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11 Novembre 2015 , , , , ,

Allen Toussaint La voce di New Orleans

2015

 allen1                        1938-2015

 

Non ce l’ha fatta a rientrare autonomamente a New Orleans, dove l’8 dicembre era atteso al fianco di Paul Simon per un evento unico. Ci torna, nella sua città, come nessuno avrebbe osato immaginare, dopo un’ultima esibizione sul palco. E’ accaduto tutto a Madrid: la gioia di essere ancora una volta di fronte al suo pubblico e il terribile gelo della morte, lui che la parola gelo non sapeva nemmeno cosa fosse, esattamente come non lo sa la città delle sue origini e della sua musica.

Allen Toussaint è morto d’infarto qualche ora dopo essere sceso dal palco del Teatro Lara, e con lui va via un pezzo importante di quella musica che non ha uguali nel mondo, un misto di cultura creola e di pop bianco, una serpentina continua e vivace tra il soul, il blues, lo Zydeco e mille altre suggestioni.

 

allen-toussaintQuando si parla della musica della Louisiana e di New Orleans l’espressione abusatissima di “pentolone” calza davvero a pennello, tanto quella somma di ingredienti è un “melting pot” irresistibile e multicolore. Oggi potremmo ricordare il genio di Toussaint attraverso le sue opere, pescando tra i tanti hit composti o prodotti per Irma Thomas, Aaron Neville o Lee Dorsey. Potremmo rendergli merito appuntando che fu la sua Ruler of my heart a generare la Pain in my heart che Otis Redding e i Rolling Stones registrarono in questa sequenza.

E potremmo mandare un pensiero anche a Warren Zevon facendo suonare ancora una volta A certain girl, che il songwriter californiano fece sua nel 1980 per l’album “Bad luck streak in dancing school”.

 

Ci soffermiamo invece, consigliandoli caldamente, sui dischi di altri due suoi seguaci, due artisti di temperamento e sempre fedeli al richiamo del loro cuore. Prendete nota, si intitolano “The river in reverse” e “Victory mixture”. Il primo è il più recente essendo del CostelloERiverinreverse-416x4002006, per il secondo bisogna tornare indietro al 1990. Entrambi hanno molto a che fare con New Orleans, a prescindere da Toussaint. La collaborazione tra quest’ultimo ed Elvis Costello nacque a  seguito del devastante uragano Katrina che devastò la città.

I due si incontrarono in vari benefit concert organizzati per la ricostruzione e per dare sollievo alla gente. Ne nacque un disco che è un meraviglioso elogio al suono di quelle zone e che suona ancora come un grido di solidarietà, che non è raccolto solo in titoli eloquenti come Who’s gonna help brother get further  ma in altri monumentali inni r&b o della stessa Louisiana come Tears tears and more tears  e Freedom for the stallion.

 

Quando Willy De Ville, stanco di New York e desideroso di andare ancora più a fondo nella musica nera di quanto avesse già fatto nella sua carriera cantando You better move on di allenArthur Alexander o componendo con Doc Pomus, scese armi e bagagli a New Orleans lo attendeva uno dei più bei dischi del suo lungo percorso discografico.

Riprendere Victory downloadmixture, laggiù registrato insieme a Toussaint, Dr John, Eddie Bo e una folta schiera di leggende locali significa mettersi una mano sul cuore e farsela scaldare dal ricordo di due grandissimi che la musica ha smarrito nel giro di una manciata di anni. Perché se la ferita per la morte di De Ville è ancora fresca, il duplice attacco cardiaco che sta facendo rientrare Toussaint cadavere in Louisiana è un campanello che sta suonando la morte proprio in queste ore. E che dall’America all’Europa fa piangere i tanti appassionati di un suono davvero unico e i musicisti che l’hanno amato e coltivato.

 

Tutti uniti in un dolore e in un rispetto che non sono frutto dell’emozione del momento ma che hanno le radici in una storia lunghissima fatta di canzoni bellissime e di incontri decisivi, come quelli con Costello e De Ville. Bonnie Raitt ha scritto “il genio di AT e Bonnie RaittAllen, una delle persone più gentili e amabili che io abbia mai conosciuto, rimarrà indelebile come parte del nostro DNA culturale”.

Le ha fatto eco il più giovane, ma non meno coinvolto, Chris Robinson, voce dei Black Crowes: “Toussaint non c’è più” – ha scritto sulla sua pagina Facebook – “lunga vita alle sue canzoni”. Un capitolo incredibile della American Music si chiude oggi. Lo ha scritto Robinson, lo ribadiamo noi.    

  

Ermanno Labianca

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