Klippa Kloppa EL PAIS ENCANTADO
[Uscita: 01/12/2013]
# Consigliato da Distorsioni
Con le magiche note di Klippa Kloppa si precipita sempre dentro un mondo incantato fatto di colori scintillanti e sfumature impercettibili, una dimensione onirica e ovattata che anestetizza i sensi. “El Pais Encantado” è una fiaba elegiaca di sublime bellezza. Un viaggio immaginario che ci proietta dentro un quadro naif (eloquente l’artwork di Imma Zarrella nda) in cui cromatismo e lirismo si fondono, si amalgamano, distendono lungo il paesaggio un velo serico e impalpabile di nostalgia e reminescenza. I quattro componenti: Prete Criminale, Draghen, Capos e Nah Gah (da Caserta) riescono ad imbastire delle composizioni magistrali con una strumentazione ampia, quasi orchestrale, supportata da chitarra classica, chitarra acustica, chitarra elettrica, basso, contrabbasso, batteria acustica, batteria elettronica, tastiere, pianoforte, xilofono, vibrafono, flauti vari, violoncello, trombone e tuba (campionati), percussioni di svariato tipo. Non vi è interferenza di alcun ausilio digitale. Gli arrangiamenti sono curatissimi ma mai pomposi. Tutto è armonia, equilibrio, languida diluizione giocata sui mezzi toni. Le atmosfere sono sospese tra evocazioni orientaleggianti che guardano al Sol Levante (Giacomina Piedequadro sembra una intro distorta ad una rappresentazione Kabuki) e all’epica moresca del romanzo bucolico e pastorale. Le dieci tracce, tutte interamente strumentali, sono episodi di un unico concept narrativo. La sperimentazione si muove verso un’orecchiabilità fatta di melodie stratificate e libere progressioni che sembrano affidarsi a suggestioni emotive, a flussi intermittenti del pensiero. Un romanticismo che indaga tra le fragili pieghe dell’anima partendo dalla magia della contemplazione. El matrimuenho de las vuelpes è una ballata sommessa ed eterea introdotta da un gioco di fiati che diventano via via più scarni. Fable un’ode con percussioni cristalline che dilaga in uno spettro armonico vastissimo e sfumato di arpeggi e contrappunti. Bubungos richiama sia ritmi andini che da madrigale medievale nel breve ciclo del suo minuto e mezzo. A Tiny Parade restituisce l’incanto lisergico del più completo purismo acustico, il piano, le corde pizzicate, un morbido rullio di tamburi ed un clapping ritmato da danza folkloristica. Phedora è un ensemble cameristico che assomiglia ad un tripudio celestiale, uno spleen visionario, un acquerello. Fino alla stasi trascendente di Devenir un Santo, incontro ideale di satiri e fauni, punto di fusione perfetta tra fantasia e magia percettiva. Per diventare santi si deve sublimare la propria umanità verrebbe da aggiungere o, per dirla con Nietzsche, «Tutto ciò che è divino cammina con piedi leggeri» .
Li adoro ogni anno di più,sono una delle cose più originali in Italia ora ,secondo il mio modesto parere di ascoltatore ;)