Iggy Pop non getta la spugna! 2016, Stati Uniti
Iggy Pop è di fatto in questi albori del 2016 l'unico glorioso sopravvissuto (e noi gli auguriamo ancora tanta vita!) di quella sacra trimurti rock che comprendeva anche Lou Reed e David Bowie, deceduti tra l'ottobre del 2013 ed il gennaio del 2016. Tre artisti seminali che hanno lasciato (per motivi diversi) un'impronta carismatica e profonda nell'ultimo mezzo secolo di storia rock a cavallo tra secondo e terzo millennio. Le loro vicende umane ed artistiche si sono intrecciate più e più volte in questi 50 anni, ma ora fatalmente Iggy, l'artista più 'fisico' ma probabilmente meno geniale e creativo tra i tre, è rimasto da solo a far da testimone di una stagione rock irripetibile.
Come ormai ci ha abituato da tempo l'inquieto (quasi) 69enne non sta mai fermo, sempre alle prese con improbabili ed inaspettate nuove collaborazioni all'insegna dei generi musicali più disparati. Quella più recente e clamorosa è con il geniale ed eclettico Josh Homme (Queens Of The Stone Age), con cui Iggy Pop ha registrato il suo nuovo album "Post Pop Depression", in uscita il 18 Marzo su etichetta Loma Vista: gli altri musicisti presenti nel lavoro sono il polistrumentista Dean Fertit (Eagles of Death Metal, compagno di Josh Homme nei Queens Of The Stone Age e collaboratore di Jack White, anche nei Raconteurs e Dead Weather), ed il batterista Matt Helders (Arctic Monkeys).
Ma non basta: il 5 Febbraio 2016 è uscito su Morr Music "Leaves Of Grass", un EP in cui il leader degli Stooges collabora con gli artisti elettronici tedeschi Tarwater (un duo) ed Alva Noto: in questo caso si produce in performances di 'spoken word', Tarwater e Alva Noto provvedono al tappeto musicale e strumentale. Si tratta di sette inquietanti spezzoni sonori sperimentali 'marchiati' dai profondi toni recitanti di Iggy Pop. Ognuno corrisponde ad un poema del grande scrittore, poeta e giornalista americano Walt Withman (1819-1892). Lo stesso EP prende il nome dalla più rilevante raccolta di poesie di Withman "Foglie d'erba" (1855). Inevitabile il rimando nell'ascolto al mood freddo ed elettronico del periodo 'berlinese' dell'artista, l'album "The Idiot" nella fattispecie.
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