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19 Aprile 2016 , , ,

Moderat MODERAT III

2016 - Monkeytown Records
[Uscita: 01/04/2016]

Germania     

 

ModeratA distanza di tre anni dal fortunato “Moderat II”, il combo berlinese Moderat, frutto del poco meno che incestuoso connubio tra i progetti Apparat del prode Sascha Ring e Modeselektor  di Gernot  Bronsert e Sebastian Szarzy torna a calcare il proscenio discografico col nuovo lavoro, “Moderat III”.  Per i tipi della Monkeytown Records, i tre cavalieri teutonici della nouvelle vague elettronica, licenziano l’ennesimo album accattivante, miscellanea di ritmi elettronici tout-court, hip-hop, techno-pop raffinato, dub-step.

Forse, il più coeso della triade che li vede sugli scudi dal 2009, in questa veste comunitaria. Se dapprima il virtuoso Ring inseguiva traiettorie di solitario sperimentalismo e i dioscuri Bronsert e Szarzy, di contro, anelavano a ritmi più mansueti e di non impervio ascolto, con i globi oculari rivolti alle classifiche, ora la rispettiva ricerca è assurta ad armonica sintesi. A partire dall’iniziale Eating Hooks, il suono è intrigante: lievi tappeti elettronici che si svolgono entro un immaginario firmamento colmo di soffice nuvolaglia, voce ispirata e battiti sincopati a far da sfondo.

 

Moderat foto 2Running rappresenta, su andature molto più sostenute, la traccia perfetta per dar l’assalto a una qualche forma di hit-parade. Su un versante di dance-floor, raffinata e suadente, con toni di pronunciata ballabilità, si situa con naturalezza Finder. Ghostmother attinge le vette di un certo lirismo intriso di electro-pop con sontuosi echi di dub-step. Tra le altre tracce dell’album rammentiamo Reminder, raffinato impasto di techno-pop e ritmi vagamente jungle; la sinuosa linea melodica toccata da lieve spuma elettronica di The Fool; il robusto e spigoloso approccio industrial di Intruder; lo sferzante sperimentalismo elettronico, pregno di rasoiate electro-dub, di Animal Trails; Moderat foto 1la placida passeggiata siderea, a tratti sommossa da impennate di tastiere elettroniche, della conclusiva Ethereal.

In ultima analisi, un lavoro di pregio che del riuscito sincretismo tra diversi stilemi di filosofia musicale fa la sua forza.

Voto: 7/10
Rocco Sapuppo

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