Migliora leggibilitàStampa
13 Luglio 2020 , ,

Roy Ayers, Adrian Younge, Ali Shaheed Muhammad  Jazz Is Dead 2

2020 - Jazz Is Dead
[Uscita: 19/06/2020]

Younge e Muhammad, musicisti, produttori autori televisivi noti anche come The Midnight Hour, hanno da qualche tempo iniziato un lavoro di collaborazione con alcuni loro idoli, incidendo una collana di dischi dal titolo “Jazz Is Dead”. Dopo un primo volume che introduce tutti gli artisti della collana, il secondo è dedicato a un gigante del jazz, Roy Ayers, vibrafonista, autore di riuscite incursioni nel soul e nel rhythm 'n' blues, campionato innumerevoli volte dai DJ hip-hop. I tre sono coautori di questo breve disco, dieci brani di circa tre minuti ciascuno, con la collaborazione di molti artisti della scena cosiddetta “spiritual jazz” così come del soul e dell'elettronica. Ora, se stentiamo a credere che il jazz sia morto, contrariamente al titolo, è vero che in questo disco non ne sentiamo molto, se non in qualche cesellatura di vibrafono e sax. Siamo piuttosto dalle parti di un'elettronica pop sofisticata, vicina a quella che anni fa (molti? pochi?) veniva definita downtempo beat, drum'n'bass, chill out, insomma quei generi riflessivi che volevano essere antidoto alla frenesia techno, musiche che alla fine del millennio scorso erano l'ultimo grido e oggi appaiono “dell'epoca”, e quindi nuovamente a la page. Soprattutto nei primi quattro brani, il disco è concepito con un lato A e uno B e le tracce sono sfumate l'una nell'altra, emerge la vena pop con voci femminili, Joi Gilliam e Loren Oden su tutte, i suadenti loop di tastiere dei due leader e intricati ritmi di batteria, non campionata come spesso avviene in dischi di questo filone, ma suonata da Greg Paul (degli LA's Katalyst Collective). Ayers suona poco il vibrafono, non esegue a solo, ma si cimenta anche a tastiere e voce. Maggiore impatto jazzistico per i successivi quattro brani, dove non mancano le parti vocali ma hanno un maggiore ruolo i fiati, specie in Solace e African Sounds, dove appaiono Wendell Harrison al sax e Phil Ranelin al trombone. Ayers, che compirà 80 anni a settembre ed è in perfetta forma, con questo suo ritorno partecipa alla nuova ondata della musica afroamericana, soprattutto quella che non vuole distinzioni tra i generi, e ne dà anche una lettura socio-politica, appoggiando il movimento Black Lives Matter. Al di là nelle nobili intenzioni però alcuni brani danno la sensazione di essere troppo brevi o di meritare maggiore sviluppo. Disco piacevole ma non imprescindibile.

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

Audio

Inizio pagina