New Order MUSIC COMPLETE
[Uscita: 25/09/2015]
Inghilterra
Sono tornati i New Order e diciamolo subito per mettere le cose in chiaro, lo hanno fatto con un gran disco. Era dal 2005 con l’uscita di "Waiting For The Sirens' Call" che i mancuniani non entravano in studio, dopo la fuoriuscita di Peter Hook e le successive controversie legali, l’uscita dal gruppo di Gillian Gilbert a causa di un cancro al seno ed ora rientrata nella band (mancava dal 2001), e Bernard Sumner intento in side projects di scarso riscontro ma ottimo livello come i Bad Lieutenant e dalla stesura dell'autobiografia "Chapter and Verse”.
Questi dieci anni di attività sono stati oggetto di ristampe e antologie di dubbia utilità, ma a far terminare il periodo di inattività è stata la malattia dell'amico di lunga data della band, Michael H. Shamberg, noto per essere l’autore del video di True Fait. Una serie di concerti è stata infatti organizzata per raccogliere fondi per le cure del videomaker, che però, purtroppo, alla fine non ce l'ha fatta. Ed ora ecco che i nostri danno alle stampe questo lavoro, pieno zeppo di ospiti dove si va da Iggy Pop che recita il testo di Stray dog (il pezzo più in “stile” Joy Division del disco) a Elly Jackson dei La Roux (che molto sicuramente devono ai New Order per le loro sonorità) in Plastic a Brandon Flowers dei Killers che presta la sua estrema vena pop a Superheated.
Il tutto condito qua e là dalla collaborazione con il Chemical Brothers Tom Rowlands in fase di produzione, che inserisce una marcia in più sul piano della dance elettronica a brani quali Singularity e la travolgente Unlearn This Hatred. E c’è pure lo spazio per una cameo italiano in stile lover da parte di Giacomo Cavagna nel brano di morodiana memoria Tutti Frutti. Questo nuovo disco della band ci restituisce un gruppo in piena forma, forse non prodigo di novità ma sempre sorprendentemente in grado di riproporre un suono che ha attraversato oltre tre decenni, riuscendo a rimanere fresco pur restando uguale a se stesso anche nel look e a produrre un lavoro in perfetto equilibrio tra passato e presente, tra le chitarre sinuose e i synth, con Tom Chapman a non far rimpiangere Hook.
I dodici brani del disco scorrono via che è un piacere, mantenendo solida l’impressione di un lavoro omogeneo basato su solide fondamenta elettroniche su cui iniettare basi funk (People on the high line) o acustiche inquietudini (Nothing but a fool).
Non è l’emblema della novità dell’anno ma è sicuramente un ottimo disco per gli amanti del genere e non necessariamente una operazione nostalgia, anzi l’occasione per avvicinarsi -per le nuove generazioni- ad un gruppo che ha rappresentato e continua a rappresentare, un punto di riferimento per molte bands.
Corretta l’analisi song-to-song, ma secondo me questo album merita un 6 pieno alla carriera: l’avesse fatto un altro gruppo, l’avrei stroncato con un bel 5 (o forse un 4).
A mio parere i New Order, come tanti altri artisti di quel periodo, funzionano meglio separati che insieme (vedi le pregevoli collaborazioni recenti di Peter Hook con altri artisti/progetti musicali).
Capisco l’effetto “nostalgia” che questo disco possa portare, però onestamente siamo lontani anni luce dai fasti dei New Order.
Per me l’ultimo album buono resta “Get Ready” che apriva una strada nuova a tanti gruppi “indie”.
“Waiting For The Sirens’ Call” e il gemello “Lost Sirens” già non funzionavano.
Bruttini anche gli show del 2011 per me, non tanto per le scalette, quanto per le versioni suonate dei grandi classici.
PS: a livello di produzione i dischi dei Monaco di Peter Hook suonano ancora oggi 10 anni avanti questo disco dei NO.