Ty Segall TWINS
[Uscita: 9/10/2012]
# Vivamente consigliato da DISTORSIONI
“It’s only rock’n’roll (but I like it)” cantavano tempo fa Jagger & Co. Non troverei modo più efficace per descrivere questo nuovo album di Ty Segall, il terzo del 2012 per la precisione, sebbene i due precedenti siano usciti con altre due delle differenti incarnazioni che di volta in volta assume il cantante e polistrumentista californiano il quale, dopo una militanza in diverse band di San Francisco, dal 2008 ha scelto la carriera solista. “Twins” arriva dopo “Hair”, uscito come Ty Segall and White Fence, e “Slaughterhouse”, uscito come Ty Segall Band. E' difficile, infatti, ingabbiare ‘Twins’ in un genere musicale definito. Diverso dalle due uscite precedenti, il nuovo album condensa, miscela e rielabora varie sonorità e, se il punto di partenza è il garage-punk di matrice sixties, il risultato finale sembra passato attraverso un caleidoscopio che di brano in brano crea simmetrie nuove filtrando e riflettendo in modo diverso la luce originale. In “Twins” c’è del garage, appunto, soprattutto quello tendente alla psichedelia, e l’impronta sixties è forte, ma ci sono frequenti sconfinamenti in atmosfere più pop e altrettanto frequenti incursioni in sonorità più taglienti. E la mente, per sua natura classificatoria, vaga continuamente, come inevitabilmente accade con lavori poliedrici come questo, alla ricerca di connessioni su vari fronti, o meglio di appigli che le consentano di posizionare i brani sullo scaffale giusto.
In alcuni pezzi, come They Told Me Too, non si può fare a meno di spostarsi verso lidi temporalmente lontani ma geograficamente vicini che prendono il nome di Jane’s Addiction (quelli dei primi due meravigliosi album), complice anche la voce di Ty Segall che evoca insistentemente quella di Perry Farrell. In altri brani come Love Fuzz, il richiamo è agli Stooges, nonostante il cantato di Ty Segall sia molto lontano da quello dell'Iguana. Ma Ty Segall con la voce sperimenta, modulandola a suo piacimento nei diversi momenti dell'album e, come se non bastasse, fa anche uso di backing vocals in alcuni brani, come in The Hill, a cui partecipa Brigid Dawson, cantante e tastierista di un'altra band di San Francisco, The Oh Sees. The Hill arriva dopo due pezzi al fulmicotone, Thank You for Sinners e You're the Doctor, accattivanti e ispirati, i migliori di “Twins”, che aprono l'album in media res, già al massimo dell'energia. Poi con The Hill, quarto brano dell'album, il registro cambia, le ritmiche si fanno più acide, volgendo appena appena verso il pop, il cantato è più arioso. Su brano successivo, Handglams, la mente corre immediatamente verso certe band grunge alla Soundgarden. La splendida ballata Gold on the Shore, seguita dall'altrettanto bella There Is No Tomorrow, chiudono questo lavoro, nel quale Ty Segall dà prova di grande camaleontismo e di grande abilità vocale e strumentale. L'ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno.
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