Zerocalcare MACERIE PRIME – MACERIE PRIME SEI MESI DOPO
La storia....
I libri di Zerocalcare sono una sorta di unicuum nel panorama letterario italiano: e non solo perché hanno raggiunto l’ambita cerchia del Premio STREGA nonostante la composizione a fumetti (anzi, onore al merito), ma forse soprattutto per la loro struttura narrativa, per l’atipicità dell’approccio al medium, per la sostanziale ricchezza emotiva e artistica delle opere in un contesto così difficile come l’arte sequenziale. Eppure, anche in una realtà difficile come quella del Fumetto italiano, Michele Rech ha saputo costruire qualcosa di unico e lucente, ovvero una vera e propria “epica” dal basso, una storia che sfiora - drammaticamente - l’autobiografismo e che negli anni si è tramutata in una piccola saga popolare. Partito infatti dalla composizione delle strisce prese dal blog che raccontavano sostanzialmente la vita di periferia con ricchezza di particolari vivi e vividi e un’emozione sentita in ogni parola, Zerocalcare ha poi diversificato al massimo la sua produzione arrivando a pubblicare (sempre e rigorosamente con
Bao Publishing) opere che pescavano nel suo passato più intimo (lo splendido "Dimentica il mio nome"), che affrontavano la moda zombie del momento, che raccontavano un viaggio interiore, politico e culturale. In questo modo, la fama e l’attesa per ogni sua uscita pubblica - firmacopie compresi - sono cresciute in maniera spasmodica ed esponenziale. Ma probabilmente la pressione incontrata da una personalità così peculiare come quella di Rech ha come spezzato un fragile equilibrio nel momento in cui l’hype diventava più forte dell’evento stesso. E così "Kobane Calling", pur rimanendo una testimonianza forte, non aveva il nerbo delle precedenti uscite; "Macerie Prime" e "Macerie Prime - Sei Mesi Dopo" confermano l’impressione.
.... e la storia
La caratteristica comune e peculiare di tutti i libri di Zerocalcare è il cast: proprio il ritorno degli stessi personaggi che legava ogni storia è stato uno degli ingredienti fondamentali per la fidelizzazione del pubblico e per il peso emotivo. Zero ne ha preso ovviamente atto, e con Macerie Prime ha deciso di giocare proprio con questo fattore: riunendo gli amici (veri) per un racconto (a sua detta, anch’esso vero) che mette a confronto passato e presente, analizzando il tempo che passa e l’effetto che questo ha sui rapporti interpersonali. Macerie Prime è quindi il racconto a tratti crudele, a tratti ironico, quasi sempre affascinante, di come proprio la fama - non voluta, e non amata - dello scrittore Rech sia stata causa dell’alienamento di alcuni dei suoi affetti più cari, e l’impercettibile ma inesorabile cambio di rotta della sua vita, da “persona comune” a “persona famosa”. Con tutto quello che ne consegue, a livelli non solo più superficiali ma profondi, nascosti, decisivi per la maturazione psicologica di ognuno. Una madeleine insomma: uno sguardo al passato potente e riflessivo, colmo di significati e di diversità di punti di osservazione, con quello slang ormai consolidato che Rech si è autocostruito con i suoi scritti, fatto di gergo e di vita vissuta che non può non coinvolgere. Un problema però esiste: ed e quella sorta di (incosciente?) auto-celebrazione che Zerocalcare (nella foto) fa ormai di se stesso con un metodo passivo-aggressivo che si ritrova anche nelle sue uscite collaterali - come gli appuntamenti mensili sul magazine Best Movie - facendo sì che la vena autobiografica che si era velocemente tramutata in uno sfogo appassionato e sincero si sia trasformata in un incontrollato parlarsi addosso. Celebrando(si) come prodotto di contro-cultura mentre invece è proprio lui al centro di un fenomeno di massa; passato forse troppo velocemente da prodotto indie a prodotto mainstream.
Tesi confermata dalla stessa modalità di uscita di Macerie Prime: in tempi di Loro 1 e 2, divisi per motivi poco chiari, "Macerie Prime" e "Macerie Prime - Sei Mesi Dopo" sono due libri usciti appunto a sei mesi di distanza uno dall’altro. E la domanda é una sola: perché. Leggendo attentamente i due volumi é chiaro come molti passaggi si sarebbero potuti evitare, creando un solo volume più leggero e sicuramente molto più denso. Macerie Prime in entrambi i tomi soffre di sequenze inessenziali: specialmente nella sottotrama (spesso utilizzata da Zero) che narra dei personaggi principali in maniera speculare ma declinati con il fantasy, questa volta con inserti poco chiari e con una storyline inutilmente annacquata. I dubbi venuti quindi con il primo Macerie Prime (troppi elementi che non trovano la giusta coesione, mancanza di omogeneità nello stile), e che si sperava fossero risolto con il secondo, sono rimasti tali. E adesso tutto quadra quando il pericolo di sovraesposizione è tangibile: sommando la prossima uscita del film su "La Profezia dell'Armadillo", e l’annuncio dello stesso Michele di voler abbandonare per un po’ i libri di pagine maggiorate. Resta sicuro l’abilità indiscussa di Rech: a costruire con una narrativa solida racconti di ampi(ssim)o respiro che mescolano realtà e fantasia, a innestare autobiografismo senza scendere nel pietoso o nel melenso, a catturare l’emotività del lettore facendolo sentire persona coinvolta e non spettatore passivo. Doti che ancora brillano indiscusse nelle sue strisce brevi (sul suo blog); ma che nelle sue ultime tre uscite resistono ma combattono contro difetti fin troppo appariscenti.
e allora?
Insomma, per la prima volta Zerocalcare non mantiene quello che aveva promesso, caratterizzando il protagonista solo attraverso il riflesso del “coro”, lo stuolo di personaggi secondari che rappresenta l’unico vero valore aggiunto di Macerie Prime. Per la prima volta, l’involuzione di un enfant prodige che rischia di bruciare troppo in fretta.
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