Delfini sopra citate, e per il resto ci dedicavamo alle canzoni anglosassoni del momento che più ci piacevano. Una politica che sicuramente non ha pagato sotto il profilo discografico, ma va detto che noi suonavamo soprattutto per divertirci, ed è esattamente quello che facevamo.
Eravate uno dei pochi complessi beat ad aver tentato un tour fuori dall'Italia, precisamente negli USA : che cosa ricordi di quella esperienza ?
I nostri rapporti internazionali sono stati soprattutto casuali e imprevisti ; non si è trattato di una politica voluta. In effetti, quanto all’Ed Sullivan Show, si è trattato di uno scambio fra noi allo show e gli Happenings a Sanremo. Probabilmente avremmo fatto meglio ad andare a Sanremo, visto che all’Ed Sullivan siamo apparsi solo come « supporting act », il che non ci ha permesso neppure di figurare su You Tube. L’altra occasione è stata il Rallye du Rock’n’Roll di Montecarlo. Un’impresaria parigina ci aveva sentiti in un locale di Jesolo e ci aveva promesso di contattarci ; cosa che fece qualche mese dopo, invitandoci a questo Rallye. Per inciso, la concorrenza non era delle più qualificate, tant’è vero che la giuria dei giornalisti ci proclamò vincitori alla pari con le Pink Pearls, complesso di ragazze ( !) giapponesi. Comunque New York e Montecarlo sono state due splendide esperienze turistiche, soprattutto considerando che all’epoca chiunque di noi se lo sarebbe sognato di andare negli USA.
In rete, in particolare su youtube, si possono vedere alcuni filmati tratti da programmi RAI di quel periodo : quali erano i rapporti con i mezzi di comunicazione quali la TV o la radio ?
Siamo stati molto fortunati per quanto riguarda radio e TV. Il nostro grande vantaggio si chiamava Carmine De Benedittis, il nostro produttore, il quale proveniva dal cinema ed aveva un patrimonio di conoscenze ineguagliabile. Citero’ Gianni Boncompagni e Renzo Arbore per la radio, mentre non citero’ nessuno per la TV, in quanto non ho mai conosciuto personaggi di quel settore: ma bastava che li conoscesse Carmine! Comunque fatto sta che fra il giugno 1965 e il gennaio 1968 (due anni e mezzo !) abbiamo fatto più di una ventina di apparizioni televisive (Studio Uno, Settevoci, Il signore ha suonato, Andiamoci piano, Festival di Napoli ed altre).
Dovendo fare qualche nome, quali erano i colleghi musicisti con cui avevate maggiori rapporti, sia professionali che di amicizia ?
No comment.
In un momento come questo, in cui l'Italia vive un periodo non facile, anche dal punto di vista culturale, quali potrebbero essere gli insegnamenti che la musica degli anni ‘60 potrebbe ancora dare ai più giovani ?
La musica degli anni ’60 nasceva subito dopo il boom economico, quando tutto sembrava possibile e a portata di mano. Era una musica prevalentemente allegra, spensierata, erano ancora lontani il ’68 e l’autunno caldo. Mi sembra di notare su Internet una vasta rivalutazione di questa musica da parte dei giovani, quelli che hanno mezzo secolo meno di noi. Credo che non farebbe male ritrovare la spontaneità, al limite l’ingenuità, di chi faceva musica in quegli anni. Molta acqua è passata sotto i ponti, ma gli esseri umani intelligenti sanno che la storia, anche quella minima – ma non troppo – della « musica beat » ha sempre qualcosa da insegnare.
Alcune covers de I DELFINI:
Voglio essere il tuo uomo (1965) I Wanna Be Your Man - Beatles
Tu devi ritornare da me (1965) Tell Me - Rolling Stones
C'è un posto migliore per noi (1966) We've Gotta Get Out Of This Place - Animals
Il mio dolore (1966) All My Sorrows - Shadows / Searchers
Quando tornerai (1969) Don't Forget To Remember - Bee Gees
C'è una strada Homburg - Procol Harum
DISCOGRAFIA:
-1965, "I Delfini 1" LP (CDB)
-1965 "Voglio essere il tuo uomo" 45giri (CDB)
-1965 "Credimi cara/Non piango mai" 45 (CDB)
-1965 "Quella dei sogni miei/Stasera sono solo" 45 (CDB)
-1965 "Anche se lei" 45 (CDB)
-1966 "I Delfini 2" LP (CDB)
-1966 "Il mio dolore/C'è un posto migliore per noi" 45 (CDB)
-1966 "Tu te ne vai" 45 (CDB)
-1966 "You went away" 45 (CDB)
-1966 "Tu, tu ridi" 45 (CDB)
-1966 "Fate come noi" 45 (CDB)
-1966 "Per voi giovani" LP compilation(CDB)
-1967 "Questa notte amore" 45 (CDB)
-1967 "Delfino time" 45 (CDB)
-1967 "Beat beat hurrà" 45 (Decca)
-1967 "Una serata al piper" LP compilation (Arc)
-1968 "I sogni son finiti" 45 (CDB)
-1968 "Quando tornerai" 45 (CDB)
-1977 "Eloisa" 45 (Feeling)
-1993 "Quei favolosi anni '60" CD compilation (Fabbri editori)
-1995 "I Delfini 1" CD (On sale music, ristampa con 4 bonus tracks)
-1995 "I Delfini 2" CD (On sale music, ristampa con 4 bonus tracks)
-1996 "Il Bacchiglione Beat" CD compilation (On sale music)
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