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21 Luglio 2013 ,

Boards Of Canada TOMORROW’S HARVEST

2013 - Warp
[Uscita: 10/06/2013]

Boards Of Canada  A distanza di otto anni dall’uscita del precedente “The Campfire Headphase”, i Boards of Canada rilasciano “Tomorrow's Harvest”, sempre per la Warp Records. Il lungo periodo di assenza sembra aver accresciuto in maniera sorprendente il numero di estimatori dei fratelli provenienti da Edimburgo. Elettronica minimale, atmosfere ambient e scenari IDM sono i generi che i Boards of Canada utilizzano per costruire paesaggi sonori che evocano i ricordi dell’infanzia e l’immaginario di una natura incontaminata. Il nome della band rimanda proprio ai documentari naturalistici della “National Film Board of Canada” trasmessi negli anni ’70, da cui i fratelli Mike Sandison e Marcus Eoin cercano di estrarre la potenza evocativa riutilizzando macchinari e dispositivi di quegli stessi anni per rigenerare tutto il loro tributo di rumore, fruscii, immagini sbiadite e suoni in VHS. Sembra quasi che i Boards of Canada stiano cercando di realizzare “L’invenzione di Morel” dello scrittore argentino Bioy Casares, con un approccio rigorosamente postmoderno che fa affermare a Mike Sandison: “tutto quel che usiamo è decrepito”.

 

Se “Music Has the Right to Children” (1998) e Geogaddi” (2002) si proponevano di ricostruire la naturalità della memoria, “Tomorrow's Harvest” si proietta invece verso un futuro prossimo, che appare caratterizzato da scenari antropici inquieti e tormentati. Le atmosfere elettroniche perdono di naturalezza, accentuando soprattutto la distanza che le separa da quelle rasserenanti dell’infanzia. L’immagine di copertina mostra una San Francisco trasfigurata sotto un sole abbagliante, una immagine-fantasma di una città che tende progressivamente ad alterarsi e disfarsi. Il titolo dell’album è ispirato a Deadly Harvest, un film-documentario del 1977 che descriveva i cambiamenti climatici e i conseguenti danni sui raccolti agricoli del Nord America. In “Tomorrow's Harvest” c’è sempre un costante riferimento al domani, alla speranza di un futuro ciclico che possa riportare l’uomo ad un età dell’oro, ad una nuova vita, ad un nuovo raccolto. Influenzati dalle visioni apocalittiche della fantascienza di John Carpenter e dalle colonne sonore di Fabio Frizzi, i Boards of Canada descrivono un futuro ignoto ed inquieto (Gemini, Reach For The Dead, Sick Times), in cui le atmosfere antropiche della contemporaneità sono caratterizzate da pulsazioni macchiniche (Jacquard Causeway), prospettive chimeriche (White Cyclosa, Nothing Is Real), tracce aliene o inumane (Telepath e Transmisiones Ferox), paesaggi sonori senza più calore né storia (Cold Earth, Collapse, Sundown), archeologie industriali in disfacimento (Uritual, Come To Dust, Semena Mertvykh). Un album capace di trasportare l’ascoltatore all’interno di ambienti sonori particolarmente densi, senza narrazione, completamente irreali, ma carichi di una grande forza di suggestione.

Voto: 7.5/10
Felice Marotta

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