A Winged Victory For The Sullen ATOMOS
[Uscita: 06/10/2014]
USA # Consigliato da Distorsioni
Il nome A Winged Victory For The Sullen può tradursi in “Una Vittoria Alata per il cupo” (ispirata alla Nike di Samotracia esposta al Louvre) e rimanda all’idea di un contrasto tra magnificenza e ombrosità. La band nasce in Italia sette anni fa dall’incontro di due musicisti americani di prim’ordine: Adam Wiltzie e Dustin O'Halloran. Il primo, ingegnere del suono e compositore, è noto per aver dato vita a numerosi progetti tra cui Stars of the Lid (con Brian McBride), The Dead Texan (con Christina Vantzou), Aix Em Klemm (con Robert Donne), Sleepingdog (con Chantal Acda). Il secondo, musicista e compositore, è noto invece per aver fondato nel 1996 i Devics insieme a Sara Lov e per aver lavorato a numerose colonne sonore, tra cui “Marie Antoinette” di Sofia Coppola. Nel 2001 esce il primo album con il moniker A Winged Victory For The Sullen, caratterizzato dalla fusione delle atmosfere rarefatte di Adam Wiltzie con il minimalismo moderno e cinematografico di Dustin O'Halloran. L’album piace al coreografo Wayne McGregor che commissiona al duo americano un lavoro per un progetto di danza contemporanea denominato “Atomos”. Atomos è la danza degli atomi, è il clinamen lucreziano che genera e disfa le molecole attraverso deviazioni spontanee, è il moto browniano delle particelle spinte dal caos.
Le dinamiche meccanicistiche degli atomi sono alla base della materia concreta e delle relazioni nel mondo e queste sono le intuizioni fisiche, sonore e cromatiche che Wayne MacGregor utilizza nella sua danza contemporanea basata sul caso (random), inteso anche come generatore di senso e di incontro. Su questi concetti, Adam Wiltzie e Dustin O'Halloran hanno costruito un album in dodici movimenti, denominati amotos e numerati da I a XII. Ogni nuova combinazione/deformazione di atomi (atomosing) diviene una composizione di colori, di lunghezze d’onda, di movimenti, di suoni. La prima splendida traccia, Atomos I, contiene il tema melodico portante di tutto il lavoro, ripreso anche in Atomos X e XII. Nella seconda e nella settima traccia l’elettronica e il pianoforte lasciano spazio a movimenti di archi ed orchestra particolarmente intensi, in cui il moto ondulatorio acquista un’espressività davvero imponente. I movimenti III, IX e XI basati sul pianoforte sembrano invece descrivere situazioni più intime e private, mentre l’elettronica pulsante accompagna le splendide tracce V e VI. Atomos ricostruisce i fondamenti estetici e di senso del nostro mondo, partendo dall’idea che la bellezza sia generata dalla spinta in avanti di quell’energia infinitesimale costantemente in movimento. Uno degli album dell’anno.
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