The Coral MOVE THROUGH THE DAWN
[Uscita: 10/08/2018]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Non sono poi tante le band che, in 20 anni di carriera, hanno saputo attraversare l’ampio spettro dell’indie rock con tutti i suoi umori stagionali, uscirne pulite e comunque credibili. I Coral sono senz’altro tra queste. E se questo nono LP di studio è ruffiano, accattivante, ammiccante, è anche l’ulteriore dimostrazione che i ragazzi del Merseyside non hanno smarrito quel talento tutto britannico per un pop rock pregiato, per la melodia che non manca mai di ritmo, per la chitarra che ancora può essere strumento guida. La strada questa volta è assolata e sorridente, all’opposto di quanto accadeva nello spigoloso e ostinatamente acido “Distance Inbetween” (grande album, sia chiaro), recuperando piuttosto quanto portato a compimento in “Butterfly House”, seppur in tono minore, gettando un ponte tra il roots rock ed il brit pop, sforzandosi di trovare possibili mediazioni tra Mumford And Sons e Oasis.
E lungo questa strada, la “canzone” con strofa e ritornello è la forma musicale preferita. I cori sono leggeri, pop (She's A Runaway è uno dei motivi più facili della loro carriera, e quest’album ne allinea diversi) ma la precisione è millimetrica. Ora tintinnano come la E-Street Band più commerciale, ora recuperano il primo power pop di Alex Chilton, Jeff Lynne (leggasi anche Electric Light Orchestra), Lindsay Buckingam, tutti tradotti per le chitarre prominenti dei Dream Syndicate e per il jingle-jangle dolceamaro dei R.E.M. La produzione è funzionale, leggera, essenziale, ma sempre presente. Album piacevolissimo, di una band che è garanzia di un prodotto di qualità. Senza sussulti in cuffia nè palpitazioni inaspettate. Ma, come si dice… avercene.
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