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The Telescopes AS LIGHT RETURN

2017 - Tapete Records
[Uscita: 07/07/2017]

Inghilterra

 

The Telescopes coverIn un periodo in cui si parla di innalzare muri ecco che arrivano loro, The Telescopes, e un muro lo alzano davvero. "As Light Return" mette su un impressionante moloch di suono, solido, granitico, senza speranza di trovarci un qualsiasi varco salvifico. Se l’apertura con You Can’t Reach What You Hunger concede ai fans di Jesus and Mary Chain una speranza pop anche se seppellita sotto tonnellate di fuzz, feedback e distorsioni varie è con il resto dell’album che il gioco si fa duro. La creatura di Stephen Lawrie trascende lo shoegaze per cui era etichettata per spingersi in territori estremi (Down on me) che confinano con i rumorismi più astratti dei lontani Corrieri Cosmici teutonici (Can e Faust su tutti) e non solo; il cantato pur

te2presente in tutto l’album è volutamente sommerso dal magma sonoro che lo trascina via e lo copre rendendolo un sussurro incomprensibile. Le chitarre fuzzate e perennemente in feedback producono ogni suono (rumore?) tranne quelli per cui le conosciamo, Hand Full Of Ashes possiede la sepolcralità e la ritmica di un’oscura marcia verso galassie sonore inesplorate, Something In My Brain esplode ancora fuzz e feedback come se Iggy Pop o i Velvet Underground fossero stati immersi in una colata lavica e torna alla mente ancora Lou Reed  in quei quattordici minuti finali di feedback, loop e vibrazioni (Handful Of Ashes

teche affiancano psichedelicamente e inconsapevolmente, dopo trentadue anni, un album ostico e ostile come “Metal Machine Music”Un album che travalica lo sperimentalismo più comune e si pone nella situazione di certe opere d’arte d’avanguardia che senza mezzi termini si odiano o si amano. Noi personalmente lo amiamo. 

 

 

Voto: 7/10
Maurizio Pupi Bracali

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