Fairport Convention MYTHS AND HEROES
[Uscita: 02/03/2015]
Inghilterra
Abbiamo conosciuto i Fairport Convention nei profondi e fecondi anni ‘70, nel momento di massimo fulgore del folk revival britannico, quando la meravigliosa quanto sfortunata Sandy Denny, che ci lasciò nel 1978 per un banale incidente domestico, comunque, aveva già abbandonato il gruppo per costituire un altro caposaldo del folk-rock di allora, i Fotheringay. Nella line-up era ancora presente Richard Thompson, con le sue inconfondibili chitarra e voce, e faceva le sue prime apparizioni il funambolico violinista Dave Swarbrick. Canzoni come Matty Groves, Who Knows Where The Time Goes, Poor Will And The Jolly Hangman, Sloth, Crazy Man Michael, la superlativa Rosie e via citando sono tuttora pietre miliari e tuttora suscitano commozione e/o esaltazione all’ascolto. Quello che distingueva i Fairport Convention, oltre all’ondivaga formazione, era la capacità di mescolare danze e ballate della tradizione folklorica anglosassone, recuperate personalmente dai membri della band, a “originals” di straordinaria potenza musicale ed evocativa. Sicuramente il periodo sopra citato fu quello di maggior creatività che la band abbia conosciuto, al quale, complice il calo di interesse intorno al folk-rock, seguì un lungo iato, punteggiato dalle esibizioni annuali a Cropredy, luogo in cui viveva il bassista Dave Pegg e da occasionali riunioni per concerti vari. In effetti il gruppo non cessò mai di esistere, anche in virtù dei rapporti amichevoli di lunghissima data tra i membri, divenuti nel tempo piuttosto numerosi. Un nucleo stabile di musicisti si riformò a partire dalla fine degli anni ’80, comprendendo il veterano chitarrista e vocalist Simon Nicol, il bassista e mandolinista Dave Pegg e il violinista Ric Sanders.
Per qualche tempo il gruppo portò in giro una formazione acustica, poi, con l’aggiunta di Gerry Conway alla batteria e di Chris Leslie al violino, mandolino, bouzouki e voce l’attività riprese in modo sistematico, anche grazie alla vena compositiva dell’ultimo arrivato. Con l’album di cui ci occupiamo sono ormai otto le uscite da ascrivere a quest’ultima incarnazione dei Fairport Convention, che evidentemente hanno trovato nuova energia nonostante gli anni passino inevitabilmente anche per loro. Cosa dire, dunque, di “Myths And Heroes”, la cui copertina riproduce sfacciatamente quella del glorioso disco in studio del 1970 “Full House”? Artisti con un simile passato inevitabilmente si espongono al rischio del confronto. In questo caso questo è impietoso, nonostante la presenza dei blasonatissimi Nicol e Pegg (presente quasi solo nei cori a causa di una tendinite che gli ha impedito di suonare Il basso, al quale l’ha sostituito il figlio Matt), il lavoro compositivo ricade quasi del tutto su Chris Leslie, la cui pur buona vena non raggiunge quella geniale dei predecessori. Non mancano i momenti più tradizionali, alcuni strumentali come The Gallivant, una polka saltellante, e The Fylde Mountaintime, piena di mandolini duellanti, e forse sono quelli i momenti migliori del disco, in cui i vecchi ragazzi filano con il vento in poppa. A nostro parere il pezzo migliore in assoluto è la ballata Clear Water, non a caso scritta dal leggendario Ralph McTell. Menzione d’onore anche per l’altra ballatona John Condon, dolorosa storia del più giovane fantaccino britannico ucciso nelle trincee delle Ardenne. Certo, un disco dignitoso, ovviamente suonato e cantato con classe ancora cristallina, ma è difficile che il materiale in esso contenuto sostituisca nelle nostre orecchie e, soprattutto, nei nostri cuori, le meraviglie di quarant’anni fa.
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