Thou & The Body YOU, WHOM I HAVE ALWAYS HATED
[Uscita: 27/01/2015]
USA
Cosa succede se l’acclamato duo sludge The Body (Providence, Rhode Island) incontra gli instancabili Thou (Baton Rouge, Louisiana) sulla strada che porta dagli Stati Uniti al paese del riff lordo e nichilista, meta ideale di ogni sofferente metallaro che si rispetti? Per prima cosa pubblicheranno insieme un EP dal titolo “Released from Love”, poi - ancora gigioneggiando sulla stessa via della perdizione - pubblicheranno a stretto giro di boa un album. Cioè “You, Whom I Have Always Hated”, che consta, almeno nella versione in cd, del precedente EP di 6 brani inediti e di una fiammante cover di Terrible Lie dai Nine Inch Nails. Con una certa approssimazione temporale che tuttavia non intacca la validità della scoperta è possibile rintracciare una relazione diretta tra il bianco e nero sgranato di molte delle immagini di copertina utilizzate nell’ambito della produzione musicale metal degli ultimi dieci anni e la lacerazione emotiva di cui quest’ultima sembra farsi latrice impenitente. Detto altrimenti: molti pixeloni grigi, dunque molto dolore. Anche in questo caso ci sembra di poter dire che la teoria è confermata, anche qui la musica sembra essere semplice didascalia dell’immagine di copertina. O una cover - nei due sensi del termine - di se stessa. A nulla valgono i watt sprigionati dalla massa di amplificatori riuniti e affastellati da due tra le band più pesanti del globo terracqueo senza la leggerezza che la creatività solo può sprigionare, o meglio tutto diviene talmente grave da sprofondare sotto il suo stesso peso.
Non è la prima volta che si assiste a progetti il cui più grande pregio è di non averne ossia di essere tanto inani da non riuscire neanche a cadere sotto i loro propri colpi. È vero, d’altra parte, che nei momenti più ispirati dell’album si rimane impressionati dal muro sonoro che si riceve nelle orecchie, ma ben presto i riff di chitarra si fanno tanto potenti quanto noiosi e quel muro sonoro diventa un appetibile superficie contro la quale schiantarsi per evitare un ulteriore ascolto. I riferimenti artistici sono chiari e si guarda tanto ai Kyuss quanto ai Pentagram ma come si guarda dal buco della serratura: si spia più che guardare (Lurking Fear). Solo per dare a intendere che il disco lo si è ascoltato e anche con una certa trepidazione subito delusa; quindi solo come esempio prendiamo in The Devils of Trust Steal the Souls of the Free. Qui gli omaggi e le citazioni arrivano come onde lontane, come una eco dalla radio del vicino e solo un orecchio ben allenato può distinguere la radio dal vicino stesso che ne doppia la melodia cantando sotto la doccia. Il risultato è uno sludge/doom brufoloso e un suono lo-fi nel quale è indistinguibile la scelta tecnica dall’assenza di tecnica. La ripetizione degli stessi schemi stilistici è quanto di meglio ci si possa aspettare da questo ascolto, ma purtroppo arriva anche la consapevolezza da parte della band che le idee languiscono. Ed allora elettronica a palate, sample come se piovessero campionamenti, d’altra parte non sono stati inventati per questo? Thou & The Body utilizzano le risorse del digitale come i bari le tre carte e in questo sono bravissimi (He Returns to the Place of His Iniquity).
Commenti →