Alice In Chains THE DEVIL PUT DINOSAURS HERE
[Uscita: 28/05/2013]
Ascoltare una band che ha fatto storia nei lontanissimi anni 90, crea ogni volta un filo di nostalgia. Ascoltare gli Alice in Chains, prodotto dell’entusiasmante ventata di novità denominata ‘grunge’ che a fine anni 80 arrivò dalla fertile Seattle (chi ha dimenticato i Nirvana, i Soundgarden, i Pearl Jam?), ricordare la loro storia, la loro musica, è una sensazione forte. Non si puo' evitare di tornare indietro con la mente ad un passato glorioso, anche quando si ascolta un nuovo album di una band come loro, rischiando così di snobbarlo o ignorarlo. Eppure in un certo senso questo è sbagliato, nel caso degli Alice parecchio sbagliato, perchè Jerry Cantrell e compagni sono andati avanti, dopo varie vicissitudini, la morte di Layne Staley su tutte. Quando un leader come lui viene a mancare, si sfalda tutto il senso dell'esistenza stessa di una grande band (hanno venduto più di 35 milioni di dischi gli Alice in Chains); ed è difficile sostituire una figura forte come era quella di Staley, se la figura in questione è anche il cantante della band, ancora più complicato. Si corre il rischio di essere odiati dai vecchi fan, di essere tacciati di cercare facili guadagni usando un nome che ha fatto storia, che al suo interno non ha più le anime che quella storia l’hanno resa possibile. Negli AIC sensazioni negative non ti sfiorano mai, neanche per un attimo. La dignità di Cantrell e compagni è forte, si percepisce. Si percepisce la voglia di fare ancora musica, una cerca musica, con certi valori e di sostanza. In "The Devil Put Dinosaurs Here” (uscito a fine maggio 2013) si avverte tutto questo. C'è la voglia di sfogarsi, di raccontare, di creare ancora musica come loro sanno fare. Un album ispirato, ispirato dallo loro storia, dai loro demoni, da chi ha contribuito a rendere grandi gli Alice in Chains, con i propri tormenti e la propria instabilità.
Lo spirito di Staley in "The Devil Put Dinosaurs Here” è presente, quasi si ha la sensazione di toccarlo. E’ lì con loro, in sala prove, nella scrittura dei testi e nel modo di svilupparli; e non è certo fatto di proposito. William DuVall però non è solo un sostituto alla voce, e i dodici brani che compongono il nuovo lavoro ne sono la testimonianza. Voce pulita certo, non quella dello Staley tossico e tormentato, ma anch’essa efficace e protagonista. "The Devil Put Dinosaurs Here” è un disco non facile da approcciare per chi non mastica il genere. Lunghi brani come Hung on Hook, Hollow o The Devil Put Dinosaurs Here, possono risultare pesanti e farraginosi, ma probabilmente sono proprio questi che segnano il trapasso da un grunge che poi grunge puro non è mai stato, ad uno sperimentalismo, o meglio un embrione di sperimentalismo, certamente un bisogno di discostarsi (non bruscamente) dal passato, in particolare per quel che riguarda le atmosfere. C'è di tutto nei 70 minuti, più o meno, di "The Devil Put Dinosaurs Here”. Ci sono ballad (vedi Chooke), ci sono momenti acustici (Scalpel), si sfiora quasi il pop (termine da prendere con le pinze quando si parla di certe band) inteso come facilità di approccio ad alcuni brani. Il background rimane quello del rock, dell'heavy metal, di sonorità aspre e ruvide. La bravura degli Alice sta nell’aver creato un disco moderno, che suona attuale, legato al modo di vedere la musica che artisti passati per anni importanti hanno nel DNA. Gli Alice In Chains sono ancora vivi e forti.
Chi cazzo sarebbe Stanley??? Paul Stanley??? Cristosanto, eri andato anche benino…
Gentile Drum (?),
si tratta evidentemente di una svista, facile da intuire per tutti i fans degli Alice in Chains, in quanto il riferimento era ovviamente a Layne Staley, co-fondatore e voce della band, prematuramente scomparso. E’ talmente lampante la natura della svista che francamente il tono eccessivo del tuo commento appare un po’ fuori luogo. In ogni caso, l’errore è stato corretto e ti ringraziamo per la segnalazione, invitandoti magari la prossima volta a usare parole meno accese, visto che – come tu stesso rilevi – il valore complessivo dell’articolo non merita tanto accanimento su un singolo episodio.
Rossana Morriello
Sempre il solito accanimento all’italiana (drum)…
per chi ha voglia di rievocare gli ultimi anni della musica rock migliore,
quando ancora si acquistava un disco al mese, il piacere di vedere e toccare le
copertine…insomma quando si respirava ancora la musica..
Oggi purtoppo rimane ben poco..
The Devil Put Dinosaurs Here, è semplicemente un disco che si può ascoltare, niente di ecclatante, piacevole, il voto mi sembra anche opportuno per i trentenni come me, che ascoltando roba del genere ricordano momenti molto belli. Speriamo che la musica venga lasciata in pace dal business e ritorni ad essere movimento culturale come lo era fino a venti anni fa ..
Bella recensione comunque.
grazie per le belle parole Marco!
p.w.boffoli
dir.edit.art.distorsioni
Ma basta…. gli Alice in Chains sono morti il 5 aprile del 2002. Il resto non conta nulla