Migliora leggibilitàStampa
15 Aprile 2020

Tinsley Ellis Ice Cream In Hell

2020 - Alligator Records
[Uscita: 31/01/2020]

Una laurea in Storia alla Emory University, Atlanta, il blues nel sangue, soprattutto quello di estrazione british (Yardbirds, Bluesbreakers, Cream…): Tinsley Ellis, chitarrista eccellente classe 1957, Stati Uniti D’America. Dagli esordi con gli Alley Cats nel lontano 1975, con Preston Hubbard (Fabulous Thunderbirds), passando per gli Heartfixers e una carriera solistica di un certo pregio. Uscito per i tipi della Alligator, l’ennesimo albo di sanguigno blues elettrico, “Ice Cream In Hell”, si configura come una intersezione di stili ben riconoscibili all’udito: è come se l’Eric Clapton di “Wheels Of Fire” incrociasse lo Stevie Ray Vaughan di “Texas Flood”, passando per le note elastiche di un Rocky Athas. Un disco che già dalle prime avvisaglie si presenta in maniera adeguata, con l’inaugurale Last One To Know, un giro lento di chitarra che poi si distende nello slide superbamente, la voce al catrame di Tinsley che dà una passata a immaginari asfalti di highways perdute in chissà quale deserto. Più vicina a stilemi di matrice rock’n’roll è la traccia successiva, Don’t Know Beans, il cui ritmo non decolla del tutto, rimanendo inespresso benché il Nostro provi ad alzare il groove chitarristico con un ‘solo’ finale degno di nota. La title-track, “Ice Cream In Hell”, ci riporta a sonorità più vicine a quel blues circolare di cui Ellis è maestro, lunghe tirate di chitarra che tracimano in spire equoree ammalianti, mentre di mero stampo “texano” è la sostenutissima sarabanda di Foolin’ Yourself, chitarra in grande spolvero e voce rauca a dominare il proscenio. Immancabile, poi, la classica ballata blues, tenue e crepuscolare come un’ala di farfalla, Hole In My Heart, con la voce di Ellis che è affiancata dal suono melanconico della chitarra e dagli inserti serpentini del piano elettrico: traccia di grande suggestione e fascino. Il tirato segmento blues’n’roll di Sit Tight Mama suona più come un divertissement che introduce alla potente stringa sonora di No Stroll In The Park, con la voce che si affianca alle note iterative della chitarra e il piano che maramaldeggia con buona proprietà virtuosistica. Passa quasi inosservata la traccia successiva, Evil Till Sunrise, uno scialbo tappeto sonoro in chiave blues-rock, per quello che si può considerare l’episodio meno riuscito dell’album. Di notevole impatto, invece, il blues sostenuto di Everything And Everyone, con la chitarra che tesse tele armoniche di grande livello, prima di distendersi maestosamente in uno splendido ‘solo’. Più afferente al suono peculiare del classic blues, con spolverate di soul e rhythm’n’blues, risulta essere Unlock My Heart. A sigillare un album di superba rilevanza, la vesperale ballata per chitarra e voce di Your Love’s Like Heroin, con la chitarra che singhiozza note di cristallina purezza sotto cieli di carminio. Ci conforta la consapevolezza, grazie a dischi come questo, che il grande blues non muore mai.

Voto: 7.5/10
Rocco Sapuppo

Audio

Video

Inizio pagina