Sonar & David Torn Tranceportation Vol. 1
[Uscita: 29/11/2019]
Avevamo lasciato i Sonar un anno fa nell’immaginifico e magnifico vortice (“Vortex”, RareNoise, 2018) dei patterns e delle spirali avant-progressive e a volte anche un po’ Frippiane che sancivano l’incontro tra il quartetto svizzero e il talentuoso chitarrista americano d’avanguardia David Torn e li ritroviamo oggi a condurre, da par loro, una meravigliosa danza onirica e ipnotica, che, tenendo fede al calembour del titolo, tra(nce)sporta l’ascoltatore in mondi magnetici e seducenti. Ma dove nel precedente album, Torn, che avrebbe dovuto occuparsi solo della produzione, si era inserito quasi per caso come terzo chitarrista “aggiunto”, in questa nuova prova è invece un membro della band a tutti gli effetti, e, oseremmo dire, effetti speciali, vista la qualità indiscutibile di questo nuovo prodotto che vede il chitarrista americano improvvisare e svisare sulla trance estatica e surreale del resto della band. Il basso profondo e ossessivo di Christian Kuntner, nei quattro lunghi brani che compongono l’album, è presenza costante e ostinata al punto di donare, a volte, lontane parvenze di kraut rock, (e citiamo anche il metronomico, nonché fantasioso batterista Manuel Pasquinelli) come nei quattordici minuti, splendidamente estenuanti, di Labyrinth, se non nel sound degli indimenticati corrieri cosmici, certo nell’attitudine. Le due chitarre elettriche di Bernhard Wagner e Stephan Thelen (quest’ultimo leader della formazione e principale compositore con l’ausilio del resto del gruppo), fulcri inamovibili dell’ensemble, tessono invece trame sonore dove si intersecano, ricamano e cuciono il tappeto su cui si muove la solista di Torn che, spesso trattata da qualche congegno elettronico, entra in scena a volte contorta, altre più liquida ed onirica, (Red Sky) e altre ancora a volte lacerante e con accenti drammatici. Valore aggiunto è la registrazione dal vivo in studio che è sfociata in ottanta minuti di meraviglie sonore tra ripetizioni minimaliste, (Tunnel Drive), art rock, e, come suggerisce il titolo, di trance cristallina e sfavillante, di cui, in questo Vol. 1, ritroviamo soltanto la metà. Il secondo volume, previsto per maggio 2020, provenendo dalla stessa sessione live in studio promette altrettante meravigliose scintille.