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15 Dicembre 2016 ,

Jet Set Roger LOVECRAFT NEL POLESINE

2016 - Snowdonia
[Uscita: 2/12/2016]

#consigliatodadistorsioni

 

In piena filosofia Snowdonia questo disco di Jet Set Roger ci racconta in ogni dettaglio lo stupore del viaggio. Non ci si stacca mai dalla necessità comunicativa e pedagogica della musica che diventa funzionale ad un racconto emozionale e fantasioso che procede per associazioni. Parole e immagini, sogni e visioni, suggestioni e descrizioni, disincanto e profondità, ironia e leggerezza con venature di malinconica decadenza in un’indagine esistenziale sempre lucida. E allora il tempo spazio può anche essere ribaltato con estrema disinvoltura e il situazionismo può condurre alla stessa lezione, sia che si sogni di un ideale viaggio di H.P. Lovecraft o che si fotografino le inquietudini di un presente ancorato nell’intimo dei pensieri di ciascuno, di tutti i poeti silenti persi nelle nebbie dei dubbi quotidiani così come in quelle molto scenografiche del Polesine.

Roger Rossini, alias Jet Set Roger, musicista bresciano di origini inglesi, in questo concept album a fumetti ci aiuta a snocciolare le sfaccettature della vita imbastendone un’ideale colonna sonora. Lo affiancano collaboratori eccellenti come Andy Rourke (The Smiths), Marco Pirroni (Adam & the Ants, Sinead O’Connor) e Giorgia Poli (Scisma). L’idea dei dodici pezzi prende spunto da un carteggio, detto di Montecatini, dal luogo del ritrovamento fortuito del probabile falso, pubblicato nel 2005 dalla rivista “I Meridiani”; alcune lettere che lo scrittore di Providence avrebbe spedito ad un amico in un presunto viaggio fatto nel 1926 in Italia. Una storia inverosimile almeno quanto JSROGER-foto-di-LauraStramacchia-01la poetica e l’estetica visionaria e onirica di Lovecraft e dei suoi racconti fanta orrorifici. Il package è corredato da una altrettanto intrigante e iperbolica storia illustrata in un volume di Aleksandar Zograf, fumettista serbo di fama mondiale, che usando un evocativo bianco e nero ci riporta alle suggestioni bizzarre e al fascino gotico del pulp magazine Weird Tales. Dunque H.P., l’anima solitaria e tormentata dallo stile marcatamente dandy, vaga suo malgrado per la provincia di Rovigo insieme a un gruppo di ragazzi incontrati per caso che lo iniziano a dei culti sotterranei. Il sensazionale scaturisce da una situazione di anonima ordinarietà. Laddove tutto scorre nel grigio torpore di una realtà sonnolenta, assuefatta alla ripetitività e al marginale, arriva il colpo di scena che rompe la routine. Basta poco per osservare tutto sotto altra luce o, per meglio dire, gettarvi sopra le intriganti foschie del mistero. Basta la fantasia, l’illusione, la voglia di respingere l’apatia del consueto. Nel fondo delle nostre solitudini possiamo diventare spiriti lovecraftiani, poetici, avventurieri, folgorati dal fascino della scoperta, dal lato nascosto delle cose che si rivelano solo dopo una giusta osservazione.

Jet Set Roger mette insieme una serie di ballad crepuscolari, intessute di arrangiamenti raffinatissimi che si irradiano ogni volta come assortimenti diversi di colori e sfumature. Dal boogie da saloon di Un Fortuito Incontro, alla romantica introspezione di La Fine del Viaggio. Piacevoli ritmi melodici, Qualcosa di Importante, La fine del Viaggio o evasioni romantiche, Sonia e Grand Tour, languide nostalgie, La Ricorrenza, Che Cosa è Stato. Sembra di essere proiettati in un folk country della sospensione in cui l’ineffabile diventa anche motivo di scherno e sottile ironia. Viene da pensare ad un “Jesus Let me Down” di Slim Cessna’s Auto Club adattato ad una sensibilità più soft e mediterranea, ma la voglia di irridere e magnificare la vita è forse la medesima.  Il messaggio è fin troppo chiaro e categorico: usare il potenziale umano per abbattere la noia. 

 

Voto: 7/10
Romina Baldoni

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