Paul Weller A KIND REVOLUTION
[Uscita: 12/05/2017]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Rivoluzione doveva essere, e rivoluzione è stata, ma quella di Paul Weller è leggera, come suggerisce il titolo stesso del nuovo album. “A Kind Revolution” è un album (il tredicesimo solista) che, pur ponendosi in continuità col precedente “Saturns Pattern”, segna una svolta significativa nella discografia del Modfather inglese prossimo a spegnere 59 candeline, un traguardo importante celebrato con un ritorno alle origini non dimentico, però, delle ultime esperienze in termini di sperimentazione musicale. Un vero e proprio compendio sulla natura del “changingman” per definizione, questo nuovo disco racchiude tutti i tanti e variegati “ever changing moods” del Weller maturo, confermando che l’età galoppante anche per lui è tutt’altro che un freno alla sua genialità.
Sarebbe quantomeno improprio attribuire al termine “rivoluzione” un significato in qualche modo politico (lo stesso PW ha più volte ribadito che non si tratta di un disco “politicizzato”), preferendo un’interpretazione del termine in senso cosmologico, una vera e propria quadratura dell’orbita musicale varata 40 anni fa con i Jam e ora compiuta dopo i tanti esperimenti (riusciti) con gli Style Council e con la nutrita discografia solista. A Kind Revolution è un concentrato di 10 tracce che coniugano la profonda anima di songwriter soul con influenze provenienti dalla black music e con gli elementi sperimentali già ampiamente messi in atto negli ultimi 2/3 dischi solisti (se si considera anche la colonna sonora del film “Jawbone”).
Un’intenzione che appare chiara fin dalle prime due tracce del disco, Woo Sé Mama e Nova, soul ballad caratterizzate da un gradevole tocco acido/elettrico/psichedelico, ripreso più volte nel disco sotto altre forme: One Tear è un pezzo disco/house che si avvale della collaborazione di Boy George e ribadisce la volontà dell’artista di misurarsi su terreni musicali profondamente diversi ma convergenti quando “benedetti” dal suo tocco magico. Ma il vero protagonista dell’intero lavoro resta il soul, declinato da Weller in tutte le sue molteplici forme con la sapienza del grande artista: Long Long Road è una ballata travolgente dai tratti beatlesiani, uno degli episodi più emozionanti dell’intero disco, insieme al soul-funk di She Moves With the Fayre (con Robert Wyatt alla tromba e ai cori) e a The Cranes Are Back, funk lento in cui i bassi e i cori caldi creano un’atmosfera gospel avvolgente e sognante.
Ma il vero apice del lavoro Weller lo riserva sapientemente per in gran finale, quando il ruvido blues psichedelico di Satellite Kid fa da apripista a The Impossible Idea (il pezzo migliore del disco a detta dello stesso autore), traccia in cui il soul trionfa intrecciandosi con atmosfere jazzate, un mood perfetto per accompagnare l’ascoltatore alla fine del viaggio. A Kind Revolution è un gran disco, che restituisce l’anima più vera dell’artista, arricchita dalle vastissime esperienze musicali e umane degli ultimi anni fuse in modo armonioso. Un lavoro destinato a rimanere una gemma incastonata nella cultura pop contemporanea.
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