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19 Aprile 2014 ,

THALASSA “Italian Occult Psychedelia Festival” – II edizione THALASSA “Italian Occult Psychedelia Festival” - II edizione 3-4-5 aprile 2014, Roma, circolo DalVerme


thalassa-fossil-boxDavvero si respira l’aria di un evento diventato naturalmente istituzionale per questa seconda edizione del Thalassa. E dire che è comunque fenomeno strettamente di nicchia; che lo stesso termine di ‘Italian’ psichedelia occulta è stato forgiato solo in concomitanza con la nascita stessa dell’iniziativa e che pertanto dovrebbe riferirsi ad una identificazione ancora non del tutto ben delineata. Eppure questa coesione tanto viva, questo senso di appartenenza che ha decretato il successo tanto della prima come di questa edizione, ancora una volta è stata il fulcro di una manifestazione destinata ad un posto d’onore nella cronaca. Sia pure la cronaca del sottobosco, del fermento sotterraneo, delle sparute voci fuori dal coro di una periferia omologata e degradata che tentano di far passare un messaggio alternativo. Un cartellone prestigioso che, a differenza dell’anno scorso, prova ad allargare i confini del rigore di genere, portando in rassegna band non necessariamente inquadrabili nel filone occulto o propriamente psichedelico. Piuttosto gruppi che compiono una personale esplorazione weird in cui confluisce inventiva, talento, fantasia, gusto per la sperimentazione e per un’avanguardia che nell’innovazione trascina e rilegge i retaggi culturali, la tradizione di un pionierismo nostrano che comunque si è dimostrato eclettico, coraggioso, sfrontato, dissacrante e incredibilmente fervente. Fonte di orgoglio del Thalassa è quindi lo sdoganamento e l’ufficializzazione del circo freak del nostro suolo, anzi del nostro sottosuolo. Le contaminazioni ‘hauntology’ mettono in scena le nostre perversioni, i nostri rimandi arcaici più malsani, il gorgo del nostro immaginario sensoriale, il ‘Mondo Movie’ jacopettiano e tricolore, le discariche e le serie z di un crepuscolo reietto tutto da rileggere e riciclare.

 

3 aprile

 

Creapopolvsqve è un duo di witch house ed elettronica dark che richiama le suggestioni sensoriali e visive dell’immaginario erotico. Dal grindhouse di culto al softcore vintage più raffinato accompagnato dal synth e da un basso sincopato insieme ad caotico collage rumoristico e visionario in bilico tra satyricon burlesco e ipnotico.

mai mai mai Mai Mai Mai è invece il più impegnato e criptico tra i progetti della mente stessa del Thalassa, ovvero Toni Cutrone, che ci riporta alle suggestioni vagamente esotiche e narcotiche del suo ultimo bellissimo disco di noise elettronico “Theta” con tempi leggermente più ritmati, evocativi ed ansiogeni, brillanti e intensi.

Decisamente l’apice del coinvolgimento della serata è incentrato sulla performance dei Mamuthones, del bravo Alessio Gastaldello (ex Jennifer Gentle). Esoterismo tribale sincopato. Ritmiche sfrenate e immersioni emozionali che rivisitano le ossessioni cosmiche del motorik teutonico e la magia dei rituali pagani. E l’attesa per l’ultimo album diventa a questo punto quasi incontenibile.

valerio cosiSul secondo tempo della serata invece alcune variazioni di programma con Valerio Cosi che scambia la sua esibizione con Spettro Family in attesa che questi ultimi riescano a supplire alla totale mancanza della loro strumentazione, purtroppo rubata durante il viaggio in treno.

Magico e impeccabile Valerio pur se influenzato e non al pieno della forma fisica. La fatica al sax deve averla avvertita con ogni probabilità soltanto lui quando, a fine set, ha dichiarato un implacabile male alla testa che non gli permetteva di prolungare ulteriormente il suo spazio. Di grande impatto emotivo gli intarsi multi strumentali articolati ed eclettici posati su base elettronica dal feedback siderale. Spettro Family ripiegano su una performance estemporanea a contenuto sperimentale.

 

4 aprile

 

Secondo giorno non meno affollato e movimentato del primo, subito partenza in donato epiroaccelerazione con l’attesa esibizione di Donato Epiro (Cannibal Movie) che presenta proprio in questi giorni il suo nuovo disco “Fiume Nero”, una raccolta dei suoi pezzi più sotterranei comparsi in edizioni limitate o in rare cassette durante la sua attività 2009-2010. I flutti oscuri del suo fiume catapultano in un climax sub tropicale in cui convivono sonorità primitive, esoteriche e tribali ma anche fortemente sperimentali, a tratti disarticolate e sferraglianti, a restituirci smarrimento e alienazione post moderna e astrattismo ermetico.

Roberto Giannotti finalmente porta allo scoperto la sua creatura mutante GustoForte svelando così alla curiosità del pubblico una delle band più sotterranee e defilate del panorama underground. Chi però, per conoscenza di alcuni dei loro dischi recentemente ri-editati da Plastica Marella, si aspettava il caotico suono magmatico dei tape loops e del cut up sperimentale più criptico e alienante della band, si è decisamente dovuto ricredere. Sul palco erano ben sei elementi con una strumentazione davvero orchestrale. Il set si è caratterizzato per la progressione emozionale e viscerale delle percussioni frenetiche ben armonizzate con le scansioni delle corde, del sax e del clarinetto. Special guest a sorpresala bravissima Terra Di Benedetto (Albergo Intergalattico Spaziale) con un’esibizione  di canto fonetico. Fresco di uscita  il vinile “Quinto Quarto”, ma di doverosa segnalazione anche la riesumazione, ad opera dello stesso Giannotti e di Plastica Marella, di un capolavoro della library occulta rimasto purtroppo per anni nel dimenticatoio, Fabio Fabor “Pape Satan”.

thalassa dream weapon ritualAnche quest’anno Simon Balestrazzi dà sfoggio del suo ennesimo progetto collaterale presentando Dream Weapon Ritual in compagnia della brava Monica Serra che lo affianca anche nella più recente formazione T.A.C. Immersione in un’elettronica cerebrale e in una paesaggistica virtuale indotta da una sonorizzazione sapiente, strutturata, essenziale, vibrante, ansiogena.

I giovanissimi Metzengerstein prendono il nome da un racconto di E. A. Poe, propongono una psichedelia minimale e diluita che si incanala in pieghe oscure e inquietanti attraverso la ritmica robotica della batteria e della chitarra. Finale di rientro tra i ranghi dell’occultismo più insano e straniante con il progetto di Gherardo della Croce (How Much Wood Would a Woodchuck Chuck if a Woodchuck Could Chuck Wood?) Psalm'n'Locker, che propone un concretismo di avanguardia con basse frequenze e luci stroboscopiche. Viaggio sensoriale sospeso tra incomunicazione e amplificazione percettiva che molto deve alle lezioni di musica bionica di Maurizio Bianchi.

 

5 aprile

 

thalassa fulkanelliFulkanelli arriva da Imola, sono il picconatore Paolo ‘VulKan’ Mongardi (Zeus!, Ronin, Fuzz Orchstra, Jennifer Gentle) e il maestro Cristian ‘Helio’ Naldi (Spettro e Ronin). Improvvisazione, aritmie spastiche quanto incontenibili ma soprattutto grande intesa tra due virtuosi dei loro rispettivi strumenti che si divertono a giocare e ad intessere iperboli di fantasia che straripano e coinvolgono sempre il pubblico.

La Piramide di Sangue ed il bravissimo Stefano Isaia (Gianni Giublena Rosacroce e Movie Star Junkies) ripercorrono gli incantati territori del folklore mediorientale. Progressioni morbide e magnetiche e rivoli zampillanti in cui ogni strumento confluisce armonicamente in intrecci strumentali brillanti e gradevolmente variegati.

Ottima rivelazione anche i Lay Llamas di Nicola Giunta, una tra le band presenti in rassegna più fedeli alla ritmica melodica e all’impostazione rock ma che tuttavia regala un pot pourri di contaminazioni e di rimandi che attinge al funk, al minimalismo oniricothalassa lay llamas barrettiano e alla verve multietnica ed esotica dell’afrobeat. Da valutare con attenzione il disco annunciato per Rocket Recordings in uscita imminente.

Chiudono la serata Vostok Lake + Simone Pappalardo con un inquietante sound asettico e glaciale sorprendentemente carico di magnetismo, mistero e fascinazione. Glitch noise, riverberi, diluizioni e contrasti atonali, una convivenza forzata e intrigante tra inventiva, impeto primordiale e meccanica analogica.

 

La strada che sembra delinearsi, riflettendo sulle sinergie sprigionate da questo festival, è quella di un eccentrico che batte le strade dell’imprevedibile ma che stranamente stimola e incuriosisce fette di pubblico sempre più ampie poiché propone un anacronismo di personalità mai snob e mai auto compiaciuto o elitario. Al Thalassa confluisce la cultura musicale, la creatività, il fermento dell’interazione, la sinestesia, la rivalutazione scevra da ogni operazione nostalgica. Torneremo ancora al Thalassa, saggeremo ancora gli effetti benefici e rigeneranti della terapia.

 

Romina Baldoni

Video

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