Migliora leggibilitàStampa
28 Luglio 2014 ,

To Rococo Rot INSTRUMENT

2014 - City Slang
[Uscita: 21/07/2014]

torocococover# Consigliato da Distorsioni

Sul finire degli anni 90, nel periodo in cui quello che fu definito post-rock iniziò la sua fase discendente, diverse band tedesche si imposero all'attenzione della stampa specializzata e di un'audience ormai molto esigente con una serie di album che ne testimoniavano l'ottima caratura stilistica. Tra queste, i berlinesi To Rococo Rot erano (e sono) tra le più interessanti, grazie ad un sound molto personale ottenuto attraverso l'impiego minimale di synth analogici, basso e batteria nella composizione di strutture semplici e reiterate; una miscela sonora nella quale ritroviamo alcune intuizioni che possiamo forse far risalire ai Tortoise (si ascoltino le linee di basso), ma soprattutto buone dosi di kraut rock (al quale le testuggini di Chicago sono in parte debitrici) e indubbiamente l'elettronica sviluppata precedentemente dai Kraftwerk, maestri indiscussi del genere. Quella di Stefan Schneider e dei fratelli Ronald e Robert Lippok è una storia che negli anni si è andata costantemente arricchendo di musica pregevole (come non ricordare lo splendido "The Amateur View" del 1999?) e di certo questo "Instrument" non fa eccezione. Con una novità: per la prima volta il trio ha rinunciato alla propria identità completamente strumentale e per l'occasione si è avvalso della collaborazione di Arto Lindsay, il quale presta la propria voce in tre dei dieci brani che compongono il disco. 

 

Uno di questi è Classified, scelto come singolo promozionale; c'è però da dire che pur rimanendo ad un buon livello, si tratta decisamente dell'episodio più easy listening di tutto l'album. Nulla di male, anche se ci sembra che suoni più accattivante il synth pop di Many Description, oppure la cinematografica atmosfera notturna di Longest Escalator in the to rococo rotWorld, brano nel quale il veterano della no-wave oltre a cantare si lascia apprezzare anche per alcuni dei suoi classici rumorismi chitarristici. Sempre la chitarra di Lindsay appare attraverso alcuni brevi frammenti nell'onirico Sunrise. Pur non essendo il trio berlinese nuovo a collaborazioni -  ricordiamo quella con il producer I-Sound dalla quale è scaturito "Music is a Hungry Ghost" (2001) - questa con Lindsay in particolare ci porta a sperare di poterli vedere presto in tour assieme. Tornando invece al presente di "Instrument", la fluidità con la quale scorre per quasi quaranta minuti presenta un'ulteriore intrigante viscosità in brani come Baritone e Gitter. Ma sono il carattere scuro dell' incalzante Down In The Traffic e la poliritmia di matrice africana di Spreading The Strings Out a destare forse la maggiore attenzione. Insomma, probabilmente non siamo davanti al migliore album firmato To Rococo Rot ma sicuramente uno dei migliori da loro prodotti.

 

Voto: 7/10
Aldo De Sanctis

Audio

Video

Inizio pagina