Spain SARGENT PLACE
[Uscita: 28/02/2014]
# Consigliato da Distorsioni
L’ascolto del precedente lavoro degli Spain, il gruppo capitanato dal cantante e bassista Josh Haden, “The morning becomes eclectic sessions”, una valida raccolta di classici del gruppo incisi live presso una stazione radio, ci aveva fatto desiderare l’uscita di un nuovo disco in breve tempo. Il gruppo, che si è preso una lunga pausa all’inizio del decennio, non si è fatto desiderare troppo, ed ecco arrivare “Sargent place”. La ricetta è delle più classiche: ballate o blues, la voce calda di Haden accompagnata da organo Hammond e chitarre strazianti. Dieci belle canzoni, per un rock che più classico non si può. Love at first sight, come dice il titolo, è una ballata soul soffice e intimista, The fighter, lenta e ammaliante, ha un ritmo da canzone romantica degli anni ’50. From the dust è un blues strappacuore in piena regola. Sunday morning, il vertice artistico del disco, non è una cover dei Velvet Underground, ma un bluesaccio sporco e tirato, sottolineato da tastiere ossessive. Ci ricorda l’ultimo Bill Callahan, fatta salva la voce totalmente diversa. Le chitarre, suonate da Daniel Brummel distorte o pulite, hanno un ruolo molto importante nel disco, chiudendo spesso i brani con a solo vecchio stile (è un complimento).
To be a man è una ballata acustica suonata in punta di dita, solo voce e chitarra nell’intro, poi piano piano entrano gli altri strumenti senza disturbare. In You and I si verifica l’incontro col padre di Josh, il grandissimo contrabbassista Charlie: è solo la seconda volta in cui i due suonano insieme. Però la canzone non è la più riuscita del disco, melodia e testo sono troppo semplici e ripetitivi. Come già abbiamo scritto in occasione del disco precedente del gruppo di Josh Haden si tratta di musica che non offre nessuna concessione alle mode e ai parametri commerciali dominanti, né tantomeno al gusto della ricerca. Gli Spain vogliono solo scrivere belle canzoni, nel solco di quella tradizione afroamericana che non morirà mai. Anche per il più avventuroso degli avanguardisti però un disco così rimane una boccata d’aria fresca: date una chance agli Spain e vi regaleranno una quarantina di minuti magici, lontani dal logorio della metropoli, calati in una prateria assolata o in una capanna del delta del Mississipi.
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