i Rudi FUORI TEMPO MASSIMO
[Uscita: 15/02/2019]
Come nella migliore tradizione mod, quella proposta da i Rudi è una miscela di classico e contemporaneo che funziona come poche altre. Il power-trio milanese esce con il secondo lavoro discografico, “Fuori Tempo Massimo”, confermando quanto di buono si era detto di loro al momento dell’esordio con “Nient’altro che Routine”. Dieci tracce che passano in rassegna tutto il vasto spettro della mod-culture musicale: dal garage al beat, tutto condito con una gradevolissima salsa brit che, curiosamente, ben si sposa con le liriche in italiano.
La prima cosa che salta all’orecchio è la peculiarità della band: niente chitarra. Una rinuncia fatta propria nell’ultimo periodo da una delle massime espressioni della cultura modernista, Fay Hallam, e i Rudi confermano come si possa far a meno delle sei corde se si sa come muoversi. Tutto il groove ruota attorno alle tastiere di Gabriele Bernardi, attorno alle quali si avvolge la sezione ritmica di Stefano Di Niglio e Silvio Bernardi e le immancabili armonizzazioni vocali tanto care, per esempio, al britpop.
Il sound dei tre gravita attorno alle preziose lezioni impartite dai maestri del genere: gli amati Who, i Jam (e l’eredità “welleriana” in genere, epurata però dalla dipendenza da chitarra), gli Small Faces, il 60’s garage. Nel calderone dei Rudi finisce parecchio garage e altrettanto soul: particolarmente pregevole il gusto pop che i tre propongono in Mediocrità (uno dei momenti meglio riusciti di un disco nel complesso molto buono) e Calmi, così come interessante è l’incipit del disco, C60. Suoni e temi prettamente mod si ascoltano anche ne Il Vero Me (troppo facile pensare che l’ispirazione sia The Real Me degli Who) e nella conclusiva title track, altro episodio che spicca all’interno dell’opera per il suo testo critico nei confronti del mainstream musicale e sociale contemporaneo. Incedere travolgente, scanzonato e danzereccio si ritrova anche nelle fasi centrali del disco: Non Riderai ed Ego Trip sono brani che funzionano nella loro costruzione ritmica e armonica. Applausi strappa anche il tema strumentale hammond beat di Tutto Iniziò, citazione dello stile e del sound di Booker-T e dei suoi MG’s. Ai 9 brani inediti si aggiunge, infine, Disperata, divertente e ben riuscito arrangiamento power-pop in italiano della classica Lost Woman degli Yardbirds, con tanto di armonica alla Keith Relf. Questo “Fuori Tempo Massimo” è un album, fresco, allegro, mod in tutto e per tutto. Una piacevole conferma da parte del trio milanese, che sa essere incisivo e accattivante pur mantenendosi a debita distanza da “ciò che va di moda”.
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