Guy Clark MY FAVORITE PICTURE OF YOU
[Uscita: 23/07/2013]
# CONSIGLIATO DA DISTORSIONI
Dietro ogni disco si nasconde una storia. Oppure un’ ispirazione, qualcosa che ha fatto scattare al suo autore la molla, che gli ha dato la forza per dare vita alla sua creatura. Almeno a noi piace pensarla ed immaginarla così. E pensando a quello che sta dietro alla nascita di questo drammatico "My favorite picture of you" del 71enne texano Guy Clark siamo quasi alle lacrime, alla commozione pura. Un personaggio schivo Guy, sempre fuori dalle logiche del grande circuito musicale e outsider in eterno, ha rappresentato con altri valorosi artisti come Terry Allen, Michael Newbury quell'ala di songwriter gravitante in Texas che 40 anni fa ebbe una discreto eco anche qui in Europa. Guy Clark ha comunque sempre ammesso che è stato il grandissimo e compianto Townes Van Zandt la sua massima fonte di ispirazione.
Clark al di là dell'età anagrafica è sempre stato parco nelle sue incisioni, circa una quindicina, davvero poche considerato che il suo primo, e migliore, disco, "Old N°1", risale al 1975. "My favorite picture of you" si può tranquillamente considerare la sua opera migliore da quel disco e dal seguente "Texas Cookin" (1976), questo è un disco di una bellezza e candore unico, 100% 'deep from the heart'. 40 anni passati con la compagna di una vita, Susanna Clark, pure lei cantautrice e pianista che un cancro ha strappato alla vita a 73 primavere esattamente un anno fa. Una perdita incalcolabile per Guy, un dolore immenso ma pure una spinta, una forza tremenda per comporre queste 11 intense ballate dal sapore agrodolce e spesso malinconico. Un disco completamente autobiografico come tiene a sottolineare il suo autore, che ammette "mi sono preso anche qualche licenza poetica, non è tutto vero parola per parola". La copertina con quella foto della moglie tenuta in bella vista dice tutto dell'immenso amore per la dolce compagna che non c'è più, un sodalizio sentimentale ancora prima che artistico. Una foto che, dice Clark "è sempre stata appesa al muro di casa, fin dai tardi anni settanta, proprio perché l'ho sempre considerato il più bel ritratto di lei". My favorite picture of you , la canzone è stata ispirata da una visita a sorpresa di Susanna che uscì sbattendo la porta dopo aver trovato il marito con Townes Van Zandt completamente ubriachi. E non era certo la prima volta, i due erano inseparabili compagni di bevute anche se Guy ammette che certe storie in Texas spesso sono esagerate ed amplificate. L'apertura di Cornmeal Waltz è dedicata a quelle comunità di giovani del Texas che avevano come unico divertimento quello di andare a ballare in quelle dance halls di periferia. Drammatica la storia, finita malissimo, dietro a El Coyote, un racconto di 18 poveri immigrati messicani che dietro promessa di attraversamento di confine, avevano dato i risparmi della loro vita in cambio di un futuro migliore, dall'altra parte della frontiera, in quella a stelle e strisce.
Ancora più angosciosa Heroes che parla di giovani del Middle East che si vantano di aver partecipato a tutti i conflitti, dalla seconda guerra mondiale in avanti, inclusi quindi Iraq ed Afghanistan, del "glorioso" esercito imperialista statunitense, finendo in conclusione per uccidere e rovinare le loro stesse vite. Impeccabili e nel suo tipico stile sono Rain in Durango, e le delicate Good advice, Waltzing fool, e soprattutto Hell bent on the highway tutte arricchite dagli splendidi controcanti femminili di Morgane Stapleton. Ma in generale queste undici mirabili composizioni mostrano un Clark rinato, mai negli ultimi tempi la sua voce era stata così brillante, molto vicina a quella degli anni settanta con una produzione, di Chris Latham, davvero impeccabile. Merito di questo sono stati gli insorgenti problemi di salute, comprese delle aritmie cardiache, che lo hanno costretto ad abbandonare prima l'amata bottiglia di Jack Daniel's (non beve da almeno 5 anni ndr.) ed in seguito pure sigarette e caffè. Negli Stati Uniti il disco ha già ottenuto vasti consensi tant’è che è risultato quello con il maggior numero di copie vendute dell'intera carriera del texano, limitatamente al solo periodo susseguente all'uscita. E così Guy Clark dimostra ed insegna alle nuove generazioni che la classe non è acqua e si può essere ancora grandi e realizzare un disco di questo livello anche a 70 anni passati, lo stesso Bob Dylan ce lo ricorda, che Dio o chi per lui ci preservi quest'uomo.
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