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18 Dicembre 2015

Zomba Prison Project I HAVE NO EVERYTHING HERE

2015 - Six Degrees Records
[Uscita: 13/07/2015]

Malawi  #consigliatodadistorsioni     

 

zomba coverNon un semplice disco questo “I Have No Everything Here” a nome Zomba Prison Project, e non certo perché la qualità artistica non sia di buona qualità, ma perché dietro vi è un progetto che va ben oltre la musica. Il disco è stato registrato dal produttore Ian Brennan (Tinariwen, Ramblin 'Jack Elliott, TV on the Radio) e da sua moglie, la fotografa e regista italiana Marilena Delli in uno dei tanti inferni che purtroppo esistono ancora nel nostro pianeta. Il carcere di massima sicurezza di Zomba si trova in Malawi, un edificio fatiscente risalente all'Ottocento dove vivono in condizioni terribili duemila prigionieri in un luogo costruito per contenerne trecentocinquanta, non molto migliori le condizioni di vita delle guardie carcerarie. In questo contesto la musica costituisce l'unico mezzo per poter esprimersi e sentirsi una comunità.

La sezione maschile possedeva già una banda e, come ha dichiarato Brennan, avevano anche idee molto precise su come dovevano avvenire le registrazioni, al contrario le donne non avevano strumenti, soltanto una batteria realizzata con mezzi di fortuna, e dapprima hanno sostenuto di non aver canzoni scritte da loro, ma poi pian piano ne hanno tirate fuori di bellissime. Ne sono risultate sei ore di registrazioni e le venti canzoni di quest'album straordinario ed emozionante.

 

the-zomba-prison-projectE il disco, uscito nel mondo a gennaio di quest'anno (in Italia in Luglio 2015), ha appena ricevuto la nomination ai Grammy Awards per la categoria world music, un risultato tanto clamoroso quanto meritato se si considera che il disco è stato registrato con pochi mezzi tecnici e suonato da perfetti sconosciuti, veri dannati della terra. 

Cantato perlopiù nella lingua locale, il chichewa, con semplici accompagnamenti per lo più di chitarra e percussioni o a cappella, la forza del disco sta soprattutto nell'intensità accorata delle voci, un canto che proviene da esistenze vissute dentro il solco lacerato zombadella sofferenza, una malinconia che è l'essenza profonda del blues, canzoni che sono accorati appelli al mondo esterno, sincere e drammatiche confessioni autobiografiche, soprattutto nei brani femminili, ma la musica può essere anche un momento di liberazione collettiva, che ti rende partecipi, malgrado tutto, di una comunità come in A Message (I Will Take You). 

Un disco bello che dà emozioni forti e di cui dobbiamo dire grazie al lavoro di Brennan, novello Alan Lomax, che fa dell'obiettivo di dar voce e visibilità ai milioni di musicisti che il mainstream e l'industria musicale escludono il senso profondo del suo lavoro. Per inciso con i proventi di questo lavoro registrato nell'estate del 2013 è anche riuscito a far liberare alcuni prigionieri ingiustamente condannati.

 

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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