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27 Febbraio 2013 ,

Matmos THE MARRIAGE OF TRUE MINDS

2013 - Thrill Jockey
[Uscita: 19/02/2013]

Matmos: THE MARRIAGE OF TRUE MINDS Pulsazioni tecnotroniche, miscellanea di stili in libera implosione, grafici sonori immaginari di sinapsi in assoluta adustione. E, tuttavia, v’è del metodo in tanta apparente follia fonologica. A distanza di cinque anni dall’architettura concettuale di “Supreme Balloon”, il duo di San Francisco, Drew Gabriel e Martin Schimdt, dona alle stampe quest’ulteriore  conato di ricerca degli abissi, fatto di “tribalismo” elettronico, suoni dei più svariati strumenti, convenzionali e non, macchine lanciate in folle corsa nel vuoto spazio neurale di un fiammeggiante cyberspazio, rumor bianco promanante come una nebbia sensoriale dai febbricosi angiporti del subconscio. Non a caso, i nostri cari androidi hanno inteso sperimentare, ai fini della costruzione dell’album, il cosiddetto Metodo Ganzfeld, una pratica di mesmerismo vero e proprio, in ordine al quale, invitati taluni ospiti posti in debito isolamento, ai quali veniva telepaticamente trasmesso il fine ispirativo dell’album, (!!!), ad “ascoltare” rumori vergini, calcolare dalle reazioni in essi suscitate, e appositamente registrate, le coordinate per la stesura dei singoli brani. Gli esiti sono stupefacenti.

 

Una griglia di nove brani, meglio segmenti sonori, tarsiati da rumori di strada, sirene della polizia, intrecci jungle, efflorescenze pop, voci recitanti catapultate in efferati mondi gibsoniani, frustate di puro masochismo elettronico. Brani come You, dalla sinuosa linea dell’intro pianistica e con la dorata voce della conturbante Leslie Winer, o come l’iniziale litania elettro-gotica di Very Large Green Triangles o, ancora,  Mental Radio, punteggiata di percussioni caraibiche e flussi sonori acquatili, con relativi timbri metallici di gong e inquietanti ululati di sirene in avvicinamento, la dicono già lunga sul tenore complessivo di questo complesso e affascinante album.

 

Sonorità più propinque a “Supreme Balloon”, si ravvisano, invece, nello spettacolare sfavillio cosmico di Teen Paranormal Romance, elettronica cavalcata siderale attraverso le gelide spirali delle galassie. Così come, con alquanta ironia nel tratto sonoro, risuona elegiaca e raffinata Aetheric Vehicle, omaggio quasi a una costruzione Faustiana all’interno della quale elementi pop ed elettronici convivono in morbida simbiosi. La conclusiva ESP, che vorrebbe essere in embrione una cover del mirifico brano dei Buzzcocks, con intarsi growl  all’inizio, si dipana con inusitata energia psych-noise-rock, prima di dirupare morbidamente in atmosfere folk, lungo il tappeto fiammeo della definitiva implosione cosmica. Un album pregno di suggestioni ora endocrepuscolari ora venate di sanguinanti strie di porpora elettronica, una sorta di ultima chiamata per aspiranti viaggiatori verso il folle cuore degli spazi interstellari.

Voto: 7.5/10
Rocco Sapuppo

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