Chris Watson EL TREN FANTASMA
[Uscita: 9/11/2011]
Anche le imponenti opere di ingegneria finiscono prima o poi per disgregarsi. Ne è una prova la grande linea ferroviaria della “Nacionales Ferrocarriles de Mexico” che collegava Los Mochis a Veracruz , tagliando il Messico da nord-ovest a sud-est, dalla costa dell’oceano Pacifico a quella dell’oceano Atlantico, lungo territori sconfinati, grandi canyon, deserti, foreste, stazioni, città. "El Tren Fantasma" è il diario sonoro di una delle ultime corse della “Nacionales Ferrocarriles”, realizzato una decina di anni fa da Chris Watson, field recorder di prima grandezza (“Wheater Report”, 2003) e co-fondatore, nei primi anni ’70, dello sperimentalismo dadaista dei Cabaret Voltaire. Chris Watson ci regala uno straordinario documento, assemblando numerosi frammenti di quelle registrazioni, ognuna della quali descrive un paesaggio sonoro di un mondo costantemente in movimento. Questo mondo acustico è generato dalla materia che vibra, effetto dell’impatto di masse che urtano tra loro: ruote che rotolano sui binari, transiti violenti delle locomotive sugli scambi, stridii delle ganasce, agganci chiassosi dei vagoni, ma è generato anche dalla materia perennemente in oscillazione, il fruscio degli insetti, il frinire dei grilli, il rumore della masse d’aria in movimento, il ronzio delle mosche, i versi degli animali.
"El Tren Fantasma" è il viaggio di un uomo all’interno di una natura sonora inesauribile. Non vi è differenza qualitativa tra il rumore prodotto dai treni in movimento ed il frinire delle cicale, poiché sono espressioni diverse di una medesima realtà sonora, che Chris Watson cerca di riprodurre in tutta la sua profondità e concretezza. "El Tren Fantasma" è anche la storia di opere grandiose che prima o poi decadono in rovina. La “Nacionales Ferrocarriles de Mexico” venne infatti dismessa e liquidata verso la fine degli anni ‘90. Non è pertanto un caso che nei dieci brani dell’album non si avverta quasi mai la presenza dell’uomo e che quelle poche voci che si percepiscono appaiano come echi di un mondo umano lontano ed abbandonato, appunto “fantasma”. E’ questa stranezza che rende affascinante l’album, cioè il paradosso di un mondo sonoro completamente materiale che tuttavia acquista senso solo all’interno di una soggettività fatta di memoria e percezioni, senza le quali queste vibrazioni meccaniche resterebbero puri spettri privi di vita. "El Tren Fantasma” è un lavoro dalla forza evocativa davvero impressionante. Un album assolutamente da ascoltare.