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16 Aprile 2013 , ,

AA.VV. POP YEH YEH: PSYCHEDELIC ROCK FROM SINGAPORE AND MALAYSIA 1964-1970 Vol.1

2013 - Sublime Frequencies
[Uscita: 22/01/2013]

AA.VV. POP YEH YEH: PSYCHEDELIC ROCK FROM SINGAPORE AND MALAYSIA 1964-1970 Vol.1 2013 – Sublime Frequencies La Sublime Frequencies, da sempre dedita alla ricoperta dei filoni più esoterici e sconosciuti del rock, dopo essersi dedicata in alcune memorabili compilation alla riproposta del rock birmano, vietnamita e soprattutto indonesiano, adesso punta il suo obiettivo sulla vicina Malaysia e Singapore e sul movimento conosciuto come Pop Yeh Yeh che si fece promotore in patria di una musica che si ispirava principalmente ai gruppi della British Invasion, primi fra tutti i Beatles. Visti con sospetto da una società fortemente conservatrice e tradizionalista, il rock made in Malaysia ha infiammato i teenagers dei sessanta per poi scivolare nell’oblio, adesso questa compilation lo pone all’attenzione occidentale.  Pare che al curatore Carl Hamm, Dj in una radio indipendente di Richmond, e appassionato cultore di questa scena, ci siano voluti otto anni e un viaggio in Oriente per mettere insieme queste 26 tracce che ci danno un primo assaggio del rock della penisola malaysiana.  

 

Il cd è accompagnato da due curatissimi e preziosi booklet di 40 pagine contenenti biografie degli artisti, una presentazione della scena musicale dei due Paesi, la traduzione dei testi, note esplicative e diverse foto. L’esplosione dei Beatles e degli altri gruppi inglesi invase come un ciclone tutto il pianeta spargendo i suoi semi negli angoli più sperduti del mondo, e anche nell’Estremo Oriente la voglia di libertà, di ribellione trovarono il loro sfogo nella musica, a far da detonatore non solo i dischi, ma anche le tournée che diverse band occidentali fecero in quelle terre lontane. Cliff Richard and The Shadows e i Rolling Stones suonarono a Singapore nel 1965, seguiti fra gli altri dai Kinks: questi concerti ebbero un effetto travolgente sulla gioventù del luogo creando una vera e propria febbre per “le band con le chitarre ritmiche”, kugiran secondo l’acronimo in lingua malese, che cominciarono a crescere come funghi.

 

malaysia PHOTObIl movimento fu battezzato da un giornalista malese Pop Yeh Yeh, prendendolo in prestito dallo «Yeah Yeah» cantato nel coro di She Loves You dei Beatles, ed effettivamente tale denominazione calza a pennello per la musica di questo album. Una musica molto fisica, ballabile, spensierata, sensuale, destinata ai teenager e che proprio per queste sue caratteristiche libertine e ribellistiche mise in allarme la società chiusa e tradizionale dei due paesi. Ma veniamo più propriamente alla musica, per una conoscenza più approfondita del fenomeno rimando ai booklet che accompagnano il cd, da questo ascolto si possono delineare diversi tratti comuni agli artisti qui presenti; per prima cosa il riferimento è al primo beat, canzoni brevi, raramente sopra i tre minuti, cantate in una delle lingue locali, ritmo veloce, invito al movimento e al ballo, spazio ridotto per assoli e improvvisazioni, vibranti chitarre ritmiche, influenze surf, canto, prevalentemente femminile, che fonde la tradizione melodica orientale con il dinamismo del rock’n’roll e le lussureggianti musiche di Bollywood.

 

La struttura tradizionale da singolo ingabbia un po’ le energie dei musicisti che esplodono qua e là nelle note fiammeggianti dell’organo, utilizzato da Adrian Othman, J. Sham e Halim, o in brevi, ma incendiari assoli psichedelici della chitarra, nei brani di Raja Ahmed, Said, Salim, Nur Azilah, Halim, con relativi wah wah e fuzz: è attraverso questi musicisti che affiorano le prime tendenze verso la psichedelia. Ma è ancora  troppo poco per poter davvero parlare di musica psichedelica, nulla di paragonabile a quanto di straordinario avvenne nella vicina Indonesia, sebbene il Pop Yeh Yeh sia un movimento a cui guardare con piacevole interesse e divertita partecipazione. Sono ritmi che fanno sempre battere il piedino e ci riportano ai gloriosi juke-box, conditi con le spezie dell’esotismo orientaleggiante che vi si respira. E questa è solo la prima tappa di un viaggio che potrebbe riservarci altre sorprese.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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