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14 Settembre 2016 ,

Entrofobesse SOUNDS OF A PAST GENERATION

16 giugno 2016 - Seltz/Viceversa/Audioglobe

Questo secondo album dei siciliani Entrofobesse, a sette anni di distanza dal precedente “Behindmy spike”, del 2009, ha un titolo che già di per sé è una fiera dichiarazione di intenti: loro infatti ci dicono che questo è «il suono di una generazione passata». In realtà ciò è vero e non è vero… Il fatto che la band abbia partecipato a una compilation tributo a Syd Barrett ci fa capire sicuramente chi è uno dei loro numi tutelari, ed in effetti, in queste ballate deliranti, angosciate, stralunate, ipnotiche, un’influenza barrettiana c’è sicuramente. Ma non solo quella: la componente “acida”, formata da una mistura barrettiana, un pizzico dello Steve Hillage solista, qualche momento di irruenza alla Hawkwind, qualche sporadico riffs di certo beat e rock-blues proto-hard e una desertica dilatazione spazio-temporale tutta West Coast, si sposa anche con soluzioni più moderne, dall’alienazione del Julian Cope nelle fasi più disagiate nella sua vita, ai viaggi post-grunge dei Dinosaur Jr., le ossessività schematiche del post-rock, le cavalcate dei Jane’s Addiction, un pizzico di noise-pop alla Pixies.

Canzoni articolate e complesse, spesso anche piuttosto lunghe, nelle quali spesso una situazione viene reiterata in modo ossessivo e poi, di colpo, l’atmosfera cambia in tutt’altra direzione. Imprevedibilità e follia, eclettismo e un pizzico di nostalgia, per un album affascinante, ma che sicuramente guadagna ulteriori punti se “assaporato” in penombra, bruciando incenso, e accompagnandolo con le sostanze giuste.

Alberto Sgarlato

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