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20 Dicembre 2014 , ,

Ristampe: Yo La Tengo EXTRA PAINFUL!

1993 - Matador Records, 2014

Uscita Ristampa Deluxe Edition: 2 Dicembre 2014

 

yolatengoYo La Tengo e Matador Records festeggiano il trentesimo anniversario della band di Hoboken, New Jersey con "Extra Painful!", la ristampa deluxe di “Painful”, sesto album di una lunga e fortunata discografia, uscito in origine il 5 Ottobre 1993 per la Matador Records. Fortunata in quanto gli Yo La Tengo si possono ricordare come uno degli esempi più felici ed importanti del rock americano anni ’90: raccolsero l’eredità dell’hardcore punk degli ultimi anni ’80 trasformandolo in quello che conosciamo sotto il nome di indie rock. Nell’ensemble che attuò questa metamorfosi (i cui padri putativi furono gli Husker Du) gli Yo La Tengo occupano il posto di outsider: non ci fu nella storia di quei primi anni che preludevano alla loro affermazione un taglio netto e reciso col passato come accadde, ad esempio, nei Pussy Galore che si scissero in Royal Trux e Jon Spencer Blues Explosion, ma piuttosto una limatura, una continua lavorazione di un materiale e una creatura grezze, anomalo nel mondo del rock. Il processo di contaminazione tra musica pop e underground non fu così chiaro ma avvenne lentamente negli Yo La Tengo, in un rifiuto dei moduli canonici del rock che si trasfigurava album dopo album in una essenza a volte psichedelica, altre country, altre ancora noise pop.  

 

painfulNon a caso la Matador e la band hanno scelto proprio il sesto album, Painful, l’album che determinò l’estetica della band più di tutti: non solo da un punta di vista musicale ma anche formale. James McNew era al secondo disco con la band (dopo infiniti cambi di bassisti) e la storia d’amore che ha portato fin qui Yo La Tengo, il produttore Roger Moutenot e la Matador (che si riprendeva allora dalla sbronza della popolarità dei Pavement) inizia proprio da Painful. La storia della nuova fase di Yo La Tengo inizia da Painful, in modo ovattato e sussurrato come sempre. Proverbiale non solo il titolo dell’iniziale Big Day Coming ma anche la prima frase dellayolatengo canzone:”... let’s be undecided“, prima di perdersi in una coltre narcotica di droni e feedback. Il precedente “May I Sing With Me” aveva dimostrato due facce, il noise pop spigoloso e sperimentale da una parte e tenere ballate power pop dall’altra, che vengono bilanciate e portate allo stesso livello in Painful. I momenti più sperimentali acquistano un senso malinconico della melodia mentre le tenerezze e i romanticismi sono liofilizzati in un mare psichedelico. Painful rappresenta il momento, paradossalmente, in cui gli Yo La Tengo stigmatizzano la loro indecisione, la loro proverbiale tenerezza, la loro americanissima malinconia, la cifra stilistica, il modus operandi che riproporranno più volte con più o meno successo.   

 

L’edizione deluxe ripropone l’album per intero più un extra di dodici tracce, tra cui tre inediti, quattro versioni demo, due live acustici e uno elettrico più il singolo Shaker, uscito pochi mesi dopo Painful e la b-side For Shame Of Doing Wrong. Il materiale scandagliato e proposto mostra una band che non scrive canzoni, ma le yolatengocrea e le plasma, facendo loro assumere una propria forma di vita, indefinita e grezza che viene poi via via lavorata, come dimostrano le versioni demo di Nowhere Near o Sudden Organ, vere e proprie jam comandate da droni di tastiera acidi e “gentili” secondo la prassi degli Spacemen 3 che fu già di Brian Eno e Robertyolatengo Fripp. Le versioni acustiche di Big Day Coming e From a Motel 6 e la gentile rilettura di un classico degli Only Ones di Peter Perrett, The Whole of the Law Loops, mettono in risalto l’impalcatura più squisitamente pop e minimale delle composizioni. Gli inediti sembrano ancora appartenere al periodo dell'album May I Sing With Me: lo strumentale Tunnel Vision e la rumorosa Smart Window non avrebbero sfigurato accanto a riprese noise come Mushroom Cloud Of Hiss o Some Kinda Fatigue, mentre già  Slow Learneryo_la_tengo680 procede verso le nebbie pop psichedeliche di Painful. A chiudere, il singolo Shaker e la conseguente For Shame Of Doing Wrong per una decina di minuti di musica pop chiaroscurale, ipnotico e saturo di fuzz. Una ristampa che celebra in grande uno dei gruppi più influenti ed importanti del pop e dell’indie rock internazionale e che permette di conoscere le origini di una fetta consistente di musica contemporanea. 

 

Ruben Gavilli

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