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12 Giugno 2023 ,

Sandrayati Safe Ground

2023 - Decca Records
[Uscita: 17/03/2023]

C’è una storia interessante dietro la cantante Sandrayati, qui al suo debutto discografico, e che è in qualche modo sintomatica del momento che stiamo vivendo. Infatti è nata da una madre filippina e da un padre americano, entrambi attivisti politici che si sono trasferiti nell’Indonesia Orientale per difendere i diritti degli indigeni del popolo Mollo, infatti lei ha vissuto fra le isole di Giava e di Bali e ha fatto propri gli ideali dei suoi genitori. Tanto che prima di “Safe Ground” ha partecipato con Damien Rice e l’islandese JFDR al tributo all’attivista ambientale honduregna assassinata nel 2016 al disco “Song For Berta”. Un altro islandese, Ólafur Arnalds, ha prodotto il disco contribuendo a creare quel clima di calma sognante che circonda il disco grazie soprattutto ad arrangiamenti minimali che infondono ai brani un’aura intimista ed eterea e alla voce spesso quasi sussurrata, raramente sui toni alti, il cui timbro ricorda quello di Chantal Acda. Lei si considera indonesiana, ma l’aver tanto viaggiato, prima al seguito dei genitori, poi per i suoi studi, ha studiato teatro a Boston, e l’essersi trovata bloccata dal lockdown, l’hanno indotta a ricercare una sua casa, non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico e culturale, e questa ricerca è un po’ il filo conduttore di “Safe Ground”. Quanto l’esperienza indonesiana abbia influito sulla sua personalità lo si vede in un brano come Smoke in cui si rifà a una credenza del popolo dei Mollo, e qui riportiamo la citazione della stessa Sandrayati: «Questa canzone esplora la connessione tra il visto e l'invisibile. Nella cultura in cui sono cresciuta, c'è la convinzione che i nostri antenati continuino a vivere con noi, percepiti ma non visti, sia nei nostri corpi che nella natura. Il fumo è il ponte tra questi mondi e i rituali lavorano con il fumo per tenerci in contatto con coloro che hanno camminato prima di noi, in contatto con la natura. Questa canzone è la mia riflessione sul mistero di quella connessione, così come una sorta di desiderio di ricordare la profondità che esiste lì.». Il testo è lungo, ma rende bene la poetica di Sandrayati che nasce da molteplici esperienze di vita e a contatto con mondi culturali lontani e si manifesta attraverso canzoni intimiste che spaziano dal folk al dream pop, melodie semplici e affascinanti che si librano leggiadre, quasi impalpabili e infondono un senso di profonda tranquillità. Un’altra cantautrice da tenere d’occhio.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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