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4 Giugno 2012

The Beach Boys THAT’S WHY GOD MADE THE RADIO

2012 - Capitol/EMI
[Uscita: 05/06/2012]

beach boys new#consigliatodadistorsioni

 

"La radio è stata la mia fonte di educazione e formazione musicale: Chuck Berry, Rosemary Clooney, The Four Freshmen, Phil Spector, Little Richard ... questa era la musica che passavano le radio locali. Per molti di noi cresciuti negli anni '50, '60, '70, la radio ha avuto un ruolo fondamentale nelle nostre vite”.

Ecco, in queste significative e riconoscenti parole di Brian Wilson sono riassunti i motivi artistici ed esistenziali per cui il grande songwriter ed i suoi Beach Boys, riunitisi ‘incredibilmente’ – in studio come in tour mondiale - in occasione dei 50 anni di attività, hanno intitolato “That’s Why God Made The Radio”  il loro nuovo lavoro (prodotto da Wilson e dal cugino Mike Love) ed il single tratto.  Brian Wilson (voce, tastiera), Mike Love (voce), Al Jardine (chitarra, voce), Bruce Johnston (basso, voce) e David Marks (chitarra, voce): questa la ‘rediviva’ line-up entrata in studio, che ha elaborato coralmente (composizione, arrangiamenti, registrazione) del nuovo materiale – il primo, più o meno dopo vent’anni - incredibilmente buono, diciamolo subito.

 

Non si tratta del parere parziale di un grandissimo estimatore della band e dell’arte wilsoniana qual’ è chi scrive: chiunque li apprezzi da sempre – compresi gli addetti ai lavori – dovrebbe concludere ‘obiettivamente’ dopo un paio di ascolti che non ci si trova di fronte ad una reunion dettata da ‘misere’ finalità commerciali o dall’ostinazione a non voler entrare nel fatidico cimitero degli elefanti. 12 brani che compongono una sorta di meditato, maturo ‘concept album’ senile – a partire dai titoli - sugli archetipi che hanno ispirato gran parte dei capolavori dei Beach Boys: la giovinezza, gli idoli musicali trasmessi dalla radio, l’oceano, le spiagge, l’estate, attraverso degli arrangiamenti vocali splendidi, emozionanti,beach boys commoventi come un tempo. Le voci di Brian Wilson, Alan Jardine, Bruce Johnston, Mike Love, le loro cattedrali vocali dalle guglie altissime sono state miracolate dal tempo, suonano ancora fresche e limpide come acqua sorgiva, basti ascoltare That’s Why God Made The Radio, mid-tempo single/title-track ispiratissima, davvero senza tempo, con un sublime arrangiamento vocale: ti rende felice come non avresti mai più sperato, ti emoziona come quando ascoltasti per la prima volta California Girls nel 1965, o God Only Knows nel 1966. E si badi bene, non basta un primo ascolto per pronunciarsi su questi nuovi brani, perché il pericolo è quello di adottare subito aggettivi come: scontati, superati, troppo leggeri, è quello che mi è successo.

 

Solo riascoltandoli ci si rende conto, ad esempio, che Brian Wilson (soprattutto!) e c. hanno messo a punto con i 3:24 di From There To Back Again una mini-mini sinfonietta composta da alcuni eccelsi spunti compositivi, con il supporto discreto degli archi, che non avrebbe per nulla sfigurato in capolavori del passato come “Smile” (1967) o in “Surf’s Up” (1971). Anche la nostalgica intro strumentale-a cappella Think  About The Days  galvanizza i sensi come solo dinnanzi alle eccellenze ispirative; la triste vena meditativa di Summer’s Gone e Strange World (ancora un ineffabile Brian Wilson dispensatore di Beach Boys That's why god made the radiograndi melodie) travolge beneficamente con il ritmo pigro della risacca marina sulla sabbia, sullo sfondo un tramonto estivo. I momenti che lasciano un po’ a desiderare sono quelli blandi e piuttosto incolori in cui prevale la voce piatta di Mike Love (Daybreak Over the Ocean): inseriti nel contesto generale non fanno comunque danno più di tanto. L’estate che sta arrivando, per quanto mi riguarda, ha già una prima meravigliosa colonna sonora: ad averla confezionata cinque attempati ‘ragazzi di spiaggia’. 

 

Pasquale Boffoli

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