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24 Dicembre 2013 , , ,

Alex Harvey Il guitto del rock’n’roll

2013 - Fontana/Vertigo

alex_harvey_-_considering_the_situation_-_frontUn personaggio unico e un protagonista del rock inglese anni 70, un cantante/compositore/chitarrista ed un performer di valore assoluto, questo fu  Alex Harvey, musicista scozzese nato a Kinning Park vicino Glasgow nel 1935. Proveniva da una famiglia operaia, un figlio di quella working class britannica protagonista di dure lotte per la propria emancipazione e i propri diritti e che diede anche un apporto fondamentale di vite, di lavoro e di enormi sacrifici alla sconfitta del nazismo durante la seconda guerra mondiale. Harvey era un figlio del suo tempo, uno abituato a fare molti mestieri per tirare avanti: il carpentiere, il cameriere, il fabbricante di lapidi funerarie e persino il domatore di leoni in un circo di periferia. Le sue giornate di duro lavoro furono allietate dalle serate al pub, a bere birra e ad ascoltare il neonato rock n’ roll che fuoriusciva dagli enormi juke box Wurlitzer. 

 

La gavetta blues e rock'n'roll

 

Alex+HarveyCominciò a suonare la chitarra e la tromba e nel 1954 si aggregò come trombettista ad una delle moltissime skiffle band, molto in voga in quegli anni in UK, fu il periodo in cui si guadagnò la definizione di 'Scotland’s Tommy Steele', emulo scozzese del biondo rocker con i capelli a banana. Nel 1958 formò la Alex Harvey Big Soul Band, che si può annoverare tra le prime esperienze blues inglesi insieme ai vari Rolling  Stones, Yardbirds, Korner, Mayall, Davis e Long John Baldry. Con questo gruppo che vide nella sua line-up i sassofonisti Ricky Barnes e Bill Patrick e il chitarrista Les Harvey (fratello più giovane di Alex), aprì i concerti di giganti del rock n’ roll come Gene Vincent e Eddie Cochran e anche del blues come John Lee Hooker, poi andò a suonare in Germania, al Top Ten Club di Amburgo e lì, nel 1964,  registrò dal vivo “Alex Harvey and His Soul Band per l’etichetta Polydor a base di brillanti blues covers e, tornato in UK, nello stesso anno incise “The Blues” con il fratello Les alla solista e una band di turnisti rimasti alex harveysconosciuti alle cronache, ancora un buon disco a base di standard del blues e del soul, molto ben arrangiati. Due lavori dove la voce potente e bluesy di Alex fu assoluta protagonista nel contesto di  un sound intrigante.

 

Nel 1967 formò una band psichedelica, i Giant Moth, che ebbe vita brevissima, poi Harvey fu tra i protagonisti (per ben 5 anni) della prima versione inglese della commedia musicale Hair, composta in America da Rado, Ragni e Mc Dermot,  che fu un grande successo mondiale e che nella sua versione inglese lo fece conoscere ad un vasto pubblico. Nel 1969 il suo primo disco solista: “Roman Wall Blues”, per la Fontana, un ottimo lavoro di rock and soul sempre con alla lead guitar il fratello Les, il sassofonista e percussionista Frank Ricotti e una potente brass section; con molti brani composti da Harvey come MIdnight Moses, Donna, estrapolato dal musical Hair e la rollingstoniana  Jumpin’ Jack Flash. Nel 1970 mise in piedi i RockRomwall Workshop con il chitarrista Ray Russell e collaborò alla nascita degli Stone The Crows, eccellente rock blues band, dove militò suo fratello Les con la potente cantante scozzese Maggie Bell, una band dalle enormi potenzialità che non ebbe la fortuna che avrebbe meritato. Les Harvey scomparve tragicamente, fulminato da una scarica elettrica proveniente dal microfono durante il soundcheck di un loro concerto nel 1972 a Swansea.

 

 

The Sensational Alex Harvey Band: splendori hard rock, teatro e debosciamenti glam

 

sahbalex-harveySempre in quell’anno il nostro formò la Sensational Alex Harvey Band, una rock band dalle caratteristiche peculiari, hard rock e soul con una tendenza tipicamente glam rock (erano gli anni boom di Bowie, T Rex e Roxy Music), i loro concerti, vere e proprie performance quasi teatrali, un mix di r n’ r e cabaret, si svolgevano in una atmosfera violenta e frenetica; un contesto  particolare  che li rese molto popolari tra il pubblico. Il primo lavoro fu in realtà il secondo lp solista di Alex, “The Joker Is Wild”, (Metronome 72), con Les Harvey, Pete Kelly al piano e la sezione ritmica Butler/Condron, fu un ottimo lavoro con brani come Pennicillin Blues di Brownie Mc Ghee, Willie The Pimp di Zappa e songs di Harvey stesso; in seguito venne ristampato, con una copertina differente, come The Sensational Alex Harvey Band, per mere ragioni commerciali. Ma il vero primo lp della SAHB fu “Framed” sempre nel 72 (Vertigo), con la formazione originale della band, con il chitarrista Zal Cleminson, il bassista Chris Glen e i cugini Hugh e TedSensational-Alex-Harvey-Band-Next McKenna (Keyboards e batteria), tutti provenienti dalla hard rock band Tear Gas, guest il sassofonista Phil Mc Kenzie. Un grande e dimenticato lavoro dove blues, hard rock e glam convissero in un mood davvero eccitante.

 

Framed, famoso brano di Leiber e Stoller, nella versione della SAHB era micidiale, rimasero indimenticabili le live performances di Alex, paludato stile rocker anni 50 e di Zal Cleminson, chitarrista-mimo perennemente truccato da clown malefico, (su you tube se ne trova una del 74 ad Oslo veramente travolgente). Il disco, con cover di Willie Dixon (I Just Want  Make Love To You) e brani glam rock a firma Harvey/Cleminson fu un successo e li rese molto noti, anche negli USA dove fecero tours sold out, specie in città come Cleveland dove furono protagonisti di memorabili concerti all’Agorà, celebre ballroom dove suonarono molti miti del rock. Lasciarono anche una traccia al Boston Tea Party altro locale monstre del rock americano degli anni 60/70, a cui dedicarono anche una song. A seguire registrarono: “Next” (Vertigo 73), più glam rock del primo disco, con brillanti songs di Harvey, Hugh Mc sensational_alex_harvey_band-the_impossible_dream(vertigo)Kenna e della band, tranne l’omonima Next a firma Jacques Brel/Mort Shuman, un altro ottimo disco dove tutta la teatralità espressa da Harvey ebbe modo di svilupparsi, supportata dall’ottimo rock suonato dalla band.

 

Nel 1974 uscì: “The Impossible Dream”, ancora un lavoro di alta qualità, registrato al Morgan Studios di Londra e con nella tracklist brani famosi come Tomahawk Kid, Anthem con le cornamuse del  London Scottish TA Regiment, il r n’ r Money Honey e l’originale Hot City Simphony part 1 & 2. Un sound decisamente riconoscibile quello della SAHB, band che in Italia all’epoca, dove tutti erano presi dai “cantautori impegnati” e dai barocchismi di Genesis e Yes non si filò quasi nessuno. Nel 1975, dopo il successo della loro cover di Delilah di Tom Jones che raggiunse la top 40 in UK, arrivò il loro live album, “The Sensational Alex Harvey Band Live” (Vertigo): il disco, prodotto da John Punter esensationalAlex-Harvey-UK-Live-209140 registrato all’Hammersmith Odeon di Londra, fu molto riuscito ed ebbe un notevole successo di vendite, con le versioni dal vivo dei loro brani più noti: Framed, Vambo, Faith Healer, Give My Compliments To The Chief ,guest la pedal steel guitar di BJ Cole, ma certamente non catturò appieno la forza live del gruppo, il lato spettacolare dei loro concerti non fu solo musicale ma anche visivo, con i travestimenti di Harvey e il suo agire frenetico on stage, lo scatenato pagliaccio Cleminson, saltimbanchi e coriste non propriamente vestitissime ed un’ atmosfera ad alta gradazione alcoolica tipicamente scottish.

 

Quinto loro disco: “Tomorrows Belong To Me” (Vertigo), con il ritorno alla produzione di David Batchelor ed un certo calo di concentrazione a livello compositivo, un disco minore; poi nel 1976 “The Penthouse Paper” (Vertigo), un album quasi esclusivamente a base di covers, da Del Shannon a Jimmy Rogers, da Leadbelly ad Alice Cooper, sino a Irving Berline e ai Jethro Tull, quanto di più eterogeneo si possa immaginare, un disco che sarebbe interessante riascoltare. La band fu una di quelle trattate bene dal movimento penthousepunk, i loro atteggiamenti lontani da freaks e hippies vari, incensi e peace & love, fecero sì che fossero ancora accettati dai più giovani nel 76 e 77. Le loro ultime registrazioni con la formazione originale, furono “Fourplay” e “Rock Drill” (Mountain Records); il primo fu un mezzo flop, un disco mediocre e senza ispirazione, anche a causa dell’assenza parziale di Harvey dalle registrazioni costretto all’immobilità dopo una caduta dal palco e conseguenti  fratture. Il secondo vide l’entrata nella band del tastierista Tommy Eyre al posto di Mc Kenna e fu un album ispirato e con  testi importanti, con riferimenti alla morte di Elvis Presley, nostalgie per il fratello Les, critiche pesanti verso Margaret Tatcher, ”Tatcher  the milk snatcher” accusata di avere eliminato la distribuzione gratuita di latte ai bambini nella scuola primaria e con l’ultima canzone registrata dai SAHB: No Complaints Department ispirata dal poeta e scrittore Rudyard Kipling.

 

Epilogo

 

alex harvey bandDopo l’uscita di Rock Drill la SAHB si sciolse definitivamente. Poi fu la volta della Alex Harvey New Band con cui registrò l’lp “Mafia Stole My Guitar”, un inedito mix di prog rock e punk, con Shakin’ All Over di Johnny Kids & The Pirates e Just a Gigolò di Brammer/Cesar. Nel 1977 Harvey si ritirò dalla scena rock per i suoi persistenti problemi di salute. Alex nei primi anni 80 formò una nuova band The Electric Cowboys, ma il 4 febbraio 1982, sul traghetto partito da Zeebrugge in Belgio dove aveva suonato alcune gigs con il nuovo gruppo, fu colto da un infarto e a soli 47 anni terminò la sua avventura terrena e nel mondo del rock. Un musicista importante, un personaggio particolare e pittoresco, un prodotto della sua terra, la Scozia, con la sua attitudine libertaria, proletaria e un po’ ubriaca, un gruppo poco noto dalle nostre parti che vale la pena di riscoprire. Nel 2002 è stata pubblicata la sua biografia, scritta da John Neil Munro, nel 2005 la SAHB è stata votata come quinta rock band scozzese più popolare di tutti i tempi, nel 2012 a 30 anni dalla sua morte è stato pubblicato il book fotografico: “Alex Harvey: Last of the Teenagealex harvey book Idols”. Tutti i loro dischi  sono stati ristampati in formato  digitale, molti live inediti degli anni 70 sono stati editi in questi anni e nel 2006 i quattro membri originali sopravvissuti della SAHB hanno registrato un doppio cd live con i vecchi successi, intitolato: “Zalvation (Live in XXI Century)”, con alla voce tale Mad Max Maxwell. La grinta è rimasta intatta, certo la presenza carismatica di Alex Harvey non c’è più, ma il vecchio clown con la faccia poco raccomandabile pesta ancora duro.

 

 

Guido Sfondrini

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