Melody’s Echo Chamber MELODY’S ECHO CHAMBER
[Uscita: 5/11/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Melody’s Echo Chamber è la creatura della pluristrumentista parigina Melody Prochet, già membro della band pop My Bee’s Garden; fan dei Tame Impala alla fine di un loro concerto si fermò a parlare con il loro leader Kevin Parker, il quale, affascinato dall’avvenente fanciulla invitò la sua band ad accompagnarli in alcune date del loro tour europeo del 2010. Galeotto fu il tour e così, ormai divenuti coppia, Melody chiese l’aiuto di Parker perché «stanca di scrivere canzoni con begli accordi e arpeggi». Adesso per questo debutto solista della Prochet Kevin Parker produce e mixa il tutto; la francesina ha infatti seguito il nostro nella sua terra e ha registrato buona parte dell’album a Perth, il resto nella casa dei nonni nel Sud della Francia. Cosa ci si aspetta da una giovane songwriter francese? Voce dolce, dalla sensualità elegante e irresistibile, grazia sbarazzina e leggero snobismo. Ebbene Melody risponde perfettamente a questi requisiti e di questo non possiamo che esserle grati, ma questo album di debutto non è affatto l’opera fragile, melodiosamente romantica, delicata che a questo punto sarebbe stato lecito aspettarsi, colonna sonora ideale per un romantico week end sulle rive della Senna. Gli arrangiamenti che Parker ha creato in fase di produzione infatti invece di assecondare il lato più dream pop delle canzoni lo sconvolgono con distorsioni, riverberi, effetti elettronici, una ritmica pulsante e ipnotica, rumorismo, assecondando così il desiderio di Melody di intraprendere nuove strade.
Il disco vive così dell’incontro artistico, oltre che sentimentale, fra due musicisti di estrazione molto diversa, avrebbe potuto essere il caos e il fallimento e invece ci troviamo davanti a un miracolo di improbabile equilibrio. La raffinatezza intellettuale fra jazz e musica colta degli Stereolab, la sensualità pop di Gainsbourg, le atmosfere dream pop alla Broadcast portate da Melody e la psichedelia retro, lo space rock, l’elettronica, le distorsioni e i rumori di Parker danno vita a un album che vive e bene delle sue apparenti contraddizioni: sogno e incubo, luce e ombra, serenità e tumulto, arpeggi e distorsioni, morbidezza e ruvidezza. L’iniziale I Follow You ha ritmi sognanti e voce adolescenziale, riff ipnotici della chitarra che si distorce nel finale; esplode in un finale di stampo kraut la successiva Crystallized; sono delle percussioni giocattolo a dare il ritmo a You Won’t Be Missing That Part Of Me, mentre i synth volano nello spazio; Bisou Magique sensuale come Jane Birkin, con chitarre distorte psichedeliche nel finale, mentre la voce viene sempre più lentamente sovrastata dagli strumenti; Quand Vas Tu Rentrer? bossa nova, ma piano ed effetti elettronici la rendono incalzante e ipnotica; lo strumentale Is That What You Said, trionfo dei suoni fuzz; Snowcapped Andes Crash è un cupo racconto di cannibalismo, mentre la bizzarra Be Proud Of Your Kids conclude questo più che apprezzabile lavoro.
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