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9 Settembre 2015

Linda Hoyle THE FETCH

2015 - Angel Air
[Uscita: 07/08/2015]

Inghilterra  #consigliatodadistorsioni    

 

linda hoyle cover the fetch coverL'avvento di Internet e della facilità di diffusione della musica in rete ha permesso di far riemergere dalla polvere antichi e preziosi reperti sonori che spesso credevamo persi. Allo stesso tempo ha incoraggiato un sacco di grandi e sottovalutati artisti a rimettersi in gioco, a togliersi soddisfazioni e ricevere attestati di stima che non avevano ricevuto nei tempi che contavano. Tanti sono stati i grandi ritorni negli ultimi tempi che non stiamo qui ad elencarli, molti sono eroi dei sessanta e settanta, le età più ricche di fermenti creativi di sempre. Limitandoci al puro ambito femminile sono stati molto graditi i comeback di Vashti Bunyan e Linda Perhacs dopo, rispettivamente 35 e 44 anni, con dischi di alto livello alto che non avevano niente da invidiare alle incisioni di gioventù. Linda Hoyle probabilmente se la ricordano in pochi, giusto gli appassionati di prog inglesi e delle cose di casa Vertigo, l'etichetta per la quale uscì il primo disco degli Affinity (1970), il gruppo dei suoi 24 anni, con quella splendida copertina e con tante cose belle al suo interno. In preda ad ambizioni personali decise di tentare l'avventura solista con lo splendido album "Pieces of me" (1971) uscito ancora per la Vertigo ma misteriosamente stampato in sole 300 copie. Inutile dire che adesso il disco è molto ricercato dai collezionisti di mezzo mondo, raro sì ma anche molto bello. Fra le canzoni presenti spiccava in apertura una riuscita cover dell'immortale Backlash blues della divina Nina Simone, a fronte di otto originali composti dalla Hoyle con Karl Jenkins, proprio quello dei Soft Machine (dall'album "Six" in avanti ndr.)

 

linda hoyle The-band-nowAdesso, dopo una estemporanea reunion con gli Affinity nel 2006 Linda Hoyle ritorna clamorosamente sulle scene dopo 44 anni con questo meraviglioso "The Fetch", ideale proseguimento di un cammino musicale abbandonato troppo in fretta. La cadenza morbida e rilassata di molti pezzi qui presenti aiuta la voce di Linda che in pratica non ha perduto niente o quasi del fascino di quasi mezzo secolo prima. In questa sua nuova avventura, registrata in Canada (dove risiede adesso) e Inghilterra si fa accompagnare dal marito Nick Nicholas, al contrabbasso, dal noto B.J.Cole alla solita pedal steel guitar, dal batterista Gary Husband e diversi altri collaboratori fra i quali spicca Peter Van Hooke, uno dei tanti batteristi di Van Morrison. Fondamentale per la perfetta riuscita del disco la produzione di Mo Foster, suo compagno ai tempi degli Affinity dove suonava il basso, che qui riprende in mano insieme a tastiere e strumenti assortiti. Il disco si presenta a sorpresa con una copertina, non proprio stupenda,  disegnata dal noto Roger Dean, art worker  degli Yes, e dentro ci sono 12 piccole perle per una durata totale molto vicina all'ora. The fetch, la title track, giusto in apertura, mette subito i brividi, riascoltare la bellissima voce di Linda a distanza di così tanto tempo è una emozione non da poco. 

 

Linda-HoyleMa si rischia di perdere tempo a cercare in questo album delle canzoni migliori di altre, tanto è elevato il livello generale e gli arrangiamenti sopraffini. Sono tutte composizioni che, come tiene a precisare la Hoyle, sono di nuova scrittura e non accumulate in questi 44 anni di silenzio, Proviamo a darne rapida descrizione. Fra le canzoni più lente  e seducenti ammaliano più delle altre Snowy Night, Cut and run e Brighton Pier, con quell'aria malinconica che descrive come meglio non potrebbe le atmosfere del luogo. Ci sono spunti che inevitabilmente rimandano al primo disco ed alla materia jazz, il primo grande linda hoyle young Lindaamore della Hoyle (It's the world e la bella Fortuna), con linee di tastiere che suonano molto progressive anni settanta. Grande traccia. Anche un sitar d'altri tempi fa capolino in Maida Vale, altra grande prestazione vocale di Linda mentre Earth and stars, scritta da Jack Hey, è puro incanto vocale, song dai toni ambient  sospesa e rarefatta. Simpatico il finale corale di Acknowledgements, che ben descrive l'atmosfera rilassata con la quale l'intero lavoro è stato registrato. The fetch è un disco d'altri tempi, composto da un artista e cantante straordinaria come adesso non se ne trovano più. Rimaniamo fin da adesso in trepidante attesa per altre mirabolanti avventura della signora inglese. Lunga vita a Linda Hoyle.

 

Voto: 9/10
Ricardo Martillos

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