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21 Febbraio 2014 ,

Bombay Bicycle Club SO LONG, SEE YOU TOMORROW

2014 - Islands Records
[Uscita: 3/02/2014]

bombay-bicycle-clubPoco noti in Italia, i Bombay Bicycle Club sono una formazione londinese giunta già al quarto album. I membri del gruppo sono Jack Steadman (voce, chitarra, piano), Jamie McColl (chitarra), Ed Nash (basso) e Suren de Saram (batteria) e suonano insieme da quando avevano quindici anni. I lettori più attenti avranno notato dei cognomi illustri: infatti MacColl  è il nipote di Kirsty e de Saram è il figlio del grande violoncellista e direttore d’orchestra, collaboratore di Gavin Bryars ed esecutore di tutti i maggiori compositori contemporanei. Il gruppo spesso varia nell’ispirazione. In questo nuovo “So long, see you tomorrow” la cifra stilistica è un pop venato di fragranze psichedeliche. Le ritmiche sono spesso sostenute, come in It’s all right now, memore della Madchester di anni fa, ma meno inconcludente di tanti singoli dell’epoca. Non siamo lontani dagli MGMT, che però hanno quel pizzico di follia in più che non guasta mai. A volte i ritmi sono  timidamente elettronici, come in Home by now,  canzone gradevole ma un po’ stucchevole.

 

I Bombay Bicycle Club si fanno preferire quando è più forte l’impronta psichedelica, con quell’attitudine così british  che è da sempre cifra distintiva del pop di classe. Jack Steadman canta con un gradevole falsetto non forzato che vi farà venire in mente un paio di nomi illustri purtroppo non più tra noi, specie quando pianoforti, mellotron e chitarre acustiche forniscono l’accompagnamento, come nella ben costruita Whenever wherever (che non è una cover di Shakira, non temete), che alterna momenti più pensosi ad altri più scanzonati. Luna mescola una melodia molto orecchiabile stile anni ’50, ritmi quasi ballabili, tocchi esotici e tastiere electropop in un cocktail che non dispiacerebbe agli Animal Collective (che però sono molto più concettuali nella loro apparente naiveté). Non manca la ballata lenta, Eyes off you, inizialmente scandita dal solo pianoforte, poi rafforzata dall’inserimento delle percussioni. I brani che si fanno preferire sono quelli come Feel dove melodia, ritmo e ricerca di arrangiamenti originali, non sempre coronata dal successo, sono miscelate in parti uguali. Il gruppo sa scrivere canzoni, peccato però che a volte le soluzioni sonore scelte per dare coloritura siano un po’ ingenue, sulla scia di quel falso esotismo che andava per la maggiore ai tempi di Dee-Jay Television. In definitiva questo disco non è un  capolavoro ma si lascia ascoltare volentieri. 

Voto: 6.5/10
Alfredo Sgarlato

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