The Chills SILVER BULLETS
[Uscita: 30/10/2015]
Nuova Zelanda #consigliatodadistorsioni
A distanza di quasi vent’anni dal loro ultimo album, “Sunburnt” del 1996, e a un quarto di secolo dal capolavoro “Submarine Bells”, torna a rifulgere nel firmamento rock l’astro dei valorosi Chills, alias Martin Phillips, ormai. Lasciati per la via collaboratori e membri delle precedenti incarnazioni della band neozelandese (Peter Gutteridge, Alan Haig, Dave Kilgour etc…), e dopo un interminabile periodo di cosmica depressione, l’elfo di Dunedin, Martin Phillips, rispolvera il marchio augusto di una delle migliori formazioni di alt-rock degli anni Ottanta-Novanta. Un ritorno di eccellente fattura rappresentato da questo “Silver Bullets”, per i tipi della Fire Records, denso di atmosfere creativamente pregnanti, sonorità fresche e convincenti, sinuose melodie e voce ottimamente intonata.
Sin da Warm Waveform, l’album si snoda attraverso sentieri di gradevolezza sonora di notevole livello, con puntate nel miglior luogo d’incontro tra folk e rock- wave , come ad esempio nella title-track Silver Bullets, un virtuoso incastro tra chitarra, tastiere e voce. Splendida traccia intrisa di superbe melodie pop-rock è certamente Underwater Wasteland, uno degli episodi più rimarchevoli del disco, mentre, irriverente e colma di spumosa ironia è America Says Hello.
L’episodio musicalmente più ambizioso dell’intero lavoro è però emblematizzato dalla sontuosa Pyramid/When The Poor Can Reach The Mood, otto minuti di variazioni sul tema “Dunedine-wave”, con significative escursioni nella migliore psichedelia: chitarre in distorsione, tastiere languidamente svisate, robusta sezione ritmica, voce profonda e ispirata. Il ritmo incalzante di Aurora Corona e I Can’t Help You , l’epica distesa melodica inneggiante a ballate folk d’altri tempi di Tomboy, e la conclusiva e scoppiettante Molten Gold, suggellano un ritorno di ottimo livello sotto l’augusta egida dei Chills del prode Martin Phillips.
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