Rudresh Mahanthappa GAMAK
[Uscita: 18/02/2013]
Il secondo album di Rudresh Mahanthappa per l'etichetta tedesca ACT Music è la felice e riuscita espressione di un messaggio che dal jazz spazia verso orizzonti sonori planetari. Il sassofonista di origini indiane (ma nato in Italia, a Trieste, nel 1971), da tempo ha eletto New York quale sua base "domestica" dove smuove la scena con un linguaggio coraggioso, sapientemente ibridato, ma senza ricorrere alle consuete e facili contaminazioni. Dopo aver condotto gli studi alla Berklee School con il maestro Kadri Gopalnath, esponente della 'Carnatic Music", Mahanthappa ha saputo esprimere in tutte le sue declinazioni il rapporto tra l'improvvisazione e la musica indiana, sia come leader, sia in progetti diversificati (in duo o in quartetto, con il pianista emergente indo/americano Vijay Iyer o con il chitarrista David Gilmore, con il tablista Rez Abassi nel gruppo Indo-Pak Coalition, tra gli altri). Il quartetto che Mahanthappa ha riunito per 'Gamak" è un ritorno ad una formula 'pianoless", con la chitarra elettrica di David “Fuze” Fiuczynski e la sezione ritmica composta dal bassista François Moutin e dal batterista Dan Weis.
In undici tracce (tutte firmate dal leader) e registrate a New York nell'aprile 2012, l'approccio al jazz è una continua, fluviale eruzione lavica. Senza forzare (facili) paragoni, il sax alto di Rudresh si accosta al suono di Charlie Parker specchiato nel free di Ornette Coleman, spingendosi ad esplorare territori aperti dove incontra a tappe successive le tradizioni indiane, il progressive-rock, l'heavy-metal, l'ambient, il country, il folk irlandese, la musica cinese e africana, quasi a sancire l'enorme attualità della 'necessità" di una musica che sappia parlare a tutti il linguaggio della contemporaneità con l'innovazione dei suoni. Dall'ascolto dei brani abbiamo tratto sensazioni felicemente contrastate (in Waiting Is Forbidden, Lots Of Interest e Copernicus - 19), intervallate da sequenze più accese nei colori o nei toni (in Abhogi, Wrathful Wisdom, o nel conclusivo e mutilo Majesty Of The Blues).
Altre sequenze punteggiate da andate e ritorni nella fluviale esposizione di Mahanthappa, ben appoggiata alla trama del basso acustico di Moutin (nei brevi Stay I e F ) o alla scansione regolare mai debordante di Weiss ai drums che si esalta in Ballad For Troubled Times ; magistrale il legame strumentale nei brani dagli accenti più bluesy come Are There Clouds In India?; la chitarra di “Fuze” Fiuczynski è sempre efficace nel coprire gli spazi aperti dai sideman o con gli echi puntiformi, specie in We'll Make Moore. Un album omogeneo, ben congegnato nella sua esplorazione della 'gamaka" (ornamento melodico del Sud dell'India, di qui il titolo 'Gamak"), dove Rudresh Mahanthappa dimostra quella caratura artistica che lo ha portato ad essere eletto nel 2012 quale miglior altosassofonista nel 'Critics Poll" della rivista 'Down Beat".
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