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24 Luglio 2017 , , ,

Peter 'Principle' Dachert Il Principio di Peter

2017

410072268_908914a2ea5 Dicembre 1954 (New York City) - 17 Luglio 2017 (Brussels) 

  

Peter 'Principle' Dachert è stato uno dei più personali e innovativi bassisti/chitarristi della storia dell’avant-garde degli ultimi quarant’anni, ma anche del post-punk e della new wave in generale, legando il suo nome a quello di  uno dei gruppi più blasonati della storia della musica moderna: TuxedomoonIl suo inconfondibile stile bassistico metronomico è diventato un trademark della musica dei Tuxedomoon, così come Peter Hook lo è stato per i Joy Division/New Order, Jez Kerr per gli A Certain Ratio, Mick Karn per i Japan, Steve Severin per Siouxsie & The Banshees e Derek Forbes per Simple Minds, giusto per citare qualche nome storico del periodo.

 

The Black Moon Anniversary

 

Newyorkese di nascita, Dachert si unisce alla fine del 1978, in qualità di bassista, ai californiani Tuxedomoon, all’epoca costituiti dai fondatori Steven Brown (voce, sax, clarino, piano, organo, sintetizzatori, drum machine) e Blaine Leslie Reinger (voce, violino, viola, chitarre, mandolino, sintetizzatori, drum machine, basso), accompagnati dal vocalist-performer Winston Tong e dal chitarrista/tastierista Michael Belfer, per portare Peter Principle with Tuxedomoondal vivo i brani pubblicati sul primo singolo “Joeboy” e sul primo EP “No Tears”Inizialmente con lo pseudonimo Peter Carcinogenic partecipa alla realizzazione del singolo “Stranger” di Winston Tong, seguito dal secondo EP dei Tuxedomoon “Scream With A View” e da tre brani nella compilation “Subterranean Modern” della Ralph Records (etichetta personale dei Residents). Il successo del secondo EP e dei concerti della band (che si arricchiscono della performance e dei video di Bruce Gedulgig, in sostituzione al dimissionario Winston Tong) portano finalmente il quartetto al contratto con la Ralph Records per due LP. Per la realizzazione del primo album “Half-Mute”, Dachert cambia il suo nome in Peter Principle, dal titolo di un noto saggio del 1969 dello psicologo canadese Laurence J. Peter, riguardanti le dinamiche della carriera delle persone su basi meritocratiche all’interno di organizzazioni gerarchiche

 

musica-foto-lucia-baldini-25Il "Principio di Peter" descrive in termini satirici gli effetti dei meccanismi che governano la carriera aziendale dei lavoratori, evidenziandone risultati paradossali e può essere riassunto più o meno in questo modo: in una organizzazione gerarchica (aziendale, politica o di altra natura), i membri che dimostrano doti e capacità nella posizione in cui sono collocati, vengono promossi a posizioni di più alto livello; questa dinamica li porta a raggiungere di volta in volta nuove posizioni, in un processo che si arresta solo quando accedono a una posizione poco congeniale, per la quale non dimostrano di possedere le necessarie capacità, raggiungendo il livello definito dall’autore “di incompetenza” e fermando a tale livello la propria carriera nell’organizzazione. Dal 1979 ad oggi Peter “Principle” Dachert ha pubblicato insieme ai Tuxedomoon (in qualità di bassista, chitarrista, tastierista e compositore) ben sei album (“Half-Mute”, “Desire”, “Holy Wars”, “You”, “Cabin In The Sky” e “Vapour Trails”), due mini-album (“Suite En Sous-Sol” e “Ship Of Fools”), sei album-soundtrack (“Divine”, “The Ghost Sonata”, “Soundtracks”, “Bardo Hotel”, “Pink Narcissus” e “Blue Velvet Revisited”, quest’ultimo insieme ai Cult With No Name), due album dal vivo (“Ten Years In One Night” e “Live in St. Petersburg Nov. 2000”), tre EP (“Scream With A View”, “Time To Lose” e “Short Stories”) e due album con il side-project Joeboy (di cui uno con lo pseudonimo di Pandro Hocheval). L’unico album in cui Principle suona esclusivamente la chitarra e i synth (sostituendo il dimissionario Reininger e cedendo il suo posto di bassista al musicista/compositore Ivan Georgiev) è “You” del 1987. 

 

Da solista ha pubblicato ben quattro album, fondamentalmente colonne sonore per performance teatrali: “Sedimental Journey” (1985), “Tone Poems” (1988), “Conjunction” (1990) e l’ultimo “Idyllatry” (2005). Ha inoltre collaborato all’album solista di Blaine Reininger “Broken Fingers” (1982), ha prodotto l’album “Deadly Weapons” (1984) dei Minimal Compact, l’album electro originalindustrial “Round And Round” (1991) degli Sprung Aus Den Wolken e “Plato’s Highway” (1991) dei new wavers Men 2nd, tra i tanti. Noto per snocciolare una ventina di bass-line epocali ad ogni concerto, restando totalmente immobile al centro del palco in pose statuarie e con lo sguardo perso nel vuoto, lo si è visto in Italia otto mesi fa sorridente e soddisfatto durante quello che molto probabilmente sarà l’ultimo tour dei Tuxedomoon. Dalla personalità sicuramente più riservata e meno esuberante dei suoi colleghi di band, Dachert oltre ad essere stato un grande compositore, musicista e anche discografico (seguiva da vicino, a Brussels, i contatti con la Crammed Discs sin dal lontano 1985 e prima ancora con la Disques Du Crèpuscule), è stato un appassionato di film d’essai, teatro, musiche di nicchia delle più svariate, esoterismo (legato soprattutto ai movimenti rosacrociani), antroposofia (o scienza dello spirito) e psicologia-sociologia. La sua scomparsa è una grave perdita non solo per la band, ma per l’intera scena musicale avant-garde internazionale.  

 

Tuxedo Moon, 40° anniversario funesto: i fatti.

 

Assai romantica ed elegante è l’immagine della “luna in smoking” legata al nome della storica band di San Francisco con cui Dachert ha lavorato dal 1979 sino a pochi giorni fa. Una luna che diventa “nera” proprio alla vigilia dei festeggiamenti del 40° anniversario della creatura di Steven Brown e Blaine Leslie Reininger, conosciutisi durante un corso di musica elettronica al San Francisco City College all’inizio del 1976. Il 19 ottobre 2015 sulle pagine ufficiali dei siti dedicati ai Tuxedomoon si annuncia che per il Tuxedomooon-Half-Mute_image40° anniversario della band si terrà un tour tutto dedicato al primo album “Half-Mute” (1980-Ralph Records), partendo da un trittico di date al Les Ateliers Claus di Brussels in maggio per poi procedere con date sino all’inizio di dicembre 2016. Quattro mesi dopo, esattamente il 19 febbraio 2016, la band è a Brussels per le prove del tour, proprio al Les Ateliers Claus, ma pochi giorni dopo (esattamente il 5 marzo 2016) Reininger sulla sua pagina facebook scrive “oggi i nostri pensieri e le nostre preghiere sono tutte per il nostro caro amico e collega Bruce Gedulgig che è gravemente malato”. Due giorni dopo giunge inaspettata la notizia che lo storico performer e videomaker dei Tuxedomoon è prematuramente deceduto proprio il giorno del suo 63° compleanno nella sua casa in California, mentre lavorava alla performance video per l’imminente “Half-Mute Tour 2016”Dopo un paio di giorni di smarrimento la band annuncia che affronterà il tour senza Gedulgig: un mese dopo viene annunciato il suo sostituto, il videomaker David Haneke.

 

Senza le bizzarre performance di Gedulgig, il trio originale costituito da Brown Reininger-Dachert con l’aggiunta del trombettista Luc Van Lieshout affronta il tour di “Half-Mute” a 36 anni dalla sua pubblicazione originale. A cinque mesi dalla fine dei concerti del 2016 viene annunciato un nuovo tour per l’estate 2017: si tratta del “40Th Anniversary p.p.l.Tour” (in realtà il 40° anniversario dalla fondazione dei Joeboy, band pre-Tuxedomoon) in cui la band avrebbe eseguito due brani da ciascun disco pubblicato nell’arco della sua carriera. All’inizio di luglio la band si riunisce in Europa per suonare l’ultima data del tour di Half-Mute in Polonia (7 luglio) e durante le prove per il 40th  Anniversary Tour presso Les Ateliers Claus a Brussels (stessa location utilizzata per le prove del tour 2016) Dachert viene trovato morto nella sua stanza il 17 luglio. Dopo alcuni giorni dalla triste notizia, si apprende che Dachert è morto di infarto (anch’egli all’età di 63 anni), che dopo lo show in Polonia la band era affiatata e carica sia per l’imminente tour che per la composizione di nuova musica. Dopo giorni di attesa e di suspense, il 19 luglio 2017 la band annuncia l’annullamento dell’intero tour e, da una rivelazione di Brown all’organizzatore della prima data del tour in Puglia, sembrerebbe che gli stessi fondatori mettano in dubbio il futuro della band, funestata dalle due gravi perdite.

 

Diego Loporcaro

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